Perché dobbiamo difendere la salute dei suoli

Il 61% dei suoli dell’Unione Europea non gode di buona salute perché li maltrattiamo con una eccessiva pressione demografica, con dei modelli di consumo predatori, li esponiamo a eventi climatici sempre più estremi. Un nuovo sistema di monitoraggio aiuta a individuare le misure concrete per proteggere e ripristinare i suoli e garantire il loro uso sostenibile

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(Rinnovabili.it) – Il 61% dei suoli dell’Unione Europea non gode di buona salute. Ma perché è così importante la salute dei suoli?

I suoli sani forniscono cibo per le persone e per gli animali, sono essenziali per raggiungere la neutralità climatica e ostacolare la perdita di biodiversità, forniscono acqua pulita, arrestano la desertificazione, sono parte di un’economia pulita e circolare, proteggono dalle inondazioni e preservano il patrimonio culturale legato ai territori.

La vita all’interno dei suoli – anche a pochi centimetri da quelli che calpestiamo – è la base degli ecosistemi terrestri ed è una fonte potenziale di nuovi farmaci.

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Suoli maltrattati

Eppure li maltrattiamo con una eccessiva pressione demografica, con dei modelli di consumo predatori, li esponiamo a eventi climatici sempre più estremi.

I tipi più diffusi di degrado sono la perdita di carbonio organico del suolo (48%), la perdita di biodiversità del suolo (37,5%) e l’erosione del suolo da parte dell’acqua (32%); in realtà i terreni malati sono soggetti a più di un tipo di degrado.

La Commissione Europea ha posto ai suoi cittadini una sfida molto ambiziosa: garantire entro il 2030 il 75% di suoli sani per l’alimentazione, le persone, l’ambiente e il clima. Potremmo dire che il benessere dei suoli è il fil rouge che collega i diversi punti del Green Deal.

In questa ottica, la gestione sostenibile del suolo e il ripristino dei terreni degradati sono fondamentali per proteggere la biodiversità; queste azioni regolano la politica agricola (gestione efficiente dei nutrienti, compreso il sequestro del carbonio per compensare i cambiamenti climatici, nonché riduzione dei pesticidi) che è alla base della strategia Farm to Fork, il piano per azzerare l’inquinamento e quello per l’economia circolare.  

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Strategie per la sostenibilità

Per migliorare la cura dei suoli, l’EUSO (Osservatorio dell’UE sul suolo, sviluppato dal JRC) ha messo a punto un nuovo strumento per armonizzare i data base europei e avere un monitoraggio efficace, in preparazione alla Soil strategy for 2030, strettamente legata alla strategia per la biodiversità e al Green Deal.   

Questa strategia stabilisce un quadro e misure concrete per proteggere e ripristinare i suoli e garantire il loro uso sostenibile. La strategia, inoltre, guarda alle azioni da compiere entro il 2030 per avere suoli sani nel 2050.

Una mappa per monitorare la salute dei suoli

La mappa predisposta da EUSO si basa su 15 indicatori di degrado suddivisi in nove sezioni: erosione, inquinamento, nutrienti, perdita di carbonio organico, perdita di biodiversità, compattazione, salinizzazione, perdita di suoli organici e impermeabilizzazione. Il quadro di riferimento evidenzia anche le lacune nei dati finora disponibili per favorire una migliore condivisione dei dati e svolgere una ricerca mirata.

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La mappa indica anche le aree che potrebbero degradarsi nel corso del tempo.

EUSO ha predisposto dei valori soglia per determinare il livello di degrado del suolo basandosi sulla combinazione di stime scientifiche e limiti critici stabiliti.

Gli indicatori e le mappe sullo stato di salute dei suoli hanno anche un’importante rilevanza politica: saranno utili determinare strategie e piani d’azione per raggiungere gli obiettivi fissati – biodiversità, inquinamento zero, sviluppo sostenibile – e cambieranno in base all’attuazione della futura legislazione UE in materia di salute dei suoli.

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