Un’altra estate bollente per i ghiacciai alpini

L’associazione ambientalista torna a monitorare lo stato di salute dei ghiacciai delle nostre Alpi (e il Calderone sul Gran Sasso). Viaggio in 13 tappe per studiare gli impatti sull’ecosistema montano e sulla disponibilità di acqua

Ghiacciai alpini: perso il 50% della superficie in 100 anni
Il ghiacciaio dell’Adamello. Di Denis Faustinelli, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49492099

Dal 23 agosto al 13 settembre la 2° edizione della Carovana dei ghiacciai alpini di Legambiente

(Rinnovabili.it) – Il cammino verso la COP26 di Glasgow passa dai ghiacciai alpini, potente cartina tornasole della crisi climatica in atto. A monitorare lo stato di salute del ghiaccio perenne in alta quota ci pensa Legambiente con la seconda edizione della Carovana dei Ghiacciai, al via oggi 23 agosto. Iniziativa inserita nella piattaforma All4Climate – Italy che raccoglie le attività svolte con un occhio rivolto alla cruciale conferenza sul clima del prossimo novembre.

Fino al 13 settembre la campagna itinerante sponsorizzata da Sammontana e FRoSTA percorrerà in 14 tappe tutto l’arco alpino, dai ghiacciai alpini dell’Adamello tra Lombardia e Trentino al ghiacciaio del Canin in Friuli, con una puntata molto più a sud, nel cuore del parco del Gran Sasso dove si trova il ghiacciaio del Calderone, tra i più meridionali d’Europa.

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L’ultimo rapporto globale sul clima dell’IPCC, pubblicato il 9 agosto, spiega che i ghiacciai sono in ritirata in tutto il mondo ad un ritmo che non ha precedenti negli ultimi 2000 anni. Entro metà secolo, secondo alcuni studi scientifici sulla realtà italiana, spariranno tutti quelli al di sotto dei 3500 metri. E per il 2100 la stessa sorte potrebbe toccare anche a quelli che rimarranno. Un’evoluzione da monitorare da vicino.

Nel corso di ogni tappa, Legambiente insieme al Comitato Glaciologico Italiano realizzerà dei monitoraggi scientifici per osservare le variazioni storiche dei ghiacciai e per monitorare le trasformazioni glaciali, seguendo il modello delle Campagne glaciologiche che il CGI realizza annualmente dal 1911. Attenzione anche agli effetti che il disgelo provoca più a valle e sugli ecosistemi alpini nel loro complesso, in particolare per il deflusso delle acque e il loro stoccaggio.

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Nell’ultimo secolo i ghiacciai alpini hanno perso il 50% della loro area. Di questo 50%, il 70% è sparito negli ultimi 30 anni. Il rapporto seguito alla prima edizione della Carovana dei Ghiacciai metteva in cima alla lista dei “moribondi” il ghiacciaio della Marmolada che potrebbe avere soltanto 15-20 anni di vita. Ma la ritirata dei fronti glaciali è trasversale, così come la perdita di spessore. Secondo i dati del Comitato glaciologico italiano, ad esempio, negli ultimi 150 anni i ghiacciai delle Alpi Giulie hanno visto ridursi il proprio volume del 96% e la propria area dell’82%.

Dati che saranno aggiornati. E che devono servire da base solida per elaborare delle strategie adeguate. Un’azione che lo stesso IPCC, nel suo ultimo rapporto, definisce urgente specialmente nel caso delle Alpi. Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna, chiede che “vengano messe in campo misure e politiche ambiziose così come su quelle della mitigazione sul clima per arrivare a emissioni nette pari a zero al 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi”.

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