Il verde urbano ha un effetto benefico sulla salute delle persone, al punto di ridurne la mortalità. È il risultato di uno studio sulla situazione delle aree urbane in tutto il mondo nell’arco di 20 anni. Affermazioni tanto più importanti se consideriamo che il caldo eccessivo non è un fenomeno isolato, ma rientra in una tendenza globale

Riscaldamento globale e impatto sulla salute umana
Dove c’è più verde urbano si vive meglio e ci si ammala meno. Se nelle città europee si fosse potenziata la vegetazione urbana del 30%, probabilmente ci sarebbero stati quasi 400mila decessi in meno in 20 anni. Ma il discorso è globale, gli alberi sono un salvavita in ogni parte del mondo.
È noto che gli alberi svolgono una funzione di raffrescamento nei centri urbani, tanto più importante se osserviamo l’aumento costante delle temperature dovuto agli effetti del cambiamento climatico.
2024, l’anno più caldo di sempre
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato sia in Italia sia a livello globale. È stato il primo anno a raggiungere una temperatura media annua globale di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
Purtroppo non si tratta di un record isolato, bensì rientra in una tendenza preoccupante: gli anni dal 2015 al 2024 sono stati i più caldi dal 1880, ovvero da quando si monitorano le temperature raccogliendo una serie di dati che rendono attendibili e coerenti i risultati delle misurazioni.
Il riscaldamento dell’Europa, tra l’altro, viaggia a una velocità doppia rispetto alla media mondiale: condizione che ne fa il continente a riscaldamento più rapido della Terra.
L’esposizione al calore è quindi una minaccia per la salute pubblica, e l’aumento del verde rientra fra le strategie di mitigazione, grazie al suo effetto di raffreddamento e alla capacità di modificare l’associazione calore-mortalità.
Studio sugli effetti del verde urbano in venti anni
Lo studio internazionale Estimating the urban heat-related mortality burden due to greenness: a global modelling study, coordinato dalla Monash University (Australia) e pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, conferma l’effetto benefico del verde sulla salute delle persone.
Sulla base di una modellazione a base ventennale sull’impatto dell’aumento del verde in più di 11.534 aree urbane, gli studiosi sono giunti alla conclusione che in tutto il mondo si sarebbero risparmiate 1,16 milioni di vite dal 2000 al 2019 solo aumentando il verde urbano del 30%.
Tra il 2000 e il 2019 i decessi legati al calore sono stati 500mila, pari allo 0,91% della mortalità globale. Lo studio stima che, con l’aumento delle temperature, i decessi saranno +2,5% nel nord Europa e +16,7% nel sud-est asiatico nel periodo 2090-2099.
Lo studio della Monash University si è basato su tre diversi livelli di aumento del verde nelle città: 10%, 20% e 30%. La riduzione della temperatura nella stagione calda per la popolazione globale sarebbe rispettivamente di 0,08°C, 0,14°C e 0,19°C.
L’effetto sarebbe una diminuzione dei decessi rispettivamente di 0,86, 1,02 e 1,16 milioni che rappresentano il 27,16%, il 32,22% e il 36,66% di tutti i decessi legati al calore nel periodo 2000-2019.
Aumento del verde urbano e riduzione della mortalità
La ricerca, ovviamente, ha considerato anche una serie di fattori che influenzano l’impatto del verde urbano sulla salute come il clima, il tipo di vegetazione, le condizioni socio-economiche e le caratteristiche demografiche.
Mettendo insieme tutti questi fattori sembra che le aree che avrebbero una maggiore riduzione della mortalità legata al calore sarebbero le aree urbane dell’Asia meridionale, dell’Europa orientale e dell’Asia orientale.
Lo studio ha calcolato per macro aree geografiche quanti decessi in meno ci sarebbero stati con l’aumento del verde urbano:
- 396.955 decessi in meno in Europa (di cui 37.616 in Italia)
- 527.989 in Asia
- 123.085 in America Latina e Caraibi
- 69.306 in Nord America
- 35.853 in Africa
- 2.733 in Oceania.
Come agisce il verde
Come agisce concretamente il verde? L’effetto di raffreddamento avviene grazie alle superfici ombreggianti, alla deviazione delle radiazioni solari e all’evapotraspirazione che porta alla convezione dell’aria, ovvero al movimento che porta verso il basso l’aria più fredda.
Lo studio australiano è il primo a mettere in relazione calore, mortalità e verde; in precedenza i tre parametri sono stati valutati sempre singolarmente.
I dati utilizzati nella ricerca sono quelli del Multi-Country Multi-City (MCC) Collaborative Research Network. Per la misurazione del verde i ricercatori hanno usato l’Enhanced Vegetation Index, un indice di vegetazione satellitare derivato dalle immagini raccolte dalla NASA.
Il risultato più significativo è aver documentato che l’aumento del verde urbano è un fattore determinante per attenuare l’esposizione al calore e diminuirne l’impatto sulla salute umana.