Dalla sfida energetica alla carenza di competenze, la sostenibilità industriale passa oggi dall’innovazione tecnologica. L’Intelligenza Artificiale, l’automazione software-defined e l’approccio data-driven stanno cambiando il modo di produrre, progettare e gestire le fabbriche. Attraverso le parole di Claudio Giulianetti, Vice Presidente Industrial Automation, Schneider Electric ci spiega come la digitalizzazione possa diventare il motore di una nuova competitività sostenibile per l’industria italiana

L’industria sostenibile è oggi il tema centrale che guida la trasformazione del settore produttivo, in Italia e nel mondo. Pur occupando una posizione di leadership a livello europeo nell’adozione dei criteri ESG, il nostro Paese deve ancora affrontare numerose sfide: dal divario tra grandi e piccole imprese, all’elevato costo dell’energia, fino alla carenza di personale qualificato.
In questo contesto in continua evoluzione, tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e l’approccio software-defined, che separa la componente hardware da quella software, si rivelano strumenti chiave per migliorare flessibilità, efficienza e sicurezza dei processi industriali. Di questi temi abbiamo parlato con Claudio Giulianetti, Vice Presidente Industrial Automation di Schneider Electric, per approfondire come innovazione e digitalizzazione possano accelerare la transizione verso un’industria sempre più sostenibile.
Oggi si parla molto di industria sostenibile. Come valuta la situazione del settore industriale italiano rispetto a questa trasformazione? Quali sono i punti di forza e le criticità che emergono nel confronto con altri Paesi europei?
La sostenibilità è sempre più centrale nell’industria italiana, che oggi vanta tassi di adozione ESG fra i più alti d’Europa e una posizione di leadership nell’economia circolare, seconda solo ai Paesi Bassi. Le imprese che investono in sostenibilità hanno già visto benefici chiari su produttività e competitività.
Abbiamo anche fatto parecchia strada sulla decarbonizzazione: secondo un’analisi di Confindustria, abbiamo una delle economie più sostenibili nell’area del G20 e nel settore manifatturiero l’intensità di emissioni è calata del 17% in un decennio (2014-2023); siamo bravi a migliorare la produttività delle risorse che utilizziamo, che è aumentata del 20,9% dal 2019 ad oggi, secondo i report del Circular Economy Network; vediamo una crescente diffusione dell’impiego di rinnovabili e anche diverse aziende nostre clienti hanno integrato il fotovoltaico con l’obiettivo coprire una parte crescente dei fabbisogni con energia pulita.
Tuttavia, restano criticità legate al divario tra grandi e piccole imprese, all’alto costo dell’energia e alla sua volatilità e alla dipendenza dall’estero per le materie prime. Serve un piano condiviso tra istituzioni e imprese per superare questi ostacoli e rafforzare, anche sul fronte dell’automazione, il ruolo dell’Italia in questo contesto – e questo è un imperativo. In uno scenario di “net zero transformation”, ci dice il rapporto ASVIS, potremmo ritrovarci al 2050 ben 8,4 punti di PIL in più.
Molte imprese, soprattutto PMI, temono che i costi iniziali di innovazione superino i benefici, come risponde Schneider Electric a questo problema? Quali sono le tecnologie e le strategie più efficaci che possono aiutare le aziende italiane a evolvere in chiave sostenibile e restare competitive in uno scenario sempre più globale?
Investire in efficientamento energetico e in circolarità è una delle scelte con più chiaro ritorno sull’investimento che si possano fare. L’International Energy Agency ha condotto un’indagine da cui è emerso che il 70% delle aziende ha avuto un ritorno superiore al 10% sugli investimenti in efficienza effettuati negli ultimi 5 anni. Inoltre la sostenibilità è un fattore attrattivo per i talenti e anche per gli investimenti.
I risparmi energetici si possono misurare in modo chiaro e immediato e le tecnologie che proponiamo puntano a consentire un processo di miglioramento continuo. Le piattaforme di gestione dell’energia, applicate in ambienti produttivi che oggi sono sempre più connessi e digitalizzati, permettono di fare proprio questo.
La disponibilità di soluzioni scalabili alle esigenze di imprese piccole e medie, oltre che grandi, è un punto di forza importante; ancora più importante il nostro approccio consulenziale, abbiamo team dedicati che sono in grado di guidare le imprese nell’analisi della loro situazione di partenza, per individuare opportunità e priorità e creare insieme a loro un percorso di efficientamento e sostenibilità.
A livello tecnologico, andiamo a sviluppare modelli di automazione aperti, incentrati sul software, che facilitano anche l’integrazione di tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale per l’ottimizzazione produttiva ed energetica.
Riguardo ai componenti, un nostro punto di forza è la capacità di dare ai nostri clienti informazioni complete, chiare e trasparenti sul profilo ambientale, l’impronta di carbonio delle nostre soluzioni, l’impatto di efficienza misurati in modo rigoroso.

Schneider Electric parla spesso di ecosistemi aperti e della condivisione dei dati come elemento cruciale per l’efficienza e la competitività futura. Tuttavia, un’architettura aperta aumenta anche l’esposizione al rischio. Condividere dati significa affrontare il tema della cybersecurity. Come si garantisce dunque una equilibrata e robusta convivenza tra open data e la necessità di una sicurezza?
La cybersecurity delle tecnologie di automazione industriale – tecnologie operative e informatiche in egual misura – per noi è centrale. Le nostre piattaforme, i componenti, le soluzioni adottano le misure più aggiornate e in linea con gli standard di settore per una protezione al massimo livello – come ISA/IEC 62443 e NIST.
Non c’è bisogno di fare compromessi: un’industria data-driven che adotta piattaforme di automazione aperte, scalabili e flessibili può essere un’industria sicura, se viene progettata con un approccio di “security by design”. Fondamentale il continuo aggiornamento in merito e, soprattutto, l’attenzione al fattore umano con un’adeguata formazione su comportamenti, pratiche e policy rivolta a tutti coloro che operano nell’impresa.
Schneider Electric sottolinea che l’approccio software-defined consente un risparmio fino al 70% grazie alla possibilità di disaccoppiare hardware e software. In termini concreti, cosa significa per una impresa poter separare i due livelli e quali vantaggi pratici si ottengono nell’utilizzo di piattaforme come EcoStruxure Automation Expert, uno dei pilastri dell’offerta Schneider Electric?
Una piattaforma come questa, che separa l’aspetto hardware da quello software, spicca per la flessibilità e per l’adattabilità. Modifiche e aggiornamenti ,ad esempio, non richiedono interventi di riconfigurazione estesi, perché è possibile replicare facilmente “a cascata” su più componenti e sistemi i cambiamenti richiesti.
E’ un approccio che permette una modernizzazione preservando maggiormente gli investimenti già fatti in sistemi di automazione di diversi vendor; incrementa la scalabilità e soprattutto la flessibilità dell’automazione, per rispondere in modo sempre più dinamico e resiliente alle esigenze del mercato.
In che modo l’apertura di piattaforme come quella di SE rende più semplice e sicura l’adozione dell’Intelligenza Artificiale in ambito industriale, ad esempio attraverso strumenti come l’Automation Copilot, e quali benefici apporta l’AI all’interno di un sistema di automazione unificato?
Si tratta di integrare l’Intelligenza Artificiale – dalla GenAI al Machine Learning – in un ambiente che facilita l’innovazione.
Ad esempio in EcoStruxure Automation Expert è possibile oggi sviluppare applicazioni con un approccio “low code” o “no code” quindi con un impegno di programmazione molto inferiore al passato; ad esempio, la tecnologia GPT in Ecostruxure Automation Expert può usare la programmazione a oggetti per sfruttare documenti esistenti, in linguggio naturale, che descrivono determinati processi per costruire automaticamente applicazioni di controllo attingendo alle oltre 300 librerie IEC61499 attualmente disponibili. Non si deve più programmare da zero: si può sfruttare un “sapere” esistente, ridurre i temi di design e commissioning ed essere più efficienti. In Schneider abbiamo condotto dei test per “mettere a confronto” uomo e macchina: il nostro software Automation Copilot è quasi 50 volte più veloce di un application engineer nell’interpretare codici già esistenti e generare dei commenti al software, e lo fa bene. Questo significa che le persone possono dedicare molto meno tempo a questa attività e focalizzarsi sul loro vero valore aggiunto.
Accanto alle tecnologie, il nodo cruciale rimane quello delle competenze. Quanto pesa oggi la carenza di personale qualificato nel settore industriale e come si può affrontare il cambiamento generazionale che molte aziende stanno vivendo?
Da questo punto di vista siamo a uno snodo cruciale. Si sommano i trend di cambiamento generazionale, con un numero crescente di persone che andranno in pensione nei prossimi anni, il calo demografico e la difficoltà di mantenere allineate al ritmo sempre più elevato dell’innovazione la formazione delle nuove leve. Uno studio recente di Grafton, che fa parte della società specializzata HR Gi-Group, ha evidenziato che nell’industria negli ultimi 2 anni la richiesta di profili specializzati è cresciuta del 12,5%, con il Sud Italia che registra una richiesta ancora più marcata. Il 70% dichiara di non trovare il personale qualificato per un tema di disallineamento di competenze, in diverse aree tra cui spiccano proprio l’automazione, IT e Industria 4.0, il green manufacturing e la sostenibilità.
Schneider Electric crede in un’azione di sistema, che deve coinvolgere le aziende produttrici di tecnologie, le aziende che costruiscono macchine, i clienti finali – per creare i profili professionali di oggi e del futuro. Lo facciamo partecipando al sistema ITS con percorsi come quello realizzato con l’ITS Rizzoli di Milano, anche coinvolgendo aziende della nostra filiera per formare professionisti di efficienza e processi industriali; agiamo anche con l’attività rivolta alle scuole tecniche e centri di formazione professionale, che raggiunge migliaia di studenti ogni anno con percorsi di alternanza, accademie sui temi dell’industria e dell’energia.
Rispetto ai nostri clienti, uno dei nostri punti di forza è l’approccio di partnership di cui già abbiamo parlato. I nostri esperti sono pronti a collaborare per accelerare la creazione di competenze innovative e per supportare il cliente nel processo di apprendimento.
Guardando ai prossimi cinque anni, quali ritiene saranno i principali driver di competitività per l’industria e quale ruolo avrà Schneider Electric nell’accompagnare questa trasformazione?
Nei prossimi anni convergeranno le sfide che stanno già emergendo per l’industria manifatturiera: la sfida delle competenze in una demografia che cambia, la sfida delle enormi trasformazioni in termini di tecnologia, modelli operativi e di business che l’Intelligenza Artificiale può portare; la sfida di una competitività sempre più accesa che vede emergere nuovi player che potrebbero provare a mettere in discussione la nostra leadership in ambiti come la costruzione di macchine o la robotica. Le aziende competitive del prossimo futuro saranno le aziende che puntano sulla flessibilità, sulla trasformazione delle loro competenze, su una visione lucida e concreta dell’integrazione di tecnologie emergenti come l’AI nei loro dominii e sistemi, e su investimenti che consentono di perseguire contemporaneamente ottimizzazione, efficientamento energetico e produttivo
Il nostro ruolo è quello di partner di fiducia per i nostri clienti del settore: stiamo investendo molte energie nel condividere con loro la nostra visione, la roadmap evolutiva che stiamo preparando per loro, i temi chiave. Lo facciamo incontrandoci, parlando faccia a faccia per ascoltarci: solo quest’anno abbiamo organizzato una decina di diversi eventi rivolti ai nostri OEM e ai distributori di settore industriale nel nostro Innovation Hub di Bologna, che è dedicato proprio a sperimentare e scoprire le soluzioni più avanzate per il settore.
In collaborazione con Schneider Electric












