Agrumi, approvato l’obbligo di cold treatment

Un importante risultato raggiunto da Agrinsieme in collaborazione con Francia, Spagna e Portogallo. È stato approvato l’obbligo di cold treatment per gli agrumi che provengono da Paesi extra-UE dove è presente la Falsa Cydia. Le fitopatie si moltiplicano, complici la commercializzazione senza controlli e il cambiamento climatico

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Foto di 1195798 da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Dal 14 luglio è diventato obbligatorio il cold treatment, o trattamento a freddo, (Regolamento UE n. 959-2022) per gli agrumi in arrivo dai Paesi dove è presente la Falsa Cydia (Thaumatotibia Leucotreta), che può distruggere le produzioni agrumicole europee.

La Falsa Cydia è una falena che depone le uova sulla superficie degli agrumi e ne compromette lo sviluppo: le larve, infatti, penetrano all’interno degli agrumi e si nutrono della polpa).

Le fitopatie minacciano gli agrumi

L’allarme per le invasioni di insetti e di batteri che minacciano le coltivazioni di agrumi è forte già da tempo.

In Sicilia, ad esempio, gli agrumicoltori hanno già fatto i conti con una fitopatia detta tristezza degli agrumi – il Citrus Tristeza Virus (CTV), forse la malattia più grave degli agrumi – originaria del sud-est asiatico.

La fitopatia si è velocemente diffusa in tutto il mondo attraverso la commercializzazione di frutti infetti; i vettori locali sono gli afidi, che trasmettono il virus dalle piante malate a quelle sane.

Le piante più colpite dalla tristezza degli agrumi sono l’arancio dolce (Citrus sinensis) e l’arancio amaro (Citrus aurantium), che spesso è usato come portainnesto, ma non ne sono immuni il pompelmo, il lime e il mandarino.

Il Citrus Greening è un’altra emergenza fitosanitaria che dopo aver distrutto milioni di piante di agrumi in molti Paesi extra-europei è arrivata in Spagna, Portogallo e Israele.

Un risultato raggiunto con l’impegno di tutti

I Paesi del bacino del Mediterraneo hanno denunciato la nuova minaccia della Falsa Cydia, e si sono battuti per l’obbligo del cold treatment che può bloccarla.

L’applicazione del nuovo Regolamento UE è un risultato importante raggiunto da Agrinsieme, il coordinamento che raggruppa Confagricoltura, CIA-Agricoltori Italiani, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. L’ennesima conferma che gli obiettivi si raggiungono più facilmente lavorando insieme: infatti l’attività di lobby ha coinvolto Italia, Francia, Spagna e Portogallo.

Da mesi Agrinsieme sollecitava le istituzioni europee ad adottare misure concrete per prevenire i rischi fitosanitari legati alle importazioni di agrumi.

Le analisi del rischio fitosanitario di EPPO (Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante), confermate dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e dalla WTO (Organizzazione mondiale del commercio) sono infatti molto chiare.

Un passo avanti verso il principio di reciprocità

Il cold treatment, inoltre, è attivo da tempo per le esportazioni di agrumi dall’Unione Europea verso Stati Uniti, Cina e Giappone. Avere inserito l’obbligo di cold treatment nel nuovo Regolamento europeo rappresenta, per Agrinsieme, un passo importante verso il rispetto del principio di reciprocità.

Il nuovo Regolamento non è la panacea di tutti i mali: c’è ancora molto da fare per garantire la protezione fitosanitaria nel territorio europeo. Tuttavia, l’attenzione di Agrinsieme resta alta: si parla già di un’altra pericolosa fitopatia, la Citrus Black Spot, da cui gli agrumi europei devono difendersi.

L’arma principale rimane la prevenzione, anche perché il cambiamento climatico non fa che accelerare la diffusione delle fitopatie.

Insomma, non bisogna farsi cogliere impreparati. È fondamentale la consapevolezza della pericolosità dei frutti importati. Questo comporta la messa in atto di controlli scrupolosi, ma nel lungo periodo va sostenuta la ricerca, che può individuare i genotipi in grado di resistere alle malattie.

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