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Trattare le acque reflue con minerali alcalini favorisce il sequestro oceanico di CO2

Lo studio dell'Università dello Shandong svela il potenziale del trattamento delle acque reflue sulle capacità di stoccaggio del carbonio attraverso l'aumento dei livelli dell'alcalinità oceanica

Trattare le acque reflue con minerali alcalini favorisce il sequestro oceanico di CO2

di Erminia Voccia

Come promuovere l’assorbimento oceanico di anidride carbonica atmosferica 

Aumentare l’alcalinità delle acque reflue attraverso il trattamento con minerali alcalini, prima dello scarico in mare, potrebbe accrescere in maniera rilevante la capacità di rimozione e stoccaggio di CO2 degli oceani. A sostenerlo è un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università dello Shandong e pubblicato su Science Advances.

I risultati della ricerca dimostrano che gli impianti di acque reflue sarebbero in grado di giocare un ruolo significativo nel processo del sequestro del carbonio, potenziando i livelli di alcalinità dell’oceano e contribuendo così a un duplice obiettivo: mitigare gli effetti del surriscaldamento globale e migliorare la qualità delle acque.

I risultati della ricerca sulle acque reflue

In base alle stime dei ricercatori, il trattamento delle acque reflue nelle zone costiere potrebbe consentire di sequestrare dall’atmosfera fino a 18,8 teragrammi di CO2 a livello globale. Le tre maggiori economie mondiali, Stati Uniti, Cina e Unione Europea, rappresentano da sole più della metà del potenziale globale stimato del sequestro di carbonio.

Il potenziale globale della rimozione di carbonio attraverso l’aumento di alcalinità delle acque di scarico

La tecnica nota come miglioramento dell’alcalinità oceanica (OAE) prevede il trattamento delle acque reflue con minerali alcalini prima dello scarico in mare, abbassando i livelli di acidità del mare, pericolosi per gli ecosistemi marini, e riducendo la CO2 presente in superficie. Aumentare i livelli di alcalinità negli impianti di acque reflue, spiegano i ricercatori, migliora la capacità di assorbimento di CO2 nelle zone costiere e contribuisce ad abbassare i livelli di acidità derivanti dallo sversamento in mare di acque non trattate.

Fino a questo momento, c’era una conoscenza abbastanza limitata di quanto l’alcalinità potesse contribuire alla stabilità di cattura e rimozione di anidride carbonica. Lo studio ha tuttavia dimostrato che aggiungendo olivina, silicato di magnesio e ferro, alle acque di scarico in un contesto di laboratorio, l’alcalinità totale è aumentata di 10 millimoli per chilogrammo. L’aggiunta di olivina ha sensibilmente aumentato l’alcalinità delle acque reflue favorendo quindi la cattura di CO2, facilitando inoltre la rimozione di fosfati. Inoltre, la velocità di alcalinizzazione attraverso la dissoluzione di olivina nelle acque di scarico trattate aerobicamente è stata di quasi 20 e mezzo superiore alla dissoluzione di minerali alcalini nell’acqua di mare.