Dal piano cinese 2026-2030 è stata esclusa la produzione di auto elettriche, perché il mercato interno ha raggiunto la saturazione

Troppe auto elettriche, la produzione va rallentata. Suona così il 15° piano quinquennale del Governo di Pechino, che nel periodo 2026-2030 ha escluso i Veicoli a Nuova Energia (NEV), che includono le BEV (auto 100% elettriche) e le ibride plug-in, dalla strategia economica di sviluppo del Paese.
È la prima volta che accade nell’ultimo decennio, segno che il mercato automobilistico interno è saturo. Da qui l’espansione verso l’Europa, a cui sta puntando la Cina per evitare il collasso delle decine di marchi automobilistici presenti in patria.
Le auto elettriche cinesi escono dal radar di Pechino
Messa in standby la produzione di auto, quali sono i settori delle “nuove forze produttive” cinesi su cui puntare? Tecnologia quantistica, bio-produzione, energia dell’idrogeno, fusione nucleare e l’edilizia abitativa sono i nuovi motori di crescita economica, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. E, come vediamo, i veicoli elettrici e ibridi plug-in sono fuori dall’elenco.
Infatti, se in Europa e negli Stati Uniti le auto elettriche faticano a diffondersi, con quote inferiori alla media prevista, la Cina è diventata il più grande mercato automobilistico al mondo, con BYD che sta scavalcando Tesla come il più grande marchio globale dell’elettrico. Il risultato è sovraccapacità produttiva, prolungata guerra dei prezzi e concorrenza eccessiva.
Il no di Xi Jinping
Lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, ha ribadito l’importanza di evitare di affrettarsi a sviluppare e investire nelle stesse “nuove forze produttive”, e il governo centrale ha sollecitato l’eliminazione delle restrizioni sugli acquisti per stimolare i consumi. È dal 2009 che la Cina sta spingendo la mobilità verso l’elettrico. Nel gigante dell’Asia, la transizione è già avvenuta. Lì, un numero crescente di città non tradizionalmente note come hub della mobilità, come Hefei e Xi’an, si sono trasformate in pesi massimi dei veicoli elettrici.
Dal boom allo sboom?
Se la Cina è leader nell’innovazione e tiene in pugno il mercato dell’elettrico, ora si pone il problema dell’export. Motivo per cui tutti i brand stanno spingendo verso l’Europa: il continente da conquistare. Ne va della sopravvivenza di parte dell’industria di auto elettriche cinesi. Infatti, non tutti i marchi potranno restare a galla nel mercato interno e qualcuno soccomberà.
Con un mercato interno saturo e decine di marchi di NEV che competono per accaparrarsi la spesa dei consumatori, e con il mercato dell’auto europeo che sta cercando di correre ai ripari con modelli meno costosi e una “guerra” commerciale in corso, la situazione non è affatto semplice. Né per l’Europa né per la Cina.












