L’Italia Boccia la Direttiva Case Green, Lega “Chiaro attacco all’economia e al patrimonio italiano”

Maggioranza compatta, alla Camera passa la mozione che boccia la Direttiva Case Green definita “patrimoniale europea”. Dure le critiche dell’opposizione che definiscono il risultato un “no alla modernizzazione” mettendo a rischio la riqualificazione.

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Il prossimo appuntamento della Direttiva sulle Prestazioni degli edifici sarà in Plenaria a Bruxelles in programma dal 13 al 17 marzo

(Rinnovabili.it) – Ieri, 8 marzo 2023, la Camera ha approvato la mozione che boccia la Direttiva Case Green rivista dalla Commissione Europea, rimandandola a Bruxelles.

L’Italia ha da sempre investito sul mattone e non a caso è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari di abitazioni; quindi, la direttiva proposta si esplica come un chiaro attacco all’economia e al patrimonio edilizio italiano e, pertanto, dovrà essere oggetto della più dura opposizione”. Queste le parole dure contenute nella mozione n.1/00038 presentata dalla Lega a prima firma di Riccardo Molinari.

Direttiva Case Green EPBD definita una “patrimoniale europea”

Il centro del dibattito è la revisione della Direttiva sull’efficienza energetica in edilizia proposta dalla Commissione il 15 dicembre 2021, come parte integrante del Fit for 55. L’obiettivo è quello di migliorare il rendimento energetico del patrimonio immobiliare europeo, aumentandone l’efficienza, l’uso di fonti rinnovabili e riducendo al contempo emissioni e consumi.

Sono però le tempistiche e “gli obblighi” imposti indistintamente a tutti gli Stati Membri ad aver suscitato grande clamore in territorio nazionale. Entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la Classe energetica E. Successivamente, entro il 2033 dovrà essere garantita la Classe D, per arrivare alle emissioni zero entro il 2050.

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Imporre dall’alto e in maniera indistinta l’efficientamento energetico significa gravare i cittadini di un ingiustificato esborso economico che si sommerebbe al già complesso periodo di crisi derivante dal Covid e dal «caro energia»”, si legge nella mozione che prosegue poi sottolineando le peculiarità del territorio italiano rispetto ad altri Stati del Nord Europa. “Il patrimonio edilizio italiano, (Mef e AdE) si compone di oltre 57 milioni di unità immobiliari, di cui almeno 19,5 milioni sono abitazioni principali. La maggior parte degli immobili italiani ha una classe energetica di riferimento tra G e F. L’avanzamento di classe energetica richiede solitamente un taglio dei consumi di circa il 25 per cento, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Una serie di interventi, nonché opere di ristrutturazione e ammodernamento, che necessitano di ingenti investimenti economici per il raggiungimento dei minimi previsti dalla Commissione europea”.

Per questo la Direttiva Case Green è fortemente criticata dalla maggioranza che l’ha definita una “patrimoniale europea”.

Con la mozione proposta si chiede al Governo un impegno per “scongiurare l’introduzione di una disciplina quale quella di cui in premessa, nell’ottica di tutelare le peculiarità dell’Italia e, dunque, garantire al nostro Paese la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche”.

Dura critica da parte dell’opposizione

La mozione della Lega non era l’unica presente al dibattito di ieri alla Camera. M5S, Terzo Polo e Avs si sono dichiarati contrari a quanto passato ieri a Montecitorio, definendolo un attacco alla modernizzazione che mette a rischio il processo virtuoso di riqualificazione energetica.

Al termine del dibattito, su richiesta del Leghista Stefano Candiani, l’Aula di Montecitorio ha acconsentito all’invio del testo approvato alle Istituzioni Ue.

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