Necessario triplicare gli investimenti sulla tutela della natura

Secondo il rapporto ‘State of finance for nature’ gli investimenti di tutela della natura dovranno quadruplicare entro il 2050. WWF: “Sappiamo che stiamo perdendo la natura più velocemente di quanto possa ripristinarsi senza un’azione urgente è inevitabile che si arrivi a un danno significativo per le persone e per il Pianeta”

investimenti sulla tutela della natura
Foto di homecare119 da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – E’ necessario triplicare gli investimenti sulla tutela della natura entro il 2030, in modo da poter affrontare e vincere le sfide legate alla lotta ai cambiamenti climatici e al degrado del suolo. Questo quanto emerge dal rapporto ‘State of finance for nature‘ così come riferito dal Wwf, che fa presente come questo sia possibile se le misure di stimolo economico anti Covid-19 saranno “più sostenibili e punteranno sul riutilizzo dei sussidi dannosi” verso “l’agricoltura e i combustibili fossili” con la creazione di “altri incentivi economici e normativi”.

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In base alle indicazioni, infatti, la natura rappresenta soltanto “il 2,5% della spesa prevista per la crescita economica”. Inoltre, secondo il rapporto – di cui sono autori l’UN environment programme (Unep), il World economic forum e l’Economics of land degradation – gli investimenti di tutela della natura dovranno quadruplicare entro il 2050 rispetto agli investimenti attuali che ammontano a 133 miliardi di dollari.

Tre i punti cardine messi in evidenza dal rapporto. Primo: nessuna differenza netta tra le attività convenzionali di conservazione della natura e quelle intenzionalmente incentrate sull’affrontare i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare, la sicurezza idrica. Questo perché viene ritenuto fondamentale collegare tutte e tre le grandi sfide del nostro tempo: clima, perdita di biodiversità, lotta alle diseguaglianze sociali. Secondo: il ruolo del settore pubblico, dal momento che i governi hanno la responsabilità di allineare la spesa lasciando da parte le attività dannose per l’ambiente, tipo i sussidi ai combustibili fossili, indirizzando così anche l’orientamento dei privati. Terzo: il monitoraggio e la rendicontazione degli investimenti. 

“Sappiamo che stiamo perdendo la natura più velocemente di quanto possa ripristinarsi – osserva Vanessa Perez-Cirera, Global deputy lead climate & energy del Wwf – senza un’azione urgente, compresi sufficienti finanziamenti, è inevitabile che si arrivi a un danno significativo per le persone e per il Pianeta. I finanziamenti per soluzioni basate sulla natura non devono andare a scapito di altre priorità in materia di clima, sviluppo e conservazione, né deviare gli attuali finanziamenti per il clima”.

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