Dalla soia i filtri in grafene che rendono potabile anche l’acqua del porto

Arriva dall’Australia “Graphair”, una nuova tecnologia per produrre filtri, economici ed ecologici, che intrappolino con efficacia gli inquinanti dell’acqua

acqua

 

(Rinnovabili.it) – Immaginate di riuscire a ottenere acqua potabile da qualsiasi fonte idrica, non importa quanto inquinata sia. Questo è l’obiettivo di una consistente fetta di ricerca internazionale, che da anni sta testando le proprietà dei filtri in grafene per la potabilizzazione dell’acqua. Questo materiale ha indubbi vantaggi e non solo in campo idrico: la sua estrema sottilizza  – è costituito da uno strato mono atomico di carbonio – ed alta conduttività lo rendono adatto alle più disparate applicazioni, dall’elettronica miniaturizzata ai dispositivi biomedici.

Definito non a caso il “materiale delle meraviglie”, il grafene mostra un’eccellente abilità nella filtrazione dell’acqua tramite distillazione a membrana, in particolare nella cattura di nanoparticelle, molecole organiche e sali. Fino ad ora, tuttavia, l’alto costo di produzione è stato il più grosso ostacolo alla distribuzione di massa. Un ostacolo che gli scienziati australiani del CISRO sperano di aver superato.

 

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Attualmente, il grafene viene coltivato in un ambiente altamente controllato con gas compressi, alte temperature e processi di lavorazione sottovuoto. I ricercatori Dong Han Seo e Zhao Jun Han hanno messo a punto una nuova tecnologia, battezzata “GraphAir”, che elimina la necessità di un ambiente così controllato, sviluppando il film di grafene da un precursore naturale: i semi di soia.

Questo processo, spiegano gli scienziati, “è veloce, semplice, sicuro, potenzialmente scalabile”. La tecnologia impiega olio ottenuto dai semi di soia eriscaldato per circa 30 minuti fino ad ottenere “blocchi” di carbonio. Il team ha anche trasformato altri tipi di oli rinnovabili e persino alcuni rifiuti, come quelli rimasti nel barbecue o da cucina, in film di grafene. “Ora possiamo riciclare gli oli usati, che altrimenti sarebbero stati scartati, e trasformarli in qualcosa di utile”, ha aggiunto Seo.

 

Nei test di laboratorio un filtro di 4 cm2 ha purificato un litro di acqua di mare al giorno tramite distillazione a membrana (processo guidato dal gradiente di pressione del vapore attraverso una membrana porosa e idrofoba). Il team intende ora produrre fogli di format A4 per aumentare di 100 volte la resa. “Tutto ciò che serve è il calore, il nostro grafene, un filtro a membrana e una piccola pompa per l’acqua, speriamo di iniziare le prove sul campo in una comunità in via di sviluppo l’anno prossimo”.

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3 Commenti

  1. Tutto molto bello ma, quando i filtri in grafene saranno disponibili sul mercato? sono anni che se ne parla ma, nella realtà, non esistono.

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