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Crollo del ghiacciaio in Svizzera, Alpi e Pirenei si riscaldano più del doppio rispetto al resto del mondo

Il crollo del ghiacciaio Birch ha riacceso l'attenzione sul preoccupante aumento delle temperature del permafrost alpino.

Crollo del ghiacciaio in Svizzera, Alpi e Pirenei si riscaldano più del doppio rispetto al resto del mondo

di Erminia Voccia

Il ruolo del riscaldamento globale nel crollo del ghiacciaio Birch

Il crollo di un ghiacciaio in Svizzera ha seppellito un intero villaggio alpino. Mercoledì 28 maggio un’enorme massa di ghiaccio e roccia e fango si è riversata sul versante di una montagna cancellando quasi del tutto il pittoresco villaggio svizzero di Blatten. Il deterioramento di una parte del ghiacciaio Birch, nella valle del Lötschental, è avvenuto dopo che alcune sezioni della montagna retrostante hanno iniziato a staccarsi, trascinando con loro gran parte della massa di ghiaccio.

Il villaggio di 300 abitanti era stato evacuato più di una settimana fa ma nella mattinata di giovedì un uomo di 64 anni risulta ancora disperso. Per ritrovarlo le autorità svizzere hanno mobilitato anche l’unità di soccorso dell’esercito. La colata di detriti è riuscita a scavare uno squarcio nel fianco boscoso della montagna, spogliando gli alberi e riversandosi a valle. Ora l’acqua si sta accumulando sulla massa di roccia e terra sottostante. I geologi avevano già avvertito del rischio che i detriti potessero bloccare il corso di un fiume vicino, causando possibili inondazioni.

Il commento di Legambiente al crollo del ghiacciaio in Svizzera

Il crollo del ghiacciaio Birch, avvenuto ieri sopra il villaggio alpino di Blatten (Lötschen), nel Canton Vallese, – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambienterappresenta un campanello d’allarme per tutti i territori alpini e richiama con forza l’urgenza di rafforzare le politiche di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica nelle aree montane, ma anche nei territori a valle. Per contrastare una crisi climatica, che corre veloce e che non conosce confini, servono azioni urgenti e immediate e una governance europea dei ghiacciai con una maggiore cooperazione internazionale tra ricercatori, società civile e istituzioni insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione, da affiancare ai preziosi monitoraggi in quota. Questi monitoraggi nel caso del ghiacciaio Birch hanno permesso di prendere misure precauzionali evacuando la popolazione locale e il bestiame già il 19 maggio“.

Legambiente avverte che, secondo gli ultimi studi scientifici, l’Europa Centrale, in particolare Alpi e Pirenei, si stanno riscaldando a una velocità circa doppia rispetto al resto del mondo. Frane, alluvioni e colate detritiche sono sempre più frequenti, mettendo a rischio popolazione, infrastrutture e biodiversità. Bisogna intervenire al più presto, lo ha ribadito anche l’Onu nell’anno internazionale dei ghiacciai.  

I giganti bianchi stanno soffrendo

I giganti bianchi sono in difficoltà. Tra questi c’è l’Adamello, dove nel 2024 è stata registrata una perdita di spessore nel settore frontale pari a 3 metri. Gli effetti della fusione arrivano fino a 3100 metri di quota. Si allargano anche i collassi circolari a causa della contrazione della massa glaciale. Anche il ghiacciaio del Careser (Gruppo Ortles—Cevedale) soffre, con 190 centimetri in media di perdita di spessore. In Alto Adige i Ghiacciai della Vedretta Lunga (Val Martello) e della Vedretta di Ries (Valle Aurina) hanno registrato invece una perdita di spessore tra il metro e mezzo e i due metri. Ad allarmare è anche l’aumento degli eventi meteo estremi in quota: 146 nello scorso anno. Solo 202 hanno riguardato l’arco alpino da gennaio a dicembre 2024.  

L’aumento delle temperature del permafrost alpino

Il crollo del ghiacciaio Birch ha riacceso l’attenzione sul preoccupante aumento delle temperature del permafrost alpino. Christian Huggel, professore di ambiente e climatologia all’Università di Zurigo, ha ricordato che a Blatten il permafrost era stato interessato da un aumento delle temperature. Lì, però, ha spiegato ancora il professore, sarebbero in gioco diversi altri fattori.

Il permafrost montano rappresenta il 30% della superficie globale del permafrost ed è sensibile agli effetti dei cambiamenti climatici. Questi effetti si riflettono sugli ecosistemi e sulle comunità montane. Purtroppo, il permafrost delle montagne europee si sta riscaldando più di un grado centigrado per decennio, come aveva rivelato uno studio pubblicato su Nature a dicembre 2024.

Leggi QUI lo studio pubblicato su Nature

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