Sono circa 200 gli emendamenti presentati al Dl Infrastrutture al voto in Parlamento entro il mese di luglio

Manca circa un mese al voto in Parlamento per il Decreto Legge Infrastrutture, un provvedimento importante per lo sviluppo di infrastrutture strategiche e per accelerare la transizione energetica nazionale.
Sono circa 200, gli emendamenti attualmente all’esame delle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, tra cui quello che ha fatto molto discutere la scorsa settimana. Cioè quello presentato dalla Lega, su spinta del Ministro Salvini, per scongiurare il blocco delle auto diesel Euro 5 in quattro regioni: Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna.
Si prevede che la chiama al voto, sarà intorno alla seconda metà di luglio, intorno al 20. L’obiettivo del Dl Infrastrutture è integrare le politiche infrastrutturali con i target di decarbonizzazione, incoraggiando lo sviluppo di reti elettriche intelligenti e impianti di energia rinnovabile. Le modifiche che sono state proposte mirano a rafforzare l’equilibrio tra opere pubbliche e obiettivi climatici, prevedendo degli strumenti di pianificazione per ridurre emissioni ed impatto ambientale.
Mobilità elettrica e sostenibile
E’ uno dei settori al centro del Decreto, che prevede:
- lo stanziamento di 15 milioni di euro per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici, ibridi o a idrogeno;
- incentivi fino a 40.000 euro per l’acquisto di bus Euro 6 o superiori
- 35 milioni di euro annui, fino al 2027, per rinnovare il parco mezzi del trasporto pubblico locale
- l’istituzione di un fondo nazionale da 6,35 miliardi di euro per finanziare interventi strutturali di prevenzione e mitigazione
Efficienza energetica e green procurement nei contratti pubblici
Nel DL troviamo, infatti, degli emendamenti che introducono l’obbligo di utilizzare materiali sostenibili e certificati nei contratti pubblici, utilizzando i criteri del green public procurement, in modo da ridurre l’impatto ambientale delle opere pubbliche a partire già dalla fase della costruzione.
Dl Infrastrutture, aree idonee per le rinnovabili
Il decreto prevede poi l’ampliamento delle aree idonee per l’installazione di impianti rinnovabili, come terreni agricoli con limitazioni colturali, porti turistici, bacini idrici e aree industriali. Si propone inoltre di istituire un Comitato di monitoraggio per la transizione energetica, che valuterà il raggiungimento dei target europei sulle energie rinnovabili e produrrà una relazione annuale al Parlamento.
Un altro emendamento prevede che i ricavi derivanti dalla produzione di energia rinnovabile nelle autostrade vengano reinvestiti per ridurre le tariffe delle stesse, a favore degli utenti a basso reddito, e per finanziare la digitalizzazione e l’adeguamento tecnologico della rete viaria.