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28 città degli Stati Uniti stanno sprofondando: Houston si abbassa di 10 mm l’anno

Inondazioni, edifici soggetti a crollo e infrastrutture a rischio, sono gravi e pericolose le conseguenze del fenomeno dello sprofondamento che sta interessando molte grandi città USA

28 città degli Stati Uniti stanno sprofondando: Houston si abbassa di 5 millimetri l’anno
credits: Ohenhen, L.O., Zhai, G., Lucy, J. et al. Land subsidence risk to infrastructure in US metropolises. Nat Cities (2025). https://doi.org/10.1038/s44284-025-00240-y, CC BY-NC-ND 4.0

Le grandi città degli Stati Uniti stanno sprofondando. Il terreno sul quale vivono centinaia di migliaia di cittadini si abbassa, lentamente ma inesorabilmente, esponendo le metropoli a sempre maggiore rischio di inondazione e danni meno visibili, ma altrettanto pericolosi per edifici ed infrastrutture. 

Da New York a Denver, la mappa della Subsidenza

Il cedimento del terreno prende il nome di subsidenza. Non è la prima volta che si parla di questo fenomeno, ma solo con la recente ricerca guidata dalla Columbia Climate School, è stato possibile tracciare una vera e propria mappa delle città degli Stati Uniti che stanno sprofondando. 

Lo studio ha esaminato le mappe satellitari di tutte le città USA con popolazione superiore ai 600.000 abitanti, rilevando i movimenti verticali del terreno con una precisione millimetrica grazie ad una griglia di soli 28 metri quadrati. Gli autori hanno scoperto che in 25 delle 28 città, due terzi o più della loro superficie (65%) sta sprofondando. Ma il fenomeno riguarda tutte le realtà sia quelle costiere che quelle dell’entroterra, nelle quali circa il 20% dell’area urbana è sprofondata in soli 5 anni (2015-2020).

Un problema che colpisce circa 34 milioni di persone, circa il 12% della popolazione totale degli Stati Uniti.  Il ritmo al quale sprofondano le città è spaventoso: tra i 2 ed i 10 millimetri l’anno. La città con il record di subsidenza in negativo è Houston dove alcune aree urbane hanno raggiunto addirittura 1 centimetro di sprofondamento in un anno. New York, Chicago, Los Angeles, Phoenix, Philadelphia, San Antonio e Dallas, che ospitano circa il 60% della popolazione USA, sono tra le metropoli a rischio.

Al dramma si aggiunge un ulteriore problema, le città non sprofondano in modo uniforme. Alcune aree sembrano abbassarsi ad un ritmo più veloce, mentre altre zone si sollevano. 

Le conseguenze disastrose della subsidenza

Come sottolineano i ricercatori il problema della subsidenza delle città USA potrebbe avere effetti disastrosi. 

“Con la continua crescita delle città, vedremo sempre più città espandersi in regioni soggette a subsidenza”, ha affermato l’autore principale Leonard Ohenhen, ricercatore post-dottorato presso il  Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia Climate School . “Nel tempo, questa subsidenza può produrre sollecitazioni sulle infrastrutture che supereranno il limite di sicurezza”. 

Mentre un abbassamento uniforme potrebbe aumentare il rischio di inondazioni, nel momento in cui il terreno scende sotto la soglia critica, lo sprofondamento non uniforme mette a repentaglio infrastrutture ed edifici. Danni di questo tipo possono compromettere la stabilità delle strutture, rendendole evidenti solo troppo tardi quando ormai il danno è irreparabile. 

“A differenza dei rischi di subsidenza legati alle inondazioni, in cui i rischi si manifestano solo quando alti tassi di subsidenza abbassano l’elevazione del terreno al di sotto di una soglia critica, i danni alle infrastrutture indotti dalla subsidenza possono verificarsi anche con piccole variazioni nel movimento del terreno”, scrivono gli autori.

Urbanizzazione e climate change dietro lo sprofondamento 

Le cause sono diverse. Certamente al primo posto troviamo l’intensa attività estrattiva delle acque sotterranee per usi umani, responsabile dell’80% degli sprofondamenti. A questo si aggiunge il problema della siccità indotta dal climate change, oltre al peso della calotta glaciale che, fino a 20.000 anni fa occupava gran parte del Nord America, facendo sì che il terreno lungo i suoi bordi si sollevasse. Oggi, nonostante il ghiaccio sia scomparso da tempo, città come  New York, Indianapolis, Nashville, Filadelfia, Denver, Chicago e Portland, continuano a cedere a una velocità da 1 a 3 millimetri all’anno.

Anche l’urbanizzazione gioca il suo ruolo a causa del peso degli edifici come confermato da uno studio del 2023 sulla città di New York

Secondo i ricercatori per mitigare questo problema, le città Usa che stanno sprofondando dovrebbero investire nella gestione ottimizzata dell’acqua di falda per ridurre i prelievi, migliorare la pianificazione delle infrastrutture integrando i movimenti del terreno nei codici edilizi e limitando le nuove costruzioni nelle aree più a rischio, potenziare i sistemi di drenaggio e le infrastrutture verdi come le zone umide artificiali per assorbire le acque alluvionali e ridurre le inondazioni.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Cities.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.