Rinnovabili • Il Parlamento Europeo approva l’aumento dei dazi sui fertilizzanti da Russia e Bielorussia Rinnovabili • Il Parlamento Europeo approva l’aumento dei dazi sui fertilizzanti da Russia e Bielorussia

Strasburgo approva l’aumento dei dazi sui fertilizzanti da Russia e Bielorussia

Aumentano i dazi doganali sui fertilizzanti provenienti da Russia e Bielorussia in base a una proposta approvata a larga maggioranza dal Parlamento Europeo. L’obiettivo è scongiurare una dipendenza che metterebbe in pericolo la sicurezza alimentare dell’UE e non mancano motivazioni etiche. Ma gli agricoltori temono che si creino ulteriori difficoltà in mancanza di alternative praticabili

Il Parlamento Europeo approva l’aumento dei dazi sui fertilizzanti da Russia e Bielorussia
Foto di Franck Barske da Pixabay

Esistono alternative praticabili?

Approvato dal Parlamento Europeo l’aumento dei dazi su fertilizzanti e prodotti agricoli provenienti da Russia e Bielorussia.

Con il voto dei deputati (411 a favore, 100 contrari, 78 astenuti), è stata approvata la proposta della Commissione di aumentare i dazi comunitari del 50% sui fertilizzanti e su altri prodotti tra cui carne, latticini, zuccheri, aceto, farina e mangimi. Si tratta di circa 380 milioni di euro di scambi annuali.

La proposta della Commissione prevede un dazio del 6,5% sui fertilizzanti, a cui si aggiungono ulteriori tariffe di 40-45 euro a tonnellata per il periodo 2025-2026. Entro il 2028 raggiungeranno i 430 euro a tonnellata.

Le motivazioni per aumentare i dazi alla Russia

Oggi la Russia fornisce all’Unione Europea circa il 25% dei fertilizzanti a base di azoto, per un valore di circa 1,3 miliardi di euro l’anno. La Russia impone una tassa di esportazione del 23,5% sui fertilizzanti minerali, con cui finanzia la guerra in Ucraina.

La relatrice permanente del Parlamento Europeo sulla Russia, Ines Vaidere, ha espresso con estrema chiarezza le motivazioni etiche della proposta: «Questo regolamento, che prevede un aumento progressivo dei dazi doganali sui prodotti provenienti da Russia e Bielorussia, contribuirà a impedire che la Russia utilizzi il mercato dell’Unione Europea per finanziare il proprio apparato bellico.

Non è accettabile che, a tre anni dall’inizio della guerra su vasta scala, l’UE continui ad acquistare grandi quantità di prodotti strategici – anzi, le importazioni sono persino aumentate in modo significativo.

I rischi per la sicurezza alimentare UE

La proposta rafforzerà anche la produzione di fertilizzanti nell’UE, penalizzata dai prezzi bassi delle importazioni russe, offrendo al contempo agli agricoltori il tempo necessario per adattarsi.

Un punto fondamentale della proposta è l’inclusione di disposizioni di monitoraggio che consentiranno alla Commissione di osservare il mercato dei fertilizzanti e intervenire in caso di impennata dei prezzi».

Inoltre, la proposta intende scongiurare il rischio di una dipendenza nelle forniture che potrebbe compromettere la sicurezza alimentare dell’Unione Europea: «L’attuale importazione delle merci agricole interessate e dei concimi interessati costituisce una dipendenza dalla Federazione Russa che, qualora non vi si ponga rimedio, potrebbe compromettere la sicurezza alimentare dell’Unione e, in particolare nel caso dei concimi, rendere l’Unione particolarmente vulnerabile a potenziali azioni coercitive della Federazione Russa.

Le importazioni dei concimi interessati dalla Federazione Russa sono già in aumento e tale aumento potrebbe accelerare qualora volumi significativi fossero riorientati verso l’Unione, dato che la Federazione Russa produce volumi molto elevati dei concimi interessati».

Il regolamento entrerà in vigore dopo l’adozione ufficiale da parte del Consiglio; poi sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Dopo quattro settimane si potranno applicare le nuove regole.

Le preoccupazioni degli agricoltori

Confagricoltura non nasconde la sua preoccupazione perché ritiene che aumentando i dazi sulle importazioni di fertilizzanti da Russia e Bielorussia già dal prossimo mese di luglio non si tenga conto delle criticità del settore, con il rischio di aggravarne ulteriormente le difficoltà. Per ridurre questa dipendenza è cruciale disporre di un’alternativa realmente praticabile, anche nel lungo periodo.

«Pur condividendo gli obiettivi generali della misura, in particolare il rafforzamento della sicurezza alimentare e la spinta alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, Confagricoltura ribadisce l’urgenza di integrare il provvedimento con misure correttive che tengano conto dell’attuale contesto economico, ambientale e produttivo.

In particolare, è necessaria una revisione graduale del sistema dei dazi, affinché la transizione verso una minore dipendenza dalle importazioni non penalizzi il settore primario europeo, già fortemente colpito dall’instabilità dei mercati e dall’aumento dei costi di produzione».

Mancano fonti alternative

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sottolinea che la proposta non considera fonti alternative e manca una valutazione d’impatto. Ad esempio, «mancano sia specifiche decisioni volte a rafforzare l’utilizzo dei fertilizzanti di origine zootecnica (a partire dal digestato) strategici per ridurre la dipendenza dai concimi azotati, sia una maggiore flessibilità nell’applicazione della Direttiva Nitrati.

Inoltre, il divieto assoluto dell’impiego di urea nel Bacino Padano a partire dal 1° gennaio 2027, senza alcuna fase transitoria realmente attuabile e senza alternative valide presenti sul mercato, rappresenta un’imposizione insostenibile per le imprese agricole».

Pertanto appare concreto il rischio che gli agricoltori si trovino davanti a norme difficili, se non impossibili, da applicare.

Anche il sindacato degli agricoltori francesi FNSEA teme che all’introduzione dei dazi segua un effetto inflazione: i costi stanno aumentando, ma non si possono scaricare sui consumatori.

Intanto si stanno verificando le prime distorsioni del mercato: i produttori di fertilizzanti lasciano ferme le forniture in attesa dell’entrata in vigore dei dazi, e questo fa salire i prezzi.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.