Secondo il Global Methane Tracker 2025 della IEA, la concentrazione di metano nell'atmosfera è ora oltre due volte e mezzo superiore ai livelli preindustriali e sta aumentando più rapidamente di quella di tutti gli altri principali gas serra.

Pubblicato il Global Methane Tracker 2025
Il pianeta continua a “perdere gas”. Ed è un problema sia per il clima che per la sicurezza energetica. Secondo quanto riportato nel Global Methane Tracker 2025, pubblicato ieri dall’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA), le emissioni mondiali di metano (CH4) hanno imboccato una strada in rapida risalita. Al punto che oggi la concentrazione atmosferica di questo gas serra – responsabile di circa il 30% dell’aumento delle temperature globali – è oltre due volte e mezzo superiore ai livelli preindustriali.
Una crescita che viaggia veloce, superando il ritmo di tutte le altre emissioni climalteranti, e che deve i suoi nuovi livelli record soprattutto al settore energetico.

Le emissioni mondiali di metano nel 2024
Secondo l’ultimo Bilancio Globale del Metano, le emissioni annuali di CH4 dovrebbero aver raggiunto i 610 Mt a livello mondiale. Di questi, spiega la IEA, circa 145 Mt sono attribuibili alla sola attività energetica umana, la principale leva dell’aumento registrato.
Nel dettaglio, nel 2024 le attività petrolifere hanno rilasciato circa 45 Mt di metano, le operazioni legate al gas naturale quasi 35 Mt e i pozzi abbandonati circa 3 Mt. Ulteriori 2 Mt provengono dalle perdite delle apparecchiature di utilizzo finale. Il carbone ha contribuito “al budget” con oltre 40 Mt (inclusi oltre 4 Mt provenienti da miniere abbandonate), mentre altri 20 Mt provenivano dalle bioenergie (per lo più dalla combustione incompleta della biomassa).

L’influenza del metano su clima e sicurezza energetica
La quota di emissioni rappresenta un doppio problema. Da un lato prettamente climatico: il CH4 possiede un elevato potenziale di riscaldamento globale. Sebbene rimanga in atmosfera per un periodo di tempo più breve rispetto all’anidride carbonica (circa 10-12 anni contro secoli), può intrappolare un quantitativo di calore circa 80 volte maggiore.
Nel contempo influisce anche sulla qualità dell’aria, dal momento che può portare alla formazione di ozono troposferico, potente ossidante e componente chiave dello smog fotochimico. Secondo un recente studio, concentrazioni di questo inquinante oltre i limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono direttamente legate all’aumento di ricoveri per malattie cardiovascolari come infarti, insufficienze cardiache e ictus.
Tuttavia, come evidenzia il dettaglio delle fonti emissive, in gioco c’è anche una questione di sicurezza energetica. Lo scorso anno, “il settore dei combustibili fossili ha emesso circa 200 miliardi di metri cubi di metano a livello globale”, scrive la IEA. “Non tutto questo avrebbe potuto essere catturato e utilizzato come fonte energetica, ma stimiamo che l’abbattimento del metano avrebbe potuto rendere disponibili quasi 100 bcm di gas naturale”.
Come ridurre le emissioni mondiali di metano
Secondo il rapporto, circa il 70% delle emissioni mondiali di metano del settore energetico potrebbe essere evitato già con le tecnologie esistenti. E una quota significativa delle misure di abbattimento potrebbe ripagarsi entro un anno, dal momento che il gas catturato può essere rivenduto.
“Affrontare le perdite di metano e il flaring offre un doppio vantaggio: allevia la pressione sui mercati del gas in difficoltà in molte parti del mondo, migliorando la sicurezza energetica, e riduce al contempo le emissioni”, ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol. “Tuttavia, i dati più recenti indicano che l’attuazione delle misure di contrasto continua a essere al di sotto delle ambizioni. L’Agenzia sta lavorando per garantire che governi e industria dispongano degli strumenti e delle conoscenze necessari per rispettare gli impegni presi e raggiungere gli obiettivi prefissati”.
Uno dei problemi principali è la poca trasparenza del settore. Le stime dell’Agenzia internazionale dell’Energia sono infatti considerevolmente superiori ai livelli indicati nei resoconti ufficiali. Come facciamo ad essere sicuri che i dati IEA siano affidabili? Grazie agli oltre 25 satelliti in orbita, tra cui gli innovativi MethaneSAT e Tanager-1, in grado di fornire informazioni essenziali.













