Un sondaggio elaborato da Pool Ambiente, consorzio di corrisassicurazione nato nel 1979 dopo il disastro di Seveso, su dati ANIA

Le imprese italiane non hanno solo un gap di assicurazione contro il rischio climatico. Appena lo 0,64% delle aziende italiane, tra microimprese, PMI e multinazionali, possiede una polizza completa per la responsabilità ambientale. Dato che fa emergere una lacuna enorme, nel tessuto economico del Belpaese, sul fronte della preparazione rispetto al rischio ambientale. La percentuale di imprese dotate di assicurazione per danni all’ambiente è sì in crescita, ma resta allo zero virgola.
Assicurazione danni all’ambiente: imprese italiane scoperte
Lo rivela un sondaggio elaborato da Pool Ambiente, consorzio di corrisassicurazione nato nel 1979 dopo il disastro di Seveso, su dati ANIA. La situazione è molto eterogenea, sia quando si guarda al dettaglio per settore economico sia quando si considera la geografia dell’assicurazione danni all’ambiente.
A livello regionale, secondo Pool Ambiente:
- Veneto (1,85%) e Friuli Venezia Giulia (1,02%) sono le uniche regioni con una diffusione di polizze superiore all’1%.
- Seguono Liguria (0,84%), Basilicata (0,78%) e Lombardia (0,74%).
- Le regioni del Centro-Nord mostrano valori superiori alla media nazionale, mentre Centro-Sud e isole presentano percentuali inferiori, con la Campania che registra il dato più basso.
Mentre a livello di settore c’è una distanza abissale tra le aziende attive nei rifiuti e nella chimica, e tutte le altre. Nel dettaglio:
Settore | % Imprese Assicurate |
Rifiuti | 21,16% |
Chimico | 11,87% |
Petrolifero | 4,19% |
Attività presso terzi | 1,05% |
Siderurgico, metalmeccanico | 0,77% |
Carta, legno, stampa | 0,64% |
Trasporti | 0,57% |
Civile, commerciale, turismo | 0,10% |
Va notato che il settore rifiuti è sì il più assicurato, ma soprattutto grazie all’obbligo regionale in Veneto. Senza questo obbligo la copertura scenderebbe al 13,61%. Mentre il settore chimico, pur essendo a rischio elevato, ha solo l’11,87% delle imprese assicurate.
Il principio “chi inquina paga” e le conseguenze della mancanza di copertura
Numeri, quelli sulla copertura assicurativa, che fanno a pugni con il livello concreto di rischio ambientale. Ogni anno in Italia si registrano tra 1.000 e 1.500 nuovi casi di contaminazione ambientale, di cui 700-1.200 causati da imprese regolari, ricorda Pool Ambiente.
Il numero totale di siti potenzialmente contaminati è molto alto, circa 41.000, mentre 12.000 sono già classificati come contaminati e 42 sono i Siti di Interesse Nazionale (SIN) che richiedono interventi complessi.
E poiché meno dell’1% delle imprese è assicurato, nel 99% dei casi non è presente una polizza che copra le spese di bonifica e ripristino ambientale. E così le imprese coinvolte devono sostenere costi spesso imponenti, che possono arrivare a milioni di euro, mettendo a rischio la loro solidità finanziaria e causando potenziali fallimenti.
Non è una eventualità remota. Dal 2006 al 2023, stima Pool Ambiente, tra 10.000 e 20.000 imprese sono fallite a causa dei costi di bonifica ambientale. Tutto questo mentre lo Stato ha stanziato circa 4,5 miliardi di euro per la bonifica di siti contaminati.