Il cambiamento climatico incide sulla coltivazione del caffè

Un gruppo di ricercatori ha pubblicato uno studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle colture tropicali come caffè, anacardi e avocado. Il caffè è risultato il più vulnerabile perché richiede una combinazione di clima e terreno che cambiamenti climatici, anche moderati, potrebbero compromettere

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via Pixabay

(Rinnovabili.it) – Dobbiamo dire addio al nostro adorato rito del caffè? La colpa, ancora una volta è del cambiamento climatico che può incidere pesantemente anche sulla coltivazione del caffè. Attualmente il Brasile è il maggiore produttore mondiale di caffè, ma i terreni coltivabili a caffè potrebbero diminuire addirittura del 79%.

Il caffè, il più diffuso e il più vulnerabile

Un gruppo di scienziati ha condotto uno studio (Expected global suitability of cofee, cashew and avocado due to climate change) sul potenziale impatto dei cambiamenti climatici sulle coltivazioni di caffè, anacardi e avocado. Queste colture sono ubicate in paesi tropicali e sono prodotte principalmente da piccoli agricoltori. il caffè si è dimostrato il più vulnerabile.

Dei tre prodotti studiati, il caffè è sicuramente quello che ha maggiore diffusione: per il 2022 si prevede un fatturato di 460 miliardi di dollari. Per avocado e anacardi si prevedono rispettivamente 13 e 6 miliardi di dollari. Il caffè è una bevanda stimolante, avocado e anacardi sono prodotti alimentari.

Secondo gli studiosi, il caffè è la coltivazione più vulnerabile: richiede una precisa combinazione di clima e tipo di terreno caratteristica dei tropici (ma anche ai tropici non può essere coltivato dovunque) che i cambiamenti climatici, anche moderati, potrebbero compromettere.

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Pochi studi sugli ecosistemi tropicali

La maggior parte degli studi sull’impatto dei cambiamenti climatici riguarda le colture come grano, mais, patate e semi oleosi coltivati nelle regioni temperate. Questo perché gli studiosi si concentrano principalmente sull’alterazione della temperatura e delle precipitazioni negli ecosistemi temperati.

Gli ecosistemi tropicali corrispondono a circa il 40% della superficie della Terra. In queste aree vivono circa 3 miliardi di persone, si prevede che nel 2050 ce ne sarà un ulteriore miliardo. I tropici sono un serbatoio di biodiversità le cui numerose colture sfamano le popolazioni locali. Caffè, avocado e anacardi sono alimenti consumati dalle popolazioni locali perché nutrienti e ricchi di oli vegetali monoinsaturi, ma sono anche una voce importante delle esportazioni.

Lo studio esamina i parametri del suolo oltre quelli climatici come temperatura e precipitazioni: in questo modo è possibile fare delle proiezioni sull’idoneità a determinate coltivazioni, ad esempio in caso di variazione del pH del terreno.

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Spostare le coltivazioni

Stando agli studi, alcune zone potrebbero addirittura beneficiare dei cambiamenti climatici: se coltivare il caffè sarà più difficile in Brasile e Colombia, probabilmente diventerà una coltivazione adatta ad alcune aree della Cina, dell’Argentina e degli Stati Uniti.

I cambiamenti climatici andranno avanti, date le risposte tiepide dei leader globali in merito a interventi drastici. Allora, suggeriscono i ricercatori, sarà bene pensare di adattarsi spostando le coltivazioni nelle regioni più adatte. Quello che sembra sicuro è che le coltivazioni tropicali di caffè, avocado e anacardi diventeranno più scarse e quindi più costose. Vorrà dire che riserveremo il rito del caffè solo alle occasioni speciali.

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