Le trivelle tornano in Emilia a tre anni dal terremoto

La Giunta regionale ha deciso di riaprire i confini alle trivelle, nonostante non sia stato escluso il contributo delle perforazioni al devastante sisma del 2012

Le trivelle tornano in Emilia a tre anni dal terremoto 1

 

(Rinnovabili.it) – Le trivelle tornano a fare capolino ai confini dell’Emilia Romagna. Dopo poco più di un anno dallo stop deciso dall’allora presidente, Vasco Errani, la Regione torna a dare il via libera alle perforazioni, sospese dopo il terremoto del maggio 2012 e i risultati incerti della commissione Ichese sulle connessioni tra sisma e attività di esplorazione. Esso aveva escluso «la maggior parte delle attività di produzione e stoccaggio di idrocarburi e di sfruttamento di risorse geotermiche della zona» da responsabilità dirette, ma aveva evidenziato che non era «esclusa, ma neanche provata, la possibilità che le attività di estrazione e reiniezione in essere presso il campo di Cavone abbiano contribuito a innescare l’attività sismica del 2012 in Emilia».

 

La Regione ha però revocato la sospensione con una decisione della Giunta Bonaccini. Per indorare la pillola, è stata siglata un’intesa con il Ministero dello Sviluppo economico, che promette di monitorare più strettamente le nuove trivellazioni e quelle già iniziate. La delibera di Giunta regionale serve a sbloccare le procedure congelate dal 2014 a oggi, aprendo la porta alla presentazione di nuovi progetti di ricerca per la valutazione di impatto ambientale. Allo stesso tempo, il provvedimento rifiuta il progetto del deposito di gas di Rivara. Il testo conferma «la non fattibilità del progetto di stoccaggio nel sito e, in generale, dell’utilizzo dell’acquifero profondo di Rivara per qualsiasi finalità di stoccaggio».

 

Le trivelle tornano in Emilia a tre anni dal terremoto -

 

L’Emilia è il territorio più perforato d’Italia, con 1.716 dei 5.478 pozzi su terra aperti nel nostro Paese. A distanza seguono la Lombardia, con 694, e la Sicilia, con 664. Nel mare emiliano, tuttavia, sono stati bucati altri 1.034 pozzi di petrolio, una fetta enorme dei 1.774 totali (gas compreso). È la normalità, ormai, per i turisti delle spiagge più note, osservare all’orizzonte la silhouette di una gran parte delle cento piattaforme offshore. Il Movimento 5 Stelle parla di «decisione irresponsabile», in totale disprezzo del principio di precauzione.

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9 Commenti

  1. Raccontata così è una storia molto parziale. Mancano alcuni passaggi fondamentali che hanno portato a quanto deliberato oggi dalla Giunta Regionale. Manca:
    – la storia del LabCavone e i monitoraggi effettuati, le verifiche e i controlli,
    – le presentazioni dei dati al pubblico,
    – il coinvolgimento di Regione, Ministero e società operatrice in queste attività,
    – il rapporto finale che dice che “non esiste alcuna ragione fisica” che possa portare ad ipotizzare una qualche sismicità indotta o innescata dall’estrazione e re-iniezione di fluidi dal giacimento Cavone,
    – la sua validazione da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
    – le linee guida per il monitoraggio sismico e delle deformazioni del suolo emesse dal Ministero.
    Penso che una corretta opinione possa essere sviluppata solo conoscendo tutti i fatti e non solo alcuni. Solo allora si potrà decidere se questo è un settore di ricerca scientifica e industriale che il nostro Paese vuole continuare a perseguire oppure no. Altrimenti il rischio di cadere nella demagogia, nel parere precostituito è molto elevato, così come elevato è il rischio di generare confusione e demonizzare un intero settore della ricerca scientifica e industriale. Ne va dello sviluppo e del futuro del nostro Paese.
    Non possiamo permetterci che un avvocato, con tutto il dovuto rispetto per la categoria professionale, collaudi un viadotto come ahimè le cronache recenti ci raccontano e poi stupirci se il viadotto crolla. I 5S parlano di decisione irresponsabile e invocano il principio di precauzione? Beh, chi fra i 5S conosce il mestiere e conosce cosa è stato fatto? Erano i 5S che chiesero una commissione d’inchiesta, così come erano i 5S che parlavano di chip sotto pelle o di scie chimiche…

  2. Grazie per il contributo all’approfondimento. Mi sentirei di escludere la parzialità che ci attribuisce, per il semplice fatto che nel virgolettato si citano passaggi della relazione stessa.
    Sul futuro del nostro Paese possiamo avere opinioni diverse, chi vede l’industria fossile saldamente al timone dell’avanzamento tecnologico, chi invece studia e crede siano possibili strade diverse, meno impattanti sulle comunità locali e meno rischiose per il cambiamento climatico e l’ecosistema.
    Punti di vista.

  3. Invece caro redattore la parzialità, o la mancanza di completezza, è evidente. La Relazione che lei cita è stata superata da un documento successivo che scagiona il giacimento di Cavone. Scagiona oltre ogni dubbio. E, dicono i geologi, non poteva essere altrimenti. Ma chissà come mai tutti si dimenticano di controllare il documento finale e citano solo la relazione iniziale. Miracoli della Green economy. Saluti

  4. Caro redattore, la,sua parzialità o meno dovrebbe giudicarla e misurarla chi legge e non chi scrive. Ribadisco quanto detto, ovvero che nel suo articolo lei no cita una serie numerosa di passaggi tecnico-scientifici e istituzionali che ha permesso di rispondere a quanto scritto nel rapporto Ichese, l’unico che lei cita, rendendolo quindi ampiamente superato.
    Se posso permettermi un commento da tecnico del sottosuolo, tutta questa storia della relazione fra estrazione e re-iniezione di fluidi dal sottosuolo e evento sismico del 2012 è stata solamente una bufala, al pari delle scie chimiche e dei chip sottopelle. Noi tecnici lo sapevamo da sempre, lo abbiamo gridato in tutte le sedi, ma la politica, quella pilatesca di Errani e quella complottista dei 5S e di vario ambientalismo integralista ha preferito cavalcare l’onda. A discapito del Paese intero…

  5. C’è sempre un documento successivo in questo paese che magicamente rimette le cose a posto. Ci sarebbe stato magari anche per la Tirreno Power se non fossero uscite le intercettazioni.
    E poi, suvvia, anche i tecnici hanno ideologia politica, che non posso fare a meno di notare in queste vostre parole. Non per niente, basta farsi un giro on line per capire da che parrocchia vien la predica.

  6. Caro Redattore, scrivendo questo commento dimostra tutta la sua, di ideologia (tra l’altro non ho il piacere di conoscere il suo nome, mi scusi, e quindi non posso verificare il suo pulpito).
    La moratoria della Regione e il Rapporto Ichese dovevano proprio arrivare ad uno studio approfondito del fenomeno e al “documento successivo”. Dopo questo “documento successivo” si sarebbe deciso cosa fare, come avvenuto proprio in questi giorni. Si dà il caso che il “documento successivo” è l’unico da considerare perchè arriva dopo mesi di studi in loco sul giacimento di Cavone. Le ricordo anche che la Commissione Ichese nacque dopo i sospetti che il terremoto fosse stato scagionato da uno stoccaggio gas che era solo sulla carta, inesistente. Questa come la chiamerebbe lei, scienza? Quindi abbia la compiacenza di approfondire tutto quello che è accaduto prima di emettere sentenze sommarie. Saluti.

  7. Quindi per concludere, il sottotitolo “La Giunta regionale ha deciso di riaprire i confini alle trivelle, nonostante non sia stato escluso il contributo delle perforazioni al devastante sisma del 2012” è del tutto fuorviante in seguito alla chiusura del procedimento di cui scrive, perchè il terremoto del maggio 2012 non è affatto stato causato dal giacimento Cavone nè (ovviamente, spero) da uno stoccaggio gas inesistente. Lo afferma il rapporto finale emesso dopo lo studio avviato dalla commissione Ichese, come era stato stabilito.

    Qui trova tutte le informazioni per i prossimi articoli a riguardo: http://labcavone.it/
    Grazie per l’attenzione.

  8. Caro sig. Redattore (ma Redattore è il nome o il cognome?) potrebbe dirmi quali sono le sue competenze tecnico-scientifiche e/o le fonti tecnico-scientifiche che ha utilizzato per decidere che tutto ciò che è avvenuto dopo il Rapporto Ichese non è degno neanche di essere menzionato? Non c’entra nulla la parrocchia alla quale lei o io apparteniamo, c’entra l’informazione, quella sana e onesta.

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