Rinnovabili • Agroalimentare italiano

Agroalimentare italiano, un ruolo strategico da preservare

Lo studio di Unicredit, Slow Food e Nomisma sul sistema agroalimentare italiano mostra in che modo gli effetti della pandemia hanno pesato su un settore strategico per l’Italia

Agroalimentare italiano
Foto di Jill Wellington da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Nel Forum delle Economie sulla filiera Agrifood, organizzato da Unicredit, Slow Food e Nomisma è stato presentato uno studio sul settore agroalimentare italiano da cui è emersa una flessione del fatturato che desta qualche preoccupazione. «Il ruolo strategico dell’agrifood non sempre è stato messo in luce nel modo giusto. Non dobbiamo considerarlo solo dal punto di vista nazionale, ma allargare lo sguardo a una dimensione europea» ha esordito Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. Basti pensare che in Europa l’agroalimentare è il primo settore dell’industria manifatturiera per quanto riguarda la produzione, l’export, il valore aggiunto e l’occupazione. Le cifre dell’export italiano si aggirano intorno ai 50 miliardi di euro e quello europeo raggiunge complessivamente i 130 miliardi di euro, con prospettive di ulteriore crescita

Superare le difficoltà attuali sarà possibile anche grazie al piano Next Generation EU. Gli investimenti saranno fondamentali per colmare il gap che ostacola il nostro sviluppo, come l’accesso a Internet, la banda larga, il progetto degli invasi per raccogliere l’acqua e distribuirla quando serve, la manutenzione del territorio. Next Generation EU destina circa 10 miliardi di euro per la transizione ecologica in agricoltura da spendere nel 2021-22, parte dei quali proprio per gli investimenti aziendali. L’Italia potrà usufruire di 2,4 miliardi con una intensità di aiuto che arriva fino al 75% (ovvero la copertura degli investimenti sarà per il 75% pubblica e per il 25% privata, tra cui Unicredit). Tutto è inquadrato nel progetto strategico Farm to Fork per l’attuazione della transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili , incoraggiando gli agricoltori all’adozione di pratiche  rispettose dell’ambiente.

L’analisi di Nomisma

Dalle slide di Denis Pantini, responsabile Agricoltura e industria alimentare di Nomisma, si vede che il valore aggiunto del settore agroalimentare italiano è tra i più alti in Europa, come pure per quanto riguarda la produttività, anche se non tutte le filiere hanno le stesse performance: ortofrutta, vino, salumi e lattiero-caseario sono ai vertici. L’agroalimentare ha avuto variazioni in positivo anche per quanto riguarda vendite al dettaglio ed export rispetto ai prodotti non alimentari, ma gli effetti del Covid si sono fatti sentire, seppure in misura minore. Nell’export, la pasta ha registrato addirittura un +23,4%, mentre il vino ha perso il 3,3% rispetto al 2019. Per alcune regioni l’agroalimentare integrato (cioè agricoltura e industria) ha una rilevanza tale da rappresentare il principale motore economico.

La mancanza di sbocco nel canale HoReCa pesa negativamente, anche per l’export, soprattutto per il lattiero-caseario e il vino, specie i grandi rossi DOP. Il Covid pone molte sfide, anche perché si assiste a un progressivo assottigliamento della classe media (vi apparteneva il 38% delle famiglie nel 2014, sceso al 32% nel 2019): un trend negativo che continua e andrà a segnare una diminuzione nei consumi e un impoverimento di quelli alimentari, come dimostra l’aumento delle vendite di agroalimentari nei discount (dall’11,2% nel 2013 al 14,4% nel 2019). L’e-commerce ha avuto un’impennata durante il lockdown, ma anche alla fine dell’emergenza la tendenza agli acquisti online è rimasta a livelli alti. Per quanto riguarda le preferenze di acquisto, le tendenze sono analoghe a quelle del periodo pre-Covid: gli italiani comprano prodotti nazionali, sostenibili, sono attenti alla tipicità del prodotto, prediligono cibi che non siano dannosi per la salute, continueranno a fare la spesa online.

Il Green Deal è una politica ambiziosa, anche se ancora in attesa di una regolamentazione. Per raggiungere la neutralità climatica nel 2050 bisognerà intervenire su canali diversi ma complementari che vanno dalla protezione della biodiversità al giusto reddito degli agricoltori, dal potenziamento dell’agricoltura biologica alla lotta ai cambiamenti climatici. Agricoltura e industria alimentare sono particolarmente dipendenti dalla fornitura di servizi ecosistemici (acqua pulita, suolo fertile, clima stabile), ma devono fare la loro parte per diminuire le emissioni di CO2.

Gli obiettivi della strategia Farm to Fork sono importanti (ridurre al 2030 gli agrofarmaci chimici del 50% e i fertilizzanti del 20%; aumentare le superfici coltivate a biologico fino al 25% di quelle UE; ridurre gli sprechi alimentare e gli imballaggi non ecologici/riciclabili; favorire la digitalizzazione e l’agricoltura di precisione; garantire cibo sicuro, diminuire la dipendenza estera da materie prime per mangimi; promuovere modelli alimentari sani). È evidente che la loro attuazione presuppone la messa a terra di una serie di azioni complementari che riguardano politiche commerciali, la definizione dei piani futuri della PAC in base a criteri climatici e ambientali, cooperazione internazionale, investimenti in finanza sostenibile e in infrastrutture digitali e dei trasporti.

Secondo De Castro in Italia non siamo messi così male: negli ultimi dieci anni ci siamo dimostrati molto virtuosi e l’agroalimentare italiano è tra i più sicuri al mondo (nel 2018, i campioni agroalimentari analizzati che presentavano una presenza di residui era appena dello 0,8%) e come superficie a biologico siamo già al 15%. Pantini ricorda infine le altre sfide di mercato: la Brexit, che coinvolge un importante mercato di sbocco per il nostro alimentare; le elezioni presidenziali americane, con i dazi imposti da Trump che probabilmente Biden toglierebbe; trovare nuovi mercati di sbocco per aiutare le esportazioni. 

Il pomodoro, protagonista dell’export

«Il pomodoro italiano è un protagonista dell’export agroalimentare: arriva in 60 paesi del mondo, l’Italia è il secondo produttore e trasformatore mondiale di pomodoro da industria dopo la California ed esporta circa il 60% della produzione. Una leadership a livello internazionale anche di valorizzazione del Made in Italy» fa sapere Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro che opera nel settore produzione, trasformazione e distribuzione del pomodoro, la prima filiera del settore con tracciabilità completa dal seme al prodotto finito. Il core business del Consorzio è la passata di pomodoro, poi ci sono i sughi pronti, salse, condimenti e zuppe. Circa il 2/3 del fatturato del Consorzio è all’estero.

Il Covid ha sicuramente modificato lo scenario: negli ultimi 12 mesi è cresciuto il segmento retail. Prima si vendevano di più sughi pronti, condimenti (per la necessità di preparazioni gustose ma veloci), nel lockdown le categorie che hanno guidato i consumi sono stati farina, uova, salse rosse, affettati. Per semplificare possiamo dire che stando di più a casa si scelgono ingredienti base per un’alimentazione più semplice, economica e sostenibile. In questo contesto è più che mai fondamentale il digitale per raggiungere i clienti sparsi in tutto il mondo e condividere informazioni di filiera con i consumatori (blockchain).

La sostenibilità non è solo un claim

Per Giancarlo Licitra, fondatore e managing director di LGB «l’export è il 95% del fatturato. La sostenibilità non è più solo un claim: prima si sceglieva il fornitore più economico e non il più sostenibile, ora è vero il contrario». Anche le grandi aziende cercano partner sostenibili (anche per evitare le contestazioni dei consumatori). La tendenza attuale del mercato è richiedere la sostituzione delle proteine animali con proteine e fibre vegetali, ed è in crescita il mercato del gluten free. Il Covid ha messo in sofferenza il ceto medio, quindi cresce l’esigenza di spendere meno anche se si cerca di coniugare qualità e sostenibilità. «Sono favorevole alla circolazione delle merci, la chiusura è improbabile a meno che le lancette della storia girino al contrario, ma serve nuovo modello di globalizzazione» conclude Licitra.

Il Barolo si produce solo in 11 comuni, la DOCG aiuta a difendere qualità del prodotto. Maria Teresa Mascarello della Cantina Bartolo Mascarello, si considera una vignaiola che gestisce un’attività artigianale iniziata dal nonno: piccoli numeri e grande qualità. «Cinque ettari di terreno, tre dei quali dedicati alla produzione del Barolo e due a vini per il consumo quotidiano (si esporta il 60% della produzione). Seguiamo un’impostazione tradizionale, valorizziamo il prodotto rispettando tipicità e storia, che sono i nostri punti di forza. La nostra clientela è fidelizzata: abbiamo un rapporto diretto con la clientela (sia HoReCa che privati), relazioni che durano da una vita e passano da una generazione all’altra. Anche con il Covid i nostri punti di forza ci hanno fatto sopravvivere e ci ha gratificato che i nostri clienti siano rimasti; se è aumentato il consumo domestico, l’HoReCa ha registrato un calo drastico. La mia è una condizione privilegiata, non abbiamo aumentato la produzione, quello che facciamo viene prenotato prima, quindi non abbiamo subito grandi contraccolpi». 

Per Francesco Sottile, Slow Food Italia, il sistema di prossimità è andato in crisi e stenta a risollevarsi. Dalla PAC ai piani strategici, «servono politiche di piccola scala per un mondo che non è di minoranza: migliaia di piccole aziende che sono come tessere di un prezioso mosaico agronomico e culturale. La politica, quindi, non si focalizzi su sistemi industriali che non guardano alla biodiversità, al benessere animale e alle produzioni responsabili». Un altro perno, per Sottile, è interrompere il consumo di suolo che non va inteso solo in senso edilizio: anche un uso scriteriato dei pesticidi porta una desertificazione del terreno, è necessario cambiare il modello di produzione agricola. La relazione tra produttore e consumatore è alla base dell’impegno di Slow Food per la valorizzazione dei prodotti del territorio e delle culture che li hanno generati: una relazione che concretizza un percorso di sostenibilità. 

La resilienza delle aziende non è scontata

La sostenibilità economica delle aziende agricole e la loro resilienza non sono scontate. Davide Vernocchi, è presidente di Apo Conerpo, consorzio di cooperative con 700 milioni di fatturato e 6.000 soci che comprendono aziende che vanno dal trasformato alla commercializzazione del fresco. «Si parla tanto di cambiamento climatico, ma spesso si dimentica l’impatto sulla produzione agricola. Quest’anno c’è stata una mega gelata che ha determinato perdite stimate dalla Regione in 400 milioni di euro; la malattia fungina del pero ha causato un danno di oltre 100 milioni di euro, lo scorso anno la cimice asiatica ha causato 600 milioni di euro di danni. L’ortofrutta da più di 20 anni è impegnata sul fronte ambientale per la riduzione della chimica; eravamo arrivati pochi anni fa a produzioni a residuo zero, poi sono arrivati parassiti alieni contro i quali la difesa è molto complicata».  Per questo Farm to Fork spaventa i produttori europei, e non perché vogliano coltivare inquinando l’ambiente di lavoro. «Non siamo bravi a comunicare il valore del nostro lavoro: chi sa che 100 kg di pere assorbono 47 kg di CO2? Coltiviamo 30.000 ettari di ortofrutta che corrispondono a 400.000 tonnellate di CO2».

Il Covid ha creato un problema ulteriore, in campagna non c’è lo smart working: servono persone, braccia che spesso vengono dall’estero. In più c’è la responsabilità della messa in sicurezza delle linee di lavorazione nei magazzini. Il cambiamento delle abitudini alimentari con le mense azzerate, l’HoReCa in difficoltà e le famiglie impoverite ha creato il problema della commercializzazione di prodotti deperibili. «La cooperativa per noi è importante, è un punto di riferimento per la gestione del proprio prodotto dalla coltivazione all’arrivo sui mercati: i piccoli produttori possono esportare se stanno tutti insieme, come potrebbero arrivare a Shangai con poche cassette di frutta? Si condividono anche i rischi, si affrontano questi mercati con una solidità economica. Se non avessimo avuto la cooperazione ci saremmo trovati alla mercé di un mercato competitivo dove vince chi fa il prezzo più basso».

«Una situazione ricca di chiaroscuri, dove politica, PMI, imprese, sistema bancario devono fare sistema» ha detto in chiusura Stefano Gallo, responsabile Territorial Development & Relations di Unicredit. Unicredit e Nomisma vogliono portare avanti un progetto di checkup delle filiere. L’analisi aiuta ad acquisire consapevolezza dei punti di forza e di debolezza del settore e identifica le aree strategiche di intervento attraverso una lettura innovativa dell’agrifood per filiere e territori, il confronto con gli stakeholder, una calibratura degli interventi per filiera e territorio, la combinazione di risorse private e risorse pubbliche. «Un lavoro corale, dove condividere e ascoltare esperienze ed esigenze di chi fa agricoltura sul territorio».

About Author / La Redazione

Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

About Author / La Redazione

Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.