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Nel mondo 666 mln di persone di persone non hanno accesso all’energia

Il rapporto SDG7 2025 mostra che 666 milioni di persone vivono ancora senza elettricità. Oltre 2 miliardi utilizzano combustibili domestici inquinanti. Per colmare il divario servono rinnovabili decentralizzate e finanziamenti accessibili.

Accesso all’energia nel mondo - 666 milioni di persone ancora tagliate fuori. Speranza nelle rinnovabili.
Servono nuovi progressi per garantire un accesso all’energia nel mondo universale – Immagine realizzata con IA

Pubblicato il Tracking SDG7 di Irena

Nel 2023 il 92% della popolazione globale disponeva di elettricità, secondo il Tracking SDG7 (Sustainable Development Goal 7): The Energy Progress Report 2025, pubblicato da IEA, IRENA, WHO, World Bank e UNSD. È un dato in crescita rispetto all’87% del 2010, ma vuol dire che 666 milioni di persone vivono ancora senza accesso all’energia nel mondo. E per l’85% sono residenti nell’Africa subsahariana.

Il ritmo di avanzamento attuale è troppo lento per raggiungere l’obiettivo di accesso universale entro il 2030, come previsto dal Settimo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Più di 2mld di persone dipendono da combustibili inquinanti

Nel 2023, il 74% della popolazione mondiale aveva accesso a combustibili e tecnologie domestiche non inquinanti, come gas, elettricità o biogas. Tuttavia, 2,1 miliardi di persone continuano a utilizzare legna, carbone, kerosene e altri combustibili altamente inquinanti per le attività domestiche, con gravi impatti su salute, equità di genere e ambiente.

La regione dell’Africa subsahariana è quella con il divario più ampio: meno del 10% della popolazione dei Paesi meno sviluppati utilizza combustibili puliti, e in molte zone rurali il tasso di accesso non supera il 7%. Il ritmo attuale porterebbe a raggiungere solo il 78% di accesso entro il 2030.

Soluzioni decentralizzate per l’accesso all’energia elettrica

Le tecnologie rinnovabili distribuite, come i mini-grid e i sistemi solari off-grid, sono centrali per portare energia nelle zone rurali, isolate o colpite da instabilità e migliorare l’accesso all’energia nel mondo. Tra il 2020 e il 2022, il 55% dei nuovi collegamenti in Africa subsahariana è arrivato da soluzioni off-grid, che si sono dimostrate resilienti e scalabili.

Tuttavia, il loro pieno potenziale è ostacolato da barriere normative, dati insufficienti e meccanismi di finanziamento inadeguati. Secondo il report, l’energia solare off-grid sarà la soluzione più conveniente per il 41% della popolazione mondiale attualmente senza elettricità.

Accesso all’energia nel mondo: persistono squilibri nei finanziamenti

Nel 2023 i flussi finanziari pubblici internazionali verso i Paesi in via di sviluppo a supporto dell’energia pulita hanno raggiunto 21,6 miliardi di dollari, il 29% in più rispetto all’anno precedente. Ma si tratta ancora di fondi concentrati su pochi Paesi: l’India ha ricevuto quasi 3 miliardi, la Turchia 1,4, e Nigeria, pur essendo uno dei Paesi con il maggior deficit, ha ricevuto meno di un miliardo. I Paesi meno sviluppati hanno beneficiato solo marginalmente di questi flussi, che per l’83% sono stati erogati sotto forma di debito. Le sovvenzioni rappresentano appena il 9,8%.

Cresce la capacità rinnovabile, ma con forti disparità

La capacità installata di energia rinnovabile nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto i 341 watt pro capite nel 2023, in crescita rispetto ai 155 watt del 2015. Nel 2022, la quota globale di fonti energetiche rinnovabili nel consumo finale totale di energia (TFEC) era del 17,9%, con la capacità installata di energia rinnovabile nel mondo che ha toccato i 478 watt pro capite nel 2023, segnando un incremento di quasi il 13% rispetto all’anno precedente.

Allo stato attuale, però, i progressi non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi internazionali in materia di clima e sviluppo sostenibile. Permangono ampie disuguaglianze tra regioni: alcune economie in via di sviluppo e in particolare l’Africa subsahariana disponevano solo di 40 watt pro capite, un livello che consente appena servizi energetici di base, mentre le economie sviluppate superavano i 1.100 watt pro capite.

Efficienza energetica: migliorano i numeri, ma ritmo troppo lento

Nel 2022 l’intensità energetica globale (rapporto tra energia primaria e PIL) è migliorata del 2,1%, un’accelerazione rispetto allo 0,5% del 2021, ma ancora al di sotto del tasso medio annuo del 4% richiesto per raggiungere l’SDG7.3. Tra il 2010 e il 2022, il miglioramento è stato trainato da elettrificazione, passaggio alle rinnovabili e maggiore efficienza nell’industria e nei trasporti, ma le disparità tra regioni restano marcate.

Il report identifica le priorità per accelerare i progressi: riforma dei meccanismi finanziari multilaterali, maggiore uso di strumenti di mitigazione del rischio, mobilitazione di fondi a tassi agevolati, pianificazione nazionale coerente e coinvolgimento attivo del settore privato. Fondamentale anche il ruolo di donne e giovani nel promuovere soluzioni locali e sostenibili.

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About Author / Alessandro Petrone

Giornalista da oltre 20 anni, nel corso della sua carriera si è occupato di politica, economia, attualità e costume. Si è avvicinato al mondo dell’energia lavorando come ufficio stampa per multinazionali del settore e, da allora, si occupa assiduamente di temi legati alla transizione energetica, soprattutto nel settore automotive, e alle energie rinnovabili. E’ appassionato di tecnologia, informatica, fotografia e cucina con un passato da attivista LGBTQIA+.