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Direttiva breakfast, cosa cambia per i consumatori

Approvata la direttiva breakfast dal Consiglio dei Ministri. Introduce alcune nuove prescrizioni che hanno l’obiettivo di migliorare la tracciabilità e la trasparenza di prodotti di largo consumo per la colazione come il miele, i succhi di frutta e le marmellate

Direttiva breakfast, cosa cambia per i consumatori
Immagine di Rinnovabili generata da AI

Tracciabilità e trasparenza

La “direttiva breakfast” è arrivata in porto. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che recepisce la direttiva europea cosiddetta “breakfast”.

Tale direttiva introduce alcune nuove prescrizioni che hanno l’obiettivo di migliorare la tracciabilità e la trasparenza di prodotti di largo consumo per la colazione come il miele, i succhi di frutta e le marmellate.

Pertanto, dovrebbe rappresentare anche un ostacolo alle frodi alimentari.

Le prime norme in materia di colazione risalgono a venti anni fa: la direttiva breakfast ha aggiornato tali norme per allinearsi ai cambiamenti del mercato.

Informazioni chiare per i consumatori

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha commentato positivamente l’approvazione della direttiva che finalmente fa chiarezza sui paesi di origine dei prodotti: «Oggi recepiamo la cosiddetta “direttiva breakfast” dopo un lungo lavoro di confronto tra produttori e istituzioni.

I cittadini avranno gli elementi per valutare con più consapevolezza il prodotto che stanno acquistando e fare una scelta sulla qualità.

Il mercato europeo è un mercato aperto e deve continuare ad esserlo, ma dobbiamo essere consci che noi italiani, noi europei abbiamo livelli di qualità che altre nazioni non hanno. Sapere che la provenienza è italiana, europea o extra-UE fa la differenza e tutela la qualità del Made in Italy».

Le novità contenute nella direttiva breakfast

Vediamo cosa cambia in concreto per i consumatori con la direttiva breakfast.

MIELE

Per i prodotti confezionati diventa obbligatorio indicare i paesi di provenienza delle miscele. I confezionatori, in presenza di due o più paesi di origine delle componenti, dovranno indicare in ordine decrescente i paesi e le relative percentuali. 

Solo nel caso in cui vi siano composizioni con miscele provenienti da quattro paesi che raggiungono almeno il 60% di contenuto del prodotto sarà possibile non indicare la percentuale dei restanti paesi. Con l’entrata in vigore della direttiva breakfast cambia la denominazione del miele filtrato. Fino ad oggi, questa sostanza veniva commercializzata con questa dicitura, ma poteva trarre in inganno chi acquistava.

Con il recepimento della direttiva, la denominazione miele filtrato rientra nella più ampia definizione di “miele ad uso industriale”, più rispondente all’uso consentito, ovvero all’uso esclusivamente culinario.

L’Italia produce 24mila tonnellate di miele l’anno e queste nuove regole di trasparenza e tracciabilità potranno tutelare il prodotto nostrano dai prodotti extra-UE di bassa qualità.

SUCCHI DI FRUTTA

La direttiva breakfast aggiorna le tipologie autorizzate di succhi di frutta.

Introduce le categorie di “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri”, “succo di frutta da concentrato a tasso ridotto di zuccheri” e “succo di frutta concentrato a tasso ridotto di zuccheri”, i quali devono presentare il 30% di zuccheri in meno rispetto al prodotto di riferimento.

CONFETTURE

Le nuove regole aumentano la quantità minima di frutta nelle confetture e nelle confetture extra che passano:

  • da 350 grammi a 450 grammi di frutta per chilo di confettura (quindi da 35% a 45%);
  • da 450 grammi a 500 grammi di frutta per chilo di confettura extra (da 45% a 50%).

È opportuno precisare che i prodotti italiani già superano abbondantemente i requisiti minimi fissati dalla direttiva breakfast.

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About Author / Isabella Ceccarini

Europeista sostenitrice dell’Italia, non ama i confini mentali e geografici. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Giornalista da più di trent’anni, ha lavorato a lungo come caporedattore per un trimestrale di politica universitaria e ricerca. Ha scritto a quattro mani il libro Perché l’università. Riflessioni sull’etica del sapere che raccoglie pensieri e interviste a esponenti di spicco del mondo dell’istruzione superiore e di organizzazioni internazionali. Ha collaborato con diverse case editrici alla stesura di libri e cataloghi per mostre ed eventi occupandosi di progettazione e coordinamento editoriale. È attenta ai temi etici di cui ha scritto per il mensile della Società San Vincenzo de’ Paoli e ha fatto parte della giuria del Premio letterario Città di Castello nella sezione riservata ai giovani. Organizza e modera tavole rotonde su temi che spaziano dalla salute all’agricoltura, nonché corsi di formazione per i giornalisti. Ha ideato e condotto due eventi per il format #leparolevalgono di Treccani. Dal 2017 è entrata a far parte del team di Rinnovabili dove si dedica in particolare all’agrifood ma ama anche allungare lo sguardo ai temi ambientali. Per Rinnovabili progetta e conduce Agrifood Forum, evento annuale sulla sostenibilità alimentare.