Fotovoltaico sociale: Porto Torres sperimenta il reddito energetico

Il comune, d’intesa con il GSE, inaugura il progetto firmato dal M5S: un fondo che fornirà alle famiglie più disagiate un impianto fotovoltaico con cui ridurre la bolletta energetica elettrica

reddito energetico

 

 

(Rinnovabili.it) – Dal fotovoltaico di comunità al fotovoltaico sociale. Il passo si compie in Sardegna dove il Comune di Porto Torres inaugura oggi  il primo esperimento italiano di reddito energetico. Il progetto nasce dal Movimento 5 Stelle e più precisamente da un’idea dell’on. Riccardo Fraccaro che, grazie all’impegno del comune sardo e l’intesa con il GSE, vede oggi concretizzarsi il primo test reale di reddito energetico. L’iniziativa, presentata questo pomeriggio dal sindaco Sean Wheeler, creerà un fondo rotativo dove il comune investirà 250mila l’anno per due anni. Le risorse saranno assegnate tramite bando ai cittadini in difficoltà economica e serviranno all’acquisto in comodato di impianti fotovoltaici domestici (<20 kW di potenza), con la possibilità di riscattarli al termine dei 25 anni di contratto (9+9+7).

 

Le famiglie potranno autoconsumare l’elettricità prodotta e il surplus verrà venduto alla rete, destinando gli introiti nuovamente al fondo. Si tratta, spiega Fraccaro, del “coronamento di un progetto innovativo, unico, il primo in Italia, su cui il comune sta lavorando da molto tempo […]  mira a tutelare l’ambiente, a portare avanti un percorso sociale e al rilancio economico del territorio”. Le stime presentate durante la conferenza stampa del lancio affermano che i nuovi impianti permetteranno alle famiglie di ottenere un risparmio annuale medio di 150-200 euro sulla bolletta elettrica, una prima prova di reddito energetico che sarà nel tempo ulteriormente ampliata. Il fondo rotativo infatti si autoalimenterà con la vendita dei surplus di produzione per raggiungere nel futuro un numero maggiore di cittadini

 

Alfonso Buonafede referente del centro Italia e Sardegna per il Coordinamento dei comuni governati da M5S ha aggiunto “Porto Torres oggi accoglie un progetto davvero molto ambizioso da punto di vista politico, sociale ed economico. Ambizioso non solo perche il contenuto è importante per i cittadini […] ma anche per l’innovazione che porta”.

L’amministrazione di Porto Torres ha messo a punto d’intesa con il Gse il regolamento e  il consiglio comunale della città sarda ha varato ieri il primo bando per l’assegnazione degli impianti. La gara partirà il primo agosto  e durerà 60 giorni.

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3 Commenti

  1. Davvero un caso interessante e forse unico in Italia. Gli enti locali agli albori del fotovoltaico davano incentivi proprio per l’installazione, ma qui la novità è l’accordo con il GSE che dirotta gli introiti dello scambio sul posto in uscita dall’impianto verso il fondo di rotazione. Domanda: sono ammessi dal bando anche sistemi integrati fotovoltaico più accumulo sempre sotto i 20 Kw di potenza?

  2. Molto interessante. Mi domando però se fosse possibile in Italia, come già avviene altrove, realizzare l’impianto fotovoltaico non sul proprio tetto, e usufruire dell’energia prodotta in modalità scambio sul posto, attraverso la rete elettrica nazionale. Questo renderebbe giustizia a tutti quegli italiani che pagano una tassa sulla bolletta per dare gli incentivi a chi ha un impianto fotovoltaico, mentre loro non lo possono avere perché non hanno un tetto di proprietà. Basterebbe una piccola modifica alla legge che regola lo scambio sul posto, questo consentirebbe anche di realizzare impianti condivisi a basso costo, con grande giovamento per l’ambiente e le tasche degli italiani.

  3. Se i pannelli saranno in comodato al cittadino da parte del comune (essendo acquistati con soldi comunali) domani i costi di smaltimento saranno a carico del comune, vero?

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