Rinnovabili • Cosa fare dei vecchi telefoni: micro data center per smart city Rinnovabili • Cosa fare dei vecchi telefoni: micro data center per smart city

Come i vecchi cellulari possono contribuire alle smart city

La riprogrammazione è sostenibile ed economica. Secondo i ricercatori, costerebbe appena 8 euro.

Cosa fare dei vecchi telefoni: micro data center per smart city
Immagine ceata con IA

di Erminia Voccia

In un mondo sempre più affollato di smartphone un gruppo di ricercatori ha trovato una possibile soluzione per riciclarli rispondendo al dubbio su cosa fare dei vecchi telefoni. Ogni anno vengono prodotti oltre un miliardo di nuovi cellulari. Nel 2022, in base ai dati di Statista, ne sono stati venduti 1,39 miliardi.

Costruire nuovi telefoni richiede un vasto impiego di energia e risorse naturali e implica il rilascio di una quota significativa di emissioni di CO2. Gli smartphone invecchiano sempre più velocemente e il più delle volte vengono rimpiazzati quando sono ancora perfettamente funzionanti. Alcuni vengono riciclati, tantissimi altri vengono gettati in discarica.

Cosa fare dei vecchi telefoni: micro data center per smart city

Una soluzione più semplice e sostenibile sarebbe chiedersi se è davvero il caso di sostituire il telefono. Lo sviluppo tecnologico rende obsoleti i modelli dopo appena 2 o 3 anni in media, ecco perché un gruppo di ricercatori ha provato a pensare a come allungare la vita degli smartphone, proponendo soluzioni alternative.

Huber Flores, Ulrich Norbisrath e Zhigang Yin dell’Istituto di Informatica dell’Università di Tartu, insieme a Perseverance Ngoy dell’Istituto di Tecnologia e altri colleghi hanno dimostrato che i vecchi telefoni possono essere riconvertiti in micro data center. Con un minimo di risorse impiegate, i dispositivi possono avere una nuova vita. La riprogrammazione, infatti, è anche economica. Secondo i ricercatori, costerebbe appena 8 euro.

Le applicazioni possibili

Le applicazioni sono molteplici: i micro data center sono in grado di processare e memorizzare dati, contribuendo alla diffusione delle smart city. Possono essere installati alle fermate degli autobus per collezionare dati in tempo reale sui passeggeri, contribuendo così ad ottimizzare la rete dei trasporti pubblici.

Nella prima fase del progetto, i ricercatori hanno sostituito le batterie con fonti di alimentazione esterna, evitando il rischio di rilascio di sostanze chimiche nell’ambiente. Il prototipo si è dimostrato efficace anche sott’acqua durante una sperimentazione sul monitoraggio delle specie marine. Di solito, questo tipo di attività richiede che un sommozzatore registri dei video, poi i dati vengono analizzati in superficie. Grazie ai micro data center, invece, l’intero processo viene svolto sott’acqua in maniera automatica.

Leggi anche: Smartphone, 700 milioni sono abbandonati nei cassetti di casa: valgono 1,4 miliardi di euro

Come ripensare il vecchio invece di gettarlo via

L’intelligenza artificiale, la scienza dei dati e altri ambiti dell’informatica alimentano una sempre maggiore richiesta di potenza di calcolo. Soddisfare questa domanda comporta sfide ambientali notevoli. Soluzioni di questo tipo permettono così di affrontare i problemi futuri e ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti elettronici. “L’innovazione spesso non comincia con qualcosa di nuovo. Comincia, invece, con un pensiero innovativo su come riutilizzare vecchio, immaginandone una funzione diversa in futuro”, ha commentato Ulrich Norbisrath, professore di ingegneria dei software.

Leggi QUI lo studio.

About Author / La Redazione