Tutte le promesse di accelerare l’adattamento ai cambiamenti del clima delle economie in via di sviluppo con aiuti finanziari sono cadute nel vuoto
(Rinnovabili.it) – Non vi sarà alcun accordo sul clima alla COP 21 di Parigi se i Paesi industrializzati non verseranno i 100 miliardi di euro necessari ogni anno per finanziare la transizione verso le energie rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo. Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande in un discorso agli ambasciatori francesi riuniti a nella capitale, aggiungendo che «se vogliamo avere successo alla COP 21 dovremo affiancare all’impegno politico anche quello finanziario».
I rappresentanti di 195 nazioni parteciperanno alla conferenza indetta in ambito UNFCCC, prevista dal 30 novembre all’11 dicembre. I partecipanti hanno tempo fino al 1 ottobre a presentare i loro impegni individuali per la riduzione delle emissioni di gas serra, ma solo 55 Paesi al momento hanno risposto all’appello dell’ONU.
Non è stata mantenuta nemmeno la promessa di raccogliere annualmente la somma di denaro ribadita da Hollande fino al 2020. «Adesso è divenuto un dovere – ha sentenziato il presidente – Senza i 100 miliardi, non ci sarà nessun accordo alla COP 21».
La conferenza è visto come una delle ultime possibilità di un accordo globale sulla lotta ai cambiamenti climatici. Francia spera di portare alla conclusione di un accordo universale e vincolante per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 °C.
Il presidente francese ha precisato che la somma è «indispensabile» per aiutare le nazioni più povere a far fronte ai cambiamenti climatici e ai loro effetti più estremi, e sviluppare le proprie economie abbandonando i combustibili fossili.
Il G7 ha ricevuto critiche per l’incapacità di definire un percorso chiaro che aumentasse i contributi al Green Climate Fund, il fondo verde per il clima istituito dalle Nazioni Unite.
«Stiamo compiendo passi avanti, ma il difficile deve ancora venire, quindi è necessario agire rapidamente», ha concluso Hollande, annunciando che si recherà prima a Pechino, all’inizio di novembre, per lavorare con il presidente cinese Xi Jinping, e poi a Seoul, sede del Fondo verde per il clima.