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I prezzi dinamici sono più efficienti nel ridurre lo spreco alimentare della GDO

Più di tasse e divieti, abbassare i prezzi dei prodotti in scadenza è la strategia migliore per ridurre lo spreco alimentare nei supermercati

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I prezzi dinamici possono diventare lo strumento per ridurre lo spreco alimentare

(Rinnovabili.it) – Tasse sui rifiuti organici e divieti non stanno aiutando a ridurre lo spreco alimentare dei supermercati. Quantità enormi di cibo continuano a raggiungere la scadenza e finire dritte nella spazzatura. Così, uno studio della Rady School of Management dell’Università della California di San Diego ha cercato delle alternative. 

Le ha trovate in quello che si chiama “prezzo dinamico”, che potrebbe più dei divieti ridurre lo spreco alimentare generato dalla grande distribuzione organizzata. In parole povere, si tratterebbe di abbassare i prezzi dei prodotti in scadenza. Una pratica già messa in campo da alcuni punti vendita come misura antispreco. Eppure, negli Stati Uniti – ma anche dalle nostre parti – è ancora una pista poco battuta. 

Il divieto sui rifiuti organici in California, ad esempio, richiede alle aziende che generano almeno due metri cubi di rifiuti di riciclare i propri rifiuti organici mediante compostaggio o donazione. Oltre a deviare i rifiuti dalle discariche, i responsabili politici sperano che i costi di smaltimento più elevati incentivino le imprese a ridurre direttamente i rifiuti.  

I prezzi dinamici, d’altra parte, spronano i rivenditori a gettare via meno cibo a monte. Funzionano applicando un algoritmo che determina quando i punti vendita dovrebbero ridurre il prezzo dei prodotti deperibili. I calcoli avvengono in base all’inventario e alla data di scadenza. Con i prezzi dinamici, i fornitori possono modificare il prezzo del cibo più volte al giorno, mentre i prezzi statici invece valgono dal momento in cui un prodotto arriva a scaffale fino alla scadenza.

L’analisi dell’Ateneo californiano conclude che i prezzi dinamici riducono in media gli sprechi del 21%, aumentando del 3% i margini lordi delle catene. Al contrario, un divieto sui rifiuti organici, anche se accresce il costo dello smaltimento in discarica, riduce i rifiuti solo del 4% e riduce i margini lordi di circa l’1%.

L’applicazione di prezzi dinamici, tuttavia, va gestita con attenzione. Occorre evitare che producano pratiche sleali con la modifica arbitraria da parte della catena della GDO, coperta dal pretesto della riduzione degli sprechi.