La sicurezza alimentare globale non è affatto una certezza, e raggiungerla può essere molto complicato, come evidenziano le stime della Banca Mondiale. I suoi programmi raggiungono 90 Paesi nel mondo, si stima che ne potranno beneficiare 327 milioni di persone entro il 2030

Le incertezze della produzione agricola legate al clima
Qual è lo stato della sicurezza alimentare globale? Quali sono le cause che la mettono in crisi, seppure per cause diverse?
A queste e a molte altre domande sulla sicurezza alimentare globale cercano di rispondere gli ultimi dati della Banca Mondiale.
Il quadro di sintesi
Guardando il quadro di sintesi della situazione emerge che:
- i dati della Banca Mondiale mostrano che i prezzi delle materie prime alimentari sono in calo a livello mondiale grazie all’aumento dell’offerta;
- nei paesi a basso e medio reddito l’inflazione interna dei prezzi alimentari rimane elevata;
- secondo l’AMIS Market Monitor di giugno 2025 (Agricultural Market Information System), i mercati globali di grano, mais, riso e soia rimangono stabili, e non si prevedono interruzioni dell’offerta nel breve periodo;
- oltre a guerre e cambiamenti climatici, la Banca Mondiale riconosce nell’inefficienza dei trasporti un’altra causa della fame che affligge l’Africa.
Le stime del Market Monitor sulla sicurezza alimentare
Il Market Monitor di giugno mostra le stime preliminari della produzione cerealicola globale, che fanno pensare a una possibile ripresa della produzione di grano e a un aumento di quella di mais, riso e soia.
I livelli delle scorte sono generalmente adeguati e i flussi commerciali continuano senza intoppi, ma le condizioni delle colture regionali sono varie e i rischi legati alle condizioni meteorologiche sono in aumento.
Le proiezioni hanno però un buon margine di incertezza: molte colture ancora non sono state piantate nell’emisfero settentrionale, quindi eventuali siccità o alluvioni possono modificare radicalmente il quadro.
L’influenza delle temperature globali
Le temperature globali del mese di aprile 2025 sono state le seconde più calde mai registrate e le previsioni indicano possibili ondate di calore in diverse aree produttive chiave.
Pertanto, l’aumento delle temperature potrebbe contribuire a una maggiore variabilità delle rese da un anno all’altro, come nel caso del mais, incidendo sui livelli di produzione.
Bisogna poi tenere conto di un altro fattore di instabilità che incide sulle previsioni: i cambiamenti nelle politiche commerciali, che potrebbero influenzare le prospettive del commercio globale.
Il caso dell’Africa
Per quanto riguarda in particolare l’Africa, un Rapporto della Banca Mondiale (Transport Connectivity for Food Security in Africa: Strengthening Supply Chains) fa il punto sui trasporti come ulteriore ostacolo alla sicurezza alimentare analizzando i legami critici fra trasporti, logistica e sicurezza alimentare in Africa.
Le catene di approvvigionamento alimentare sono lunghe, frammentate e vulnerabili a ritardi, guasti e sprechi e compromettono la sicurezza alimentare. Migliorare il sistema dei trasporti e le catene di approvvigionamento in Africa vuol dire migliorare la resilienza dei sistemi alimentari.
In media, le merci deperibili percorrono 4mila chilometri in 23 giorni, una distanza 4 volte più lunga che in Europa. Di conseguenza, più di un terzo del cibo deperibile viene perso prima di raggiungere i consumatori.
Cosa fa in concreto la Banca Mondiale
I programmi della Banca Mondiale raggiungono 90 Paesi. Comprendono sia interventi a breve termine come l’allargamento della protezione sociale, o progetti per la resilienza climatica a lungo termine per l’aumento della produttività e per l’agricoltura innovativa.
Di questi interventi dovrebbero beneficiare 327 milioni di persone entro il 2030: dal miglioramento dei sistemi di irrigazione alla formazione per i piccoli agricoltori, dalla fornitura di semi resistenti alla siccità e ad alto rendimento, a fertilizzanti, attrezzature agricole e vaccini per il bestiame nell’ambito di un programma di vaccinazione a livello nazionale, da piani per la sicurezza alimentare alle strategie per rafforzare la catena del valore alimentare fino a programmi di educazione alla nutrizione e all’igiene.