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La dieta influisce sul sistema immunitario?

Tra dieta e sistema immunitario esiste un legame di causa-effetto. Una ricerca evidenzia che il cambio di regime alimentare determina un sostanziale impatto non solo sul sistema immunitario, ma anche su quello metabolico, rendendo le persone più vulnerabili alle infezioni e alle malattie non trasmissibili

La dieta influisce sul sistema immunitario?
Foto Kamran Aydinov su Freepik

Dieta e salute, un legame indissolubile

Il tipo di dieta che scegliamo può avere effetto sul sistema immunitario? E di che tipo? Queste domande sono al centro di uno studio internazionale a cui l’Italia ha partecipato con l’Università di Firenze e l’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer di Firenze.

Il rapporto di causa-effetto tra alimentazione e salute

Lo studio, dal titolo Immune and metabolic effects of African heritage diets versus Western diets in men: a randomized controlled trial, è stato pubblicato nella rivista “Nature”. Coordinatori della ricerca sono l’Università di Njimegen (Paesi Bassi) e il Kilimanjaro Christian Medical University College (Tanzania).

Il lavoro nasce da un’idea dei ricercatori dell’Università di Firenze sviluppata nell’ambito del progetto Transmic (finanziato da Horizon 2020), che mira a «stabilire la relazione causale tra alimentazione, microbiota intestinale e salute dell’uomo utilizzando popolazioni africane esposte a diete tradizionali o globalizzate come modello».

Un campione di 77 uomini di aree urbane e rurali

Gli studiosi hanno esaminato l’impatto sul sistema immunitario delle diete in 77 uomini in buona salute residenti sia nelle città che nelle zone rurali della Tanzania.

Le diete prese in esame sono quella tradizionale africana e quella occidentale.

Una scelta di ricerca così particolare è dovuta al fatto che la dieta tradizionale africana viene sempre più spesso sostituita dai modelli dietetici occidentali ricchi di calorie.

Diversi i motivi che determinano il cambio di stile di vita e di regime alimentare: urbanizzazione, sviluppo economico, maggiore accesso agli alimenti trasformati, cambiamenti sociali.

I ricercatori hanno analizzato la funzione del sistema immunitario, i marcatori di infiammazione del sangue e i processi metabolici all’inizio della sperimentazione, dopo due settimane e dopo quattro settimane.

Con la dieta occidentale aumentano le malattie non trasmissibili

La conseguenza è un aumento delle malattie non trasmissibili – come malattie cardiovascolari, obesità, diabete e stati infiammatori cronici – che pesano sui sistemi sanitari. Inoltre, il tasso di mortalità degli adulti che abitano nelle aree urbane ha superato quello degli abitanti delle aree rurali.

La dieta africana è composta per la maggior parte di verdure, frutta, fagioli, cereali integrali e cibi fermentati.

Per due settimane i soggetti che seguivano la dieta africana hanno cambiato a favore di quella occidentale, mentre quelli che seguivano il regime occidentale hanno adottato il modello africano.

Un terzo gruppo ha consumato ogni giorno una bevanda tradizionale di banana fermentata a base di miglio (“Mbege”) che contiene lieviti e lattobacilli.

Infine, un quarto gruppo di dieci persone ­– il gruppo di controllo – ha mantenuto la dieta abituale.

L’influenza negativa sul sistema immunitario e metabolico

Per due settimane i soggetti che seguivano la dieta africana hanno cambiato a favore di quella occidentale, mentre quelli che seguivano il regime occidentale hanno adottato il modello africano.

I ricercatori hanno distribuito ai soggetti analizzati un questionario per raccogliere informazioni sullo stile di vita, sullo stato di salute e sulle attività quotidiane (fumo, alcool, storia medica, uso di farmaci, vaccinazioni). Lo studio ha tenuto conto anche dell’eventuale attività fisica praticata.

Lo studio ha scoperto che anche un cambio dietetico di breve periodo può avere effetti prolungati sul sistema immunitario e metabolico.

Il follow-up dopo quattro settimane ha evidenziato un sostanziale impatto della dieta non solo sul sistema immunitario, ma anche sul sistema metabolico, rendendo le persone più vulnerabili alle infezioni e alle malattie non trasmissibili.

«La sperimentazione alla quale abbiamo contribuito anche con l’analisi e interpretazione dei dati e degli aspetti nutrizionali, segnala i potenziali rischi per la salute associati all’abbandono delle diete tradizionali, sempre più frequente in Africa, ma mostra anche quanto possa essere dannosa per noi occidentali una dieta composta perlopiù da cibi lavorati e ipercalorici», spiegano i ricercatori Duccio Cavalieri e Paolo Lionetti dell’Università di Firenze.

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