Il Ministero dell’Economia e delle Finanze entra nel merito dei risultati raggiunti dal Superbonus e dal Bonus Facciate. L’investimento ha avuto un impatto positivo?

E’ nato come una misura emergenziale in un momento storico altrettanto drammatico. Eppure superato questo momento transitorio si è ben presto rivelato come un’arma a doppio taglio capace di generare grandi quote di investimento, ma anche notevoli buchi di bilancio per lo Stato: è il Superbonus, che insieme al Bonus Facciate, ha rappresentato una delle agevolazioni edilizie più utilizzate di sempre.
Al netto di tutte le ripercussioni quale è stato il reale rapporto costi-benefici? La risposta è contenuta nel Working paper del MEF “The effects of tax incentives for dwelling renovations: the case of Italy“.
116 miliardi di investimenti “extra”
Il working paper del Ministero dell’Economia e delle Finanze analizza l’impatto macroeconomico dei due principali incentivi fiscali per la ristrutturazione edilizia introdotti in Italia tra il 2020 e il 2023:
- Superbonus 110%, introdotto nel 2020 per migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici residenziali.
- Bonus Facciate, attivo dal 2020 al 2022, con un’aliquota iniziale del 90% per il recupero delle facciate esterne degli edifici.
Secondo i dati del MEF, complessivamente queste due misure hanno attivato circa 186 miliardi di euro di investimenti totali (2020–2023), pari a quasi il 9% del PIL italiano.
L’indagine ha permesso di valutare quanto questi incentivi abbiano effettivamente stimolato nuovi investimenti residenziali, cioè investimenti che non si sarebbero verificati in assenza degli incentivi. Il metodo utilizzato è il Synthetic Control Method, una tecnica statistica che confronta l’andamento degli investimenti in Italia con un “Paese sintetico” costruito sulla base di altri 9 paesi OCSE simili (es. Francia, Grecia, UK, ecc.).
Il risultato ha mostrato una quota di investimenti aggiuntivi pari a 116 miliardi di euro, investimenti che probabilmente non ci sarebbero stati senza Superbonus e Bonus Facciate.
Di conseguenza restano circa 70 milioni di investimenti che, anche senza 110% e bonus facciate, sarebbero comunque stati attivati attraverso le detrazioni ordinarie quali Ecobonus Bonus Casa.
Troppo caro per le tasche dello Stato
Certamente le due agevolazioni hanno agito come stimolo post pandemico, eppure confrontando la spesa dello Stato con gli investimenti addizionali, emerge chiaramente un inefficienza generale nel rapporto costi-benefici. Il costo per la finanza pubblica è elevatissimo rispetto all’effetto netto ottenuto. A fronte di 116 miliardi di investimenti aggiuntivi, la spesa è stata di ben 186 mld, ovvero un costo di 1,60 euro per ogni euro investito.
Problema di equità
Un’altra criticità sottolineata dal working paper del MEF è la mancanza di equità nella distribuzione delle risorse. Emerge che i vantaggi maggiori li abbia ottenuti il ceto medio alto, ovvero coloro che potevano permettersi l’anticipo dei lavori, con capienza fiscale o con la possibilità di accedere a prestiti.
Tuttavia il documento non entra nel dettaglio dei benefici raggiunti in termini di efficienza energetica o riduzione delle emissioni.
In conclusione, Superbonus e Bonus Facciate hanno rappresentato una soluzione ottimale, ma solo temporanea, rivelandosi invece deleteri sul lungo periodo. E’ chiaro che le prossime politiche incentivanti per l’edilizia dovranno essere elaborate secondo una logica temporale per più strutturate nel tempo.