In Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna dal prossimo ottobre sarà limitata la circolazione delle auto diesel euro 5

Dal prossimo primo ottobre, le auto diesel Euro 5 non potranno più circolare liberamente in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, nei comuni con popolazione superiore ai 30mila abitanti. Almeno nei giorni feriali e fino ad aprile 2026. Secondo il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, lo stop riguarderebbe “7 milioni di veicoli a livello nazionale, più di 100mila veicoli Euro 5 solo a livello commerciale“.
Si tratta di un provvedimento per contrastare le emissioni inquinanti nelle 4 regioni, dove il problema inquinamento è particolarmente urgente. Ma sulla questione è intervenuto, contrariato, il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, da sempre ostile alla politica europea di transizione all’elettrico: “Siamo al lavoro per fermare il blocco delle auto con motore Euro 5. Questo fa parte delle follie europee, della Commissione von der Leyen che ha approvato quella fesseria economico-industriale che si chiama Green Deal“.
L’intervento alla Camera
Infatti, il provvedimento potrebbe essere bloccato a livello parlamentare, con la Camera che avrebbe la possibilità di apportare modifiche al decreto Infrastrutture, attualmente in discussione, con l’inserimento di un emendamento come parte dell’iter per la conversione in Legge. Il decreto approvato dall’esecutivo il 19 maggio 2025, deve attendere i 60 giorni per la conversione, quindi solo entro il 19 luglio i possessori di auto diesel euro 5 conosceranno il loro destino.
Regioni provano a bloccarlo
Le 4 regioni interessante dallo stop diesel euro 5 stanno cercando di evitare a tutti i costi la limitazione, così sono in pressing sul governo affinché allenti gli obblighi e si faccia promotore di una trattativa con l’Europa. La Lega, con il suo segretario in prima linea, sta preparando un emendamento al decreto Infrastrutture per scongiurare il blocco. “La transizione deve essere accompagnata, non imposta“, dice il ministro Salvini.
Multe ai trasgressori
Il Protocollo che riguarda le regioni del Bacino Padano, particolarmente colpite dalle polveri sottili, sarebbe esteso fino al 15 aprile 2026, nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30. Successivamente, dal 15 settembre di ogni anno al 15 aprile di quello successivo. Per chi non rispettasse le restrizioni, si dovrà pagare multe da 168 a 679 euro. A cui si aggiunge la sospensione della patente da 15 a 30 giorni, in caso di recidiva.
Secondo il capo del dicastero dei trasporti Salvini, “non è possibile obbligare le persone a comprare auto elettriche dopo il 2035, ma nemmeno nel 2040 o oltre: qui ci sono cittadini che il prossimo anno non potranno più usare milioni di veicoli Euro 5, questi sono i problemi veri.
Parco circolante troppo vecchio
Secondo i dati recenti di Aci analizzati dal Centro studi di AutoScout24 sul parco di veicoli circolanti sulle strade italiane, ci sono 1,25 milioni di veicoli con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore, pari al 37,9% del totale. Tra questi, più di 223 mila sono Euro 0 e 1, le categorie con le emissioni più elevate. Inoltre, il 35,9% delle auto ha più di 15 anni, numeri molto alti, che sicuramente hanno bisogno di una politica di incentivi da parte dello stato per aiutare famiglie ed imprese ad una migrazione verso modelli più recenti o del tutto nuovi.
Manovre correttive
Intanto le regioni incriminate stanno cercando di mettere sul piatto altre manovre per permettere la libera circolazione alle auto diesel Euro 5, compensando con misure rivolte alle emissioni di industria, agricoltura e mezzi pubblici. Si starebbe ipotizzando anche l’uso dell’IA per migliorare la gestione del traffico, quindi del consumo di carburante.
Diesel Euro 5, Pichetto: stop veicoli? Riguarda le Regioni. Presentato emendamento