Interventi repentini hanno permesso il recupero del combustibile finito in mare. Previsto per domani il Tavolo Tecnico per l'Emergenza Taranto presso il Consiglio dei Ministri
“La situazione è sotto controllo, si tratta di un evento circoscritto e al momento non c’è rischio ambientale. Ora stiamo lavorando per limitare i danni”, ha spiegato Cosimo Battista, responsabile qualità della società incaricata del servizio anti-inquinamento nel porto di Taranto, Ecotaras Spa.
“Rimane l’ultima parte, quella più difficile – spiega il dottor Christian Iacovelli, responsabile tecnico dell’Ecotaras – Restano da pulire le carene delle due navi circondate dalla macchia di carburante. L’intervento non è facile per la particolare tipologia del prodotto da rimuovere che si presenta colloso e molto denso. Una volta tolto con particolari tecniche sarà concentrato e recuperato”.
Dopo la rimozione del carburante sarà importante il monitoraggio dello stato di salute delle acque e dei fondali per impedire che gli eventuali residui danneggino anche le coste. “L’avvenimento di Taranto rappresenta indubbiamente una nuova situazione di criticità per il Mediterraneo ancora una volta causata da un incidente occorso ad una imbarcazione di grandi dimensioni che, per errore umano o per non idonea situazione delle strutture, diventa sorgente di potenziale o concreta contaminazione delle acque e dell’intero ecosistema circostante”, afferma Emanuela Sturniolo, Operations Manager di MWH, multinazionale di ingegneria e consulenza ambientale, già responsabile della sorveglianza delle operazioni di messa in sicurezza e bonifica del relitto principale Haven, superpetroliera affondata al largo di Genova nel 1991.