Salute: dall’UE etichette fuorvianti per vino, carne e salumi

Giusto rendere i consumatori consapevoli dei rischi legati all’alimentazione, ma le etichette UE veicolano informazioni che partono da un principio errato. Vino, carne e salumi non sono in sé nocivi per la salute, dipende tutto dalla quantità che si assume

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via depositphotos.com

 di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) L’allarme dei produttori di vino è momentaneamente rientrato. Il vicepresidente della Commissione Europea Margaritis Schinas li ha rassicurati affermando che non c’è nessuna intenzione di proibire il vino né di etichettarlo come una sostanza tossica, «perché fa parte dello stile di vita europeo»

Le organizzazioni della filiera vitivinicola di Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi avevano discusso i contenuti dell’iniziativa comunitaria Europe’s Beating Cancer Plan che prevede l’introduzione di etichette sui prodotti alcolici che li classificherebbe come sostanze tossiche e addirittura cancerogene. 

Un problema di quantità

Le associazioni di filiera, nella lettera inviata al commissario UE, hanno sottolineato la necessità di «scongiurare il rischio che decisioni avventate e dogmatiche mettano in pericolo il futuro di una filiera strategica per il nostro Paese come quella vitivinicola, senza peraltro riuscire a trovare una soluzione ai problemi di salute pubblica». La critica mossa dalle associazioni del vino è che il documento della Commissione Europea parte da un principio sbagliato, ovvero che il consumo di vino sia dannoso a prescindere, mentre bisogna tenere conto della quantità consumata: se il consumo eccessivo di alcolici è sicuramente dannoso per la salute, altrettanto non può dirsi per il consumo moderato di vino durante i pasti. 

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Un’altra fonte di preoccupazione è l’incertezza nelle politiche di promozione dei prodotti agricoli, in assenza delle quali viene minata la competitività delle imprese sui mercati internazionali. Produttori e associazioni del vino voglio invece che un’informazione trasparente faccia conoscere ai consumatori il valore dei prodotti vitivinicoli di qualità Doc, Docg e Igp. La vendemmia 2020 ha prodotto oltre 46 milioni di ettolitri, con cui l’Italia si conferma leader mondiale della produzione; circa il 70% si trasformerà in vini di qualità, il restante 30% sarà destinata ai vini da tavola.

Vino e salumi dannosi come il fumo?

La commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, per rendere i consumatori più consapevoli dei rischi di quello che ingeriscono, ha invece confermato che presenterà una proposta di etichettatura con ingredienti e dichiarazione nutrizionale per le bevande alcoliche nel 2022 (ma le nostre associazioni hanno già iniziato l’autoregolamentazione in materia) e una con le avvertenze sulla salute nel 2023. Nelle intenzioni di Kyriakides le etichette dovrebbero far parte di una strategia di intervento per prevenire i tumori “evitabili” (gli altri punti sono screening precoce, migliore accesso a diagnosi e trattamenti innovativi, migliore qualità di vita dei pazienti). Per questo è necessario sensibilizzare sui fattori di rischio come fumo, consumo di alcol, obesità, mancanza di attività fisica, inquinamento e ridurre la commercializzazione di prodotti non sani anche con una maggiore tassazione.

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In questa ottica si vuole promuovere il consumo di prodotti agricoli (quindi più frutta e verdura) e scoraggiare quello di alimenti più legati all’insorgenza di tumori come carni rosse e lavorate. Anche in questo caso la voce dell’Assica (l’associazione dei produttori di carne e salumi) non ha tardato a farsi sentire perché «non è il prodotto in sé ad essere pericoloso, ma la quantità che si assume»: anche in questo caso è una questione di equilibrio, mentre criminalizzare un tipo di prodotto non solo è sbagliato ma avrebbe un impatto pesantissimo sui territori, sull’occupazione, sulle tradizioni e sulla biodiversità che caratterizza le produzioni artigianali di qualità. Come il comparto del vino, anche quello della carne e della norcineria è un settore di punta dell’agroalimentare italiano: in questo anno disastroso che ha fatto mancare il mercato dell’HoReCa, vino, carne e salumi hanno bisogno di un sostegno per sopravvivere e per mantenere i posti di lavoro di migliaia di addetti. Fermo restando che il consumo moderato è un dovere verso la nostra salute.

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