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Ethical energy farm: la pianta che depura le acque reflue

Si chiama cannuccia di palude ed è una pianta che se coltivata in apposite vasche permette la naturale depurazione della acque reflue

Cooperativa Dulcamara
Cooperativa Dulcamara

 

(Rinnovabili.it) – Nella “Ethical Energy Farm” si è consapevoli che l’acqua è un bene prezioso e si cerca di sfruttarla fino all’ultima goccia, dividendo le acque reflue da quelle meteoriche, depurandole con vasche di fitodepurazione e riutilizzandole per minimizzare gli sprechi.

Una gestione sostenibile delle acque prevede la divisione delle acque bianche (meteoriche, di dilavamento o usate per il raffreddamento degli impianti), dalle grigie (utilizzate per docce lavabi, cucina ed elettrodomestici) e le nere (wc).  Le prime vengono raccolte in appositi serbatoi e destinate all’irrigazione o a usi domestici, le altre depurate in modo naturale e riutilizzate.

 

COME FUNZIONA I sistemi per il recupero delle acque meteoriche sono solitamente composti da un filtro seguito da una cisterna e un impianto di sollevamento.

Un modo naturale per recuperare le acque reflue grigie e le nere è la fitodepurazione, un sistema che riproduce il principio di auto depurazione tipico degli ambienti acquatici e delle zone umide.

Le acque reflue vengono pretrattate al fine di rimuovere le sostanze particolate e le parti più grossolane presenti nei liquami in ingresso, per evitare intasamenti dei letti filtranti. Il secondo passaggio è quello nella vasca di fitodepurazione composta da un substrato (ghiaia, sabbia…) e la vegetazione di piante macrofite acquatiche, delle quali la più utilizzata è la cannuccia di palude, che grazie a processi chimici, fisici e biologici sono capaci di restituire l’acqua depurata e utilizzabile al pari di quella meteorica.

I sistemi possono essere a flusso sommerso (le acque passano al di sotto del letto di ghiaia) o aperto (le acque sono a contatto con l’atmosfera).

 

VANTAGGI E SVANTAGGI I vantaggi sono i costi minimi di costruzione e manutenzione, l’assenza di odori e fanghi nei sistemi a flusso sommerso, la riduzione dei consumi di energia rispetto a un depuratore tradizionale, l’aspetto gradevole della vasca e l’assenza di emissioni di alcun genere in atmosfera.

Gli svantaggi sono il bisogno di una superficie maggiore rispetto a quella richiesta da un depuratore tradizionale, la necessità che tale superficie sia in piano, il tempo necessario alla crescita della vegetazione.

 

ESEMPI REALIZZATI La Cooperativa Dulcamara a Settefonti in provincia di Bologna raccoglie le acque reflue in una vasca Imhoff per la sedimentazione primaria per poi convogliarla in una vasca di fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale. Un sistema di elettropompe alimentate da un impianto fotovoltaico convoglia l’acqua ormai depurata in un laghetto insieme e quella discendente dai pluviali dei tetti per poi riutilizzarle per l’irrigazione dell’orto.

L’impianto presente alla Cooperativa Dulcamara è una vasca di fitodepurazione, impermeabilizzata con geomebrana della profondità di un metro e riempita di ghiaia, dove sono state messe a dimora rizomi di cannuccia di palude.