Dalla FAO un database su perdita e spreco alimentare

La piattaforma contiene dati e informazioni provenienti da rapporti e studi che misurano la perdita e lo spreco di cibo, in ogni fase della catena del valore

perdita e spreco alimentare
Foto di Alfredo Di Girolamo da Pixabay

Il database Food Loss and Waste è la più grande raccolta online di dati su perdita e spreco alimentare e sulle relative cause. Il database può essere utilizzato liberamente da chiunque desideri saperne di più sull’argomento.

Il Target 12.3 dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 12 – Consumo e produzione responsabili (Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo) recita: “Entro il 2030, dimezzare lo spreco pro capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto”. 

Per monitorare la perdita e lo spreco di cibo, la FAO ha esaminato la letteratura disponibile e raccolto dati e informazioni da rapporti e fonti diverse, tra cui organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale, IFPRI (International Food Policy Institute), GIZ (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit). 

Questi dati sono raccolti in un database interattivo su perdite e scarti alimentari dove è possibile svolgere micro e macro analisi grazie ai dati disponibili. Gli utenti possono filtrare le informazioni secondo anno, nazione, tipo di merce, stato della catena del valore e attività.

Leggi anche FAO: 15 consigli per ridurre gli sprechi alimentari e divenire un Food hero

Conoscere i dati dello spreco alimentare permetterà di conoscere il problema in modo approfondito e quindi intervenire in modo appropriato. L’aggiornamento dei dati è costante, quindi i risultati visibili nel database cambiano in base all’inserimento dei nuovi dati.

Tuttavia il sistema ha ancora delle lacune sulle quali si dovrà intervenire. Ad esempio, spesso gli studi sommano le percentuali di perdita lungo la catena di approvvigionamento: questo fa aumentare le perdite percentuali complessive e non calcola le perdite lungo la catena di approvvigionamento. A volte è difficile valutare correttamente la perdita di cibo entro le stime nazionali perché si tratta di campioni di piccole dimensioni. Non è infrequente che le cifre presentino differenze nelle diverse fasi delle catene del valore e delle regioni, rendendo più complessa una stima delle perdite a livello internazionale. Un altro elemento di difficoltà risiede nella mancanza di mancanza di comparabilità su molti livelli a causa delle diverse metodologie utilizzate. Facendo uno studio dei casi, le dimensioni del campione potrebbero essere troppo piccole per elaborare prescrizioni politiche generali. Infine, può succedere che le valutazioni siano viziate da pregiudizi di fondo nella raccolta dei dati.

La variabilità dei dati impone una misurazione puntuale con sistemi affidabili, cosa non sempre facile considerate le lacune nei dati forniti dai diversi Paesi. Rimane comunque interessante l’esistenza di un database su perdita e spreco alimentare perché può stimolare riflessioni su un problema che richiede ingenti investimenti e adeguate decisioni politiche.

Leggi anche Fermare la fame e mitigare il climate change, il Piano della Fao per 100 città verdi

Articolo precedenteAl via la prima stazione di rifornimento di idrogeno per i treni passeggeri in Assia
Articolo successivoCovid e mercato del petrolio, la 2a ondata spaventa l’OPEC

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!