Uno studio analizza le chances di 12 località tra Mediterraneo e Medio Oriente di superare i 50 gradi. A Siviglia, senza climate change, le probabilità al 2100 sarebbero 1 su 1 milione, ma includendo il global warming diventa 1 su 10
È possibile integrare una misura del welfare umano nei limiti di sostenibilità del Pianeta? Lo ha sperimentato uno studio guidato da Johan Rockström che identifica i valori di guardia sia per l’ambiente che per la civiltà umana. Elementi che possono orientare meglio le politiche per la sostenibilità future
In un anno, ogni tonnellata di peridotite in cui 44.01 inietterà la CO2 sulle montagne dell’Hajar è in grado di mineralizzare dai 500 ai 600 kg di anidride carbonica. L’obiettivo è trasformare in roccia 1 GtCO2 entro il 2040
L’abbondanza delle precipitazioni è eccezionale, si è trattato di episodi con un tempo di ritorno di 200 anni. Ma avrebbero avuto la stessa intensità e lo stesso tempo di ritorno anche in un mondo 1,2°C più freddo di quello di oggi. Ma gli scienziati avvertono: disponiamo solo di dati a partire dagli anni ’60, una serie storica più lunga potrebbe cambiare le carte in tavola
Lo scienziato della Nasa James Hansen in uno studio non ancora pubblicato e validato sostiene che la diminuzione delle particelle di aerosol in atmosfera dovuta alle azioni di mitigazione del climate change ci ha già messo sulla traiettoria per +2°C entro metà secolo
Entro il 2100, la probabilità che una particella di terreno subisca una siccità lampo passerà dal 32 al 53% in Europa nello scenario emissivo più estremo. In quello più favorevole, invece, l’incremento è molto più contenuto: si resta sotto il 40%
Se da un lato il rafforzamento di El Niño dovrebbe mitigare la formazione di tempeste nell’Atlantico, dall’altro le temperature eccezionali dell’oceano possono aggiungere energia al sistema e facilitare la formazione di uragani potenti
A causa della fusione della calotta del Polo Sud, che rilascia ingenti quantità di acqua dolce e poco densa, il grande nastro trasportatore che distribuisce carbonio, ossigeno, nutrienti e calore negli oceani di tutto il mondo si sta fermando
Il Protocollo di Montreal ha messo al bando i clorofluorocarburi (CFC), sostanze con un potere climalterante molto maggiore di quello della CO2 e tra i maggiori responsabili del buco dell’ozono. L’effetto “indesiderato” dell’accordo si fa sentire al Polo Nord: ogni 1000 t di CFC evitati salvano 7 km2 di banchisa