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La fine del carbon fossile? Consumo e produzione in Europa ai minimi storici

Nel 2023, la dipendenza dell'UE dalle importazioni di carbone fossile ha raggiunto una percentuale del 67%. Una cifra inferiore al tasso di dipendenza da petrolio e gas naturale

Consumo di carbone in Europa, mai così basso nel 2024
Immagine generata con IA

Nel 2024 la produzione e il consumo di carbone in Europa hanno toccato i minimi storici, raggiungendo rispettivamente 242 milioni di tonnellate e 306 milioni di tonnellate. Adottando come riferimento il 2023, il consumo si è ridotto del 13% e la produzione del 12%. Questi dati seguono un calo record su base annua registrato già tra il 2022 e il 2023, quando la produzione era scesa del 21% e il consumo del 23%.

Il calo storico – evidenziato in questi giorni da Eurostat – è dovuto a un minore impiego di questo combustibile fossile per la produzione di energia. E infatti la quota di carbone per produrre energia nell’Unione Europea è scesa dal 16% nel 2022 al 12% nel 2023.

Andamento del consumo di carbone in Europa

A partire dagli anni Novanta, il consumo interno di carbone nell’Unione Europea è diminuito costantemente. Dal 1999 e per quasi un decennio, il consumo annuo dell’UE si era stabilizzato sui 300 milioni di tonnellate. Dopo un primo importante calo nel 2008 e un altro nell’anno successivo, dal 2010 in poi il consumo era fermo sui 250 milioni di tonnellate. Nel 2019 ha ricomiciato a calare e nel 2020 il declino è stato amplificato dalle conseguenze della pandemia da COVID-19. Nel 2024 si stima che il consumo di carbon fossile nell’UE sia sceso a 107 milioni di tonnellate, il 51% in meno rispetto a 7 anni fa.

Nel 1990, i Paesi dell’UE che producevano carbone fossile erano 13. Nel 2024 ne sono rimasti solo 2: Polonia e Repubblica Ceca. Rispetto al 2012, anno dell’ultimo picco della produzione nell’UE (con 106 milioni di tonnellate), nel 2024 risulta che la Polonia abbia ridotto la produzione del 39% e la Repubblica Ceca dell’88%.

La Polonia (per il 43%) e la Germania (per il 23%) da sole hanno rappresentato quasi i due terzi del consumo totale di carbone fossile dell’UE nel 2024. Le seguono Paesi Bassi, Francia, Italia, Spagna, Repubblica Ceca e Belgio (tutti con consumo stimato tra il 3% e il 6%). Fatta eccezione per Malta, che ha smesso di utilizzarlo nel 1996, tutti gli altri Paesi dell’UE continuano a sfruttare il carbone fossile in una quantità che varia da poche migliaia a diversi milioni di tonnellate.

consumo di carbone in Europa
Fonte Eurostat

La Russia non è più il principale fornitore dell’Unione Europea

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo riposizionamento dei principali fornitori di carbone dell’Unione. Le importazioni nette dalla Russia sono precipitate del 98% tra il 2021 e il 2023. Il crollo è avvenuto a seguito del bando alle importazioni russe entrato in vigore nell’agosto 2022, dopo l’agressione di Mosca ai danni dell’Ucraina. Nel 2023, il 90% delle importazioni nette di carbone fossile dirette ai Paesi del blocco proveniva da 5 fornitori: Australia e Stati Uniti (ciascuno per il 25%), Colombia (per il 18%), Sudafrica (per il 14%) e Kazakistan (per il 9%).

Sempre nel 2023, la dipendenza dell’UE dalle importazioni di carbone fossile ha raggiunto una percentuale del 67%. Una cifra sicuramente inferiore al tasso di dipendenza da petrolio e gas naturale (rispettivamente del 95% e del 90%).

consumo di carbone in Europa
Fonte Eurostat

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About Author / Erminia Voccia

Giornalista appassionata e osservatrice delle dinamiche globali. Prima di approdare a Rinnovabili ha lavorato per i telegiornali e ha scritto per diversi quotidiani nazionali di temi legati all’ambiente e agli esteri, con uno sguardo particolare verso l’Asia. Si interessa di clima, politiche climatiche e geopolitica. Ha studiato il giapponese, ama la pizza ed è mamma di Lavinia.