Rinnovabili • Microplastiche nei fiumi europei: l’inquinamento è “allarmante” Rinnovabili • Microplastiche nei fiumi europei: l’inquinamento è “allarmante”

L’inquinamento invisibile dei fiumi europei è a livelli “allarmanti” (anche nel Tevere)

Una serie di 14 studi scientifici pubblicati in contemporanea fa il punto sullo stato dell’inquinamento da frammenti di plastica di dimensioni microscopiche tra Tamigi, Tevere, Reno, Elba, Loira, Rodano, Senna, Ebro e Garonna

Microplastiche nei fiumi europei: l’inquinamento è “allarmante”
Campioni di microplastiche recuperati nel Tamigi. Crediti: Noëllie Pansiot Tara Ocean Foundation

I livelli di microplastiche nei fiumi europei sono “allarmanti”. Incluso il Tevere. Anche se l’inquinamento causato da questi frammenti di plastica di dimensioni microscopiche è decisamente minore di quello registrato nei corsi d’acqua più inquinati al mondo.

Lo rivela un consorzio internazionale di scienziati che ha appena pubblicato contemporaneamente 14 studi scientifici sul tema su Environmental Science and Pollution Research.

Sono i risultati della ricerca condotta nell’ambito della Tara Microplastics Mission dal 2019, che ha analizzato nove dei più importanti fiumi del continente: il Tamigi, il Tevere, il Reno, l’Elba, la Loira, il Rodano, la Senna, l’Ebro e la Garonna.

Microplastiche nei fiumi europei, i nuovi dati sull’inquinamento

Il primo dato che emerge dalle ricerche è la presenza costante e diffusa di microplastiche nei fiumi europei. Gli studi hanno evidenziato che in tutti i corsi d’acqua analizzati è presente una contaminazione da microplastiche, con una densità media pari a circa 3 particelle per metro cubo.

Questo dato è inferiore rispetto ai 40 frammenti di microplastiche per metro cubo riscontrati nei 10 fiumi più inquinati al mondo, tra cui il Gange, il Nilo e il Mekong. Ma il volume d’acqua e le dinamiche fluviali possono rendere ancor più pericolosa una dispersione così capillare, sottolineano gli autori.

C’è poi un secondo dato rilevante da considerare. Su specifici tratti, l’inquinamento da microplastiche raggiunge numeri impressionanti. Ad esempio, sul Rodano in prossimità di Valence, il flusso rapido trasporta quasi 3.000 particelle di microplastica ogni secondo. Lungo la Senna, a Parigi, dove si sono svolte le gare di nuoto delle ultime Olimpiadi, il dato si attesta intorno alle 900 particelle al secondo.

Le analisi hanno consideratodue categorie di microplastiche. Sia le grandi microplastiche (0,5 – 5 mm), ossia quelle visibili a occhio nudo che tendono a galleggiare e ad accumularsi in superficie. Sia le piccole microplastiche (0,025 – 0,5 mm), che sono fino a 1.000 volte più numerose e pesanti rispetto alle grandi, ma invisibili ad occhio nudo e diffuse per tutto il volume d’acqua. Con implicazioni gravi sul rischio di ingestione da parte di microzooplancton, pesci e, di conseguenza, diffusione lungo l’intera catena alimentare.

Da dove arrivano le microplastiche?

I ricercatori hanno riscontrato che circa ¼ delle microplastiche non deriva semplicemente dai rifiuti, ma proviene da pellicole industriali o da granuli vergini – talvolta definiti “lacrime di sirena” – utilizzati nella produzione di plastica. Inoltre, è stato individuato un batterio particolarmente virulento, capace di causare infezioni umane, aderente ad una microplastica trovata nella Loira.

Un aspetto importante, questo, soprattutto perché le microplastiche agiscono come una “spugna inquinante”. Sono in grado di aggregare sostanze chimiche tossiche (tra cui metalli pesanti, idrocarburi e pesticidi), e dunque queste particelle rappresentano una minaccia non solo per la fauna acquatica ma anche per la salute umana. La scoperta del batterio Shewanella putrefaciens, responsabile di varie infezioni umane, è il fil rouge che collega inquinamento ambientale e rischi per la salute pubblica.

Rinnovabili •

About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.