Il primato negativo spetta alla provincia di Reggio Calabria, dove ha bruciato un'area di 10,3 km2. La provincia costituisce da sola il 41% del totale forestale bruciato in Calabria e il 10% del totale nazionale.

di Erminia Voccia
Gli incendi boschivi nel 2024 in Italia hanno riguardato una superficie meno estesa rispetto ai 5 anni precedenti ma hanno danneggiato comunque 16 regioni su 20. Il 31% degli ecosistemi forestali percorsi da incendio nel 2024 rientra tra le aree protette. I roghi sono avvenuti in gran parte tra i primi di luglio e la prima metà del mese di agosto.
Gli incendi boschivi nel 2024 in Italia
L’anno scorso nel nostro Paese ha bruciato una superficie complessiva di 514 km2 (un’area pari a quasi la metà dell’estensione del comune di Roma Capitale). Di questi, il 20% (quasi 103 km2, ossia una superficie quasi paragonabile all’estensione del Lago di Bolsena) erano ecosistemi forestali. Il 46% dei boschi bruciati era composto da latifoglie sempreverdi, come leccete e macchia mediterranea, il 37% da boschi di latifoglie decidue (piante che perdono le foglie nella stagione fredda e le ritrovano in primavera) e il 14% da boschi a conifere.
L’estensione totale delle aree interessate da incendi boschivi nel 2024 è pari a quasi 2/3 del valore medio calcolato nel periodo 2018-2023. La superficie di boschi andata perduta complessivamente in Italia nel 2024 risulta quindi superiore solo a quanto bruciato nel 2018 e nel 2019, ma è decisamente più contenuta rispetto a tutti gli anni compresi tra il 2020 ed il 2023. È questa la situazione generale fotografata dall’attività dell’ISPRA, utile a favorire l’elaborazione delle politiche per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi terrestri. I numeri di ISPRA sono notevolmente inferiori rispetto al 2023, sia per la superficie totale bruciata, ossia meno 52%, sia per la superficie forestale bruciata, ossia meno 34%.
Le regioni più colpite nel 2024
Nel 2024, ancora secondo i dati ISPRA, l’estensione degli incendi è stata significativamente inferiore in Sicilia ma è rimasta stabile o è aumentata nelle altre regioni meridionali, in quelle settentrionali e in Sardegna. I roghi hanno colpito meno le regioni del Centro. In generale, purtroppo, l’anno scorso gli incendi boschivi hanno riguardato 16 regioni su 20.
Sicilia, Calabria e Sardegna hanno rappresentato più del 66% del bilancio complessivo di superficie forestale italiana colpita da incendi boschivi. Valle D’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono state le regioni meno battute dai roghi. Le uniche province dell’Italia centrale colpite da incendi forestali nel 2024 sono state Latina, Frosinone, Roma, Viterbo e Perugia. L’unica provincia del nord è stata Udine.
Il primato negativo spetta alla provincia di Reggio Calabria, dove nel 2024 ha bruciato un’area di 10,3 km2. La provincia costituisce da sola il 41% del totale forestale bruciato in Calabria e il 10% del totale nazionale. La situazione è stata critica anche nelle province di Cosenza e Nuoro, dove hanno bruciato rispettivamente il 9,4 km2 e l’8 km2 di superficie boschiva. In Sardegna le aree percorse da incendio sono state 5 524 ettari, una superficie pari alla metà di quella della Calabria e quasi uguale a quelle della Campania e del Lazio.
Leggi anche: Corte dei conti Ue: le inefficienze europee nella lotta agli incendi boschivi
I primi dati relativi al 2025
Dal 1° gennaio al 9 giugno 2025, sempre secondo i monitoraggi ISPRA, la superficie complessiva colpita da incendi boschivi si attesta a 34 km2 (vale a dire un’area pari a poco meno la superficie del Parco Nazionale delle Cinque Terre). Di questi, quasi 10 km2 erano boschi e foreste. Anche quest’anno, almeno per il momento, quasi il 70% delle aree forestali interessate da incendi si trova in Calabria. La seconda regione più colpita risulta, però, il Trentino Alto-Adige.

La campagna Foresta Italia per la riforestazione urbana e montana
La campagna nazionale di Foresta Italia insieme a Rete Clima, ente tecnico esperto nello sviluppo di progetti ESG (Environmental, Social, and Governance) per le aziende, in collaborazione con Coldiretti Nazionale e PEFC Italia, in 3 anni ha ottenuto risultati notevoli. Il bilancio è: oltre 132.000 piante messe a dimora su un territorio di 20 Regioni italiane, con circa 150 cantieri forestali.
I progetti comprendono le attività di forestazione urbana ed extraurbana, riforestazione, sostegno alla gestione forestale sostenibile, cura forestale e miglioramenti degli ecosistemi a vantaggio della biodiversità. La campagna è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Transizione Energetica, dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e dal corpo dei Carabinieri forestali. È anche un esempio di collaborazione tra mondo pubblico, mondo privato e soggetti e non-profit diretto a proteggere il patrimonio forestale italiano.
Rete Clima ha anche perfezionato il proprio Programma Climate Plus, pensato per superare il tradizionale approccio alla decarbonizzazione delle aziende e per generare un plus ecosistemico, ambientale e climatico. Oggi il Programma prevede l’introduzione del supporto tecnico alle aziende per la definizione e l’attuazione della propria Nature Positive Strategy con soluzioni che siano misurabili e profondamente radicate nei contesti locali.
“Foresta Italia è il risultato di un impegno concreto che si basa su una solida filiera agro-forestale nazionale con i vivai forestali del mondo Coldiretti: dalla selezione dei vivai e delle piante, al coinvolgimento dei territori, fino alla selezione delle aziende partner per la manutenzione. Ogni attore ricopre un ruolo decisivo per la costruzione di un futuro più sostenibile”, spiega Paolo Viganò, fondatore di Rete Clima. “Una rete che in tre anni ha ricevuto la fiducia di quasi 120 aziende finanziatrici. Grazie a queste azioni, la campagna supporta concretamente le aziende a raggiungere gli SDGs (Sustainable Development Goals 2030) definiti dalle Nazioni Unite come obiettivi globali entro il 2030, declinati in concreti progetti ESG”.