Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia sono i paesi europei più ricchi dove è alta la diffusione delle BEV. Il problema resta per i paesi a medio-basso reddito

Il rapporto Demand incentives matter di ACEA
L’unica strada per sostenere l’acquisto delle auto elettriche in Europa sono i bonus. Parola di Acea, l’associazione europea dei costruttori, che ha realizzato un report dal titolo significativo, “Demand incentives matter“. Il rapporto analizza la transizione europea alle e-car e il risultato è chiaro: i paesi economicamente più forti – Danimarca, Paesi Bassi, FInlandia – non hanno problemi a passare alle BEV. Quelli a basso reddito, ovviamente si. Ma se interviene la mano pubblica a dare un aiutino, allora le cose cambiano. E forse cambieranno anche in Italia, dove dal 15 ottobre si potrà chiedere il bonus auto 2025.
Bonus auto elettriche: cosa è cambiato?
Negli stati membri a basso e medio reddito, dove il potere d’acquisto è più limitato, la quota di mercato dei veicoli elettrici a batteria è ancora inferiore al 7%. In Italia siamo al 5,6%. Recenti esempi provenienti da Polonia, Slovenia, Spagna e Portogallo dimostrano come sistemi di incentivi possano incrementare le immatricolazioni di veicoli elettrici a batteria. Che si tratti di sovvenzioni, esenzioni fiscali o sistemi di bonus, rendono l’auto economicamente più accessibile e rafforzano la fiducia dei consumatori. Secondo l’analisi di Acea: ” Polonia ha raddoppiato le immatricolazioni, la Slovenia ha registrato un aumento dell’89% e il Portogallo vanta ora una quota di mercato superiore al 21%. Questi successi dimostrano che gli incentivi funzionano“.
Poi però si pone il problema contrario senza bonus auto elettriche. Quando gli incentivi vengono ridotti o revocati, la crescita si arresta. E’ successo in Francia ed Germania alla fine del 2023. “Per raggiungere gli obiettivi climatici, l’Europa ha bisogno di un sostegno prevedibile e a lungo termine che renda la mobilità elettrica accessibile a tutti, non solo ai più ricchi“, spiega ancora Acea.
Differenza tra PIL alto e basso
Il gruppo che comprende undici dei mercati più prosperi dell’UE, con un PIL medio pro capite di 63.680 euro, ha una quota media di mercato BEV del 29,7%. Questi Paesi beneficiano di un forte potere d’acquisto dei consumatori e di reti di ricarica avanzate, rendendo i veicoli elettrici una scelta economicamente attraente per gli acquirenti.
Classifica dei paesi con più BEV:
- Danimarca quota BEV del 63,8%
- Paesi Bassi (35%)
- Finlandia (34,2%)
- Germania (17,7%)
- Francia (17,6%)
Paesi Ue con PIL medio-basso
I sedici paesi di questo gruppo hanno un PIL medio pro capite di 26.059 euro e una quota media BEV significativamente inferiore, pari al 6,9%. Il Portogallo si distingue come un Paese con performance eccezionali, con una quota BEV del 20,2%, nonostante livelli di reddito moderati, mentre i Paesi dell’Europa orientale come Slovacchia (4,4%), Bulgaria (4,7%) e Polonia (5%) sono notevolmente in ritardo. Il vincolo di reddito in questi mercati crea barriere di accessibilità economica che gli interventi politici hanno faticato a superare, risultando in tassi di adozione dei BEV ben al di sotto delle medie europee.
Esempi di successo grazie agli incentivi:
- Polonia: Il nuovo programma “NaszEauto” ha fatto aumentare le immatricolazioni dei BEV del 106,7% (Gen-Set 2025 rispetto al 2024), portando la quota di mercato al 6%. Il programma offre sussidi di base fino a ≈€7.050, con bonus aggiuntivi per la rottamazione o per le famiglie a basso reddito.
- Slovenia: Un nuovo schema di incentivi, lanciato nell’agosto 2025, ha portato a un aumento delle immatricolazioni dell’89% , innalzando la quota di mercato al 10%. Le sovvenzioni variano da €4.500 a €7.200 a seconda del tipo e del prezzo del veicolo.
- Spagna: L’estensione retroattiva del programma MOVES III ha portato a un incremento delle immatricolazioni dei BEV del 89,6%, spingendo la quota di mercato all’8,4%. Gli incentivi arrivano fino a €7.000 con la rottamazione.
Casi di rallentamento dovuti ai tagli
Al contrario, la riduzione o l’eliminazione degli incentivi ha avuto un impatto negativo, come nel caso specifico della Francia, in cui si è fermata la crescita. La riduzione del budget per l’eco-bonus da 1,5 miliardi a 500 milioni di euro e la successiva abolizione dei bonus per le autovetture nel luglio 2025 hanno lasciato il mercato relativamente stabile, con -0,2% a settembre 2025.
Insomma, il report sottolinea che l’accessibilità economica è la chiave di volta per la transizione: senza un sostegno alla domanda prevedibile e a lungo termine, la transizione verso la mobilità elettrica è molto più lenta, e favorisce solo le nazioni più ricche.












