Secfovic ha rilanciato l'ipotesi di 50 miliardi di euro di acquisti di prodotti americani, tra cui il GNL per ridurre il disavanzo commerciale

La partita sui dazi Usa continua. L’Europa mette sul piatto 50 miliardi di euro di beni americani da acquistare. Questa l’offerta di Bruxelles per placare Donald Trump ed evitare l’imposizione dei dazi Usa, congelati fino a luglio. Si tratta di una proposta ufficiale, quella portata avanti da Maros Secfovic, il vicepresidente della Commissione europea e commissario al Commercio, che lui stesso ha annunciato in un’intervista al Financial Times. L’obiettivo è ridurre il gap commerciale tra Europa e Stati Uniti.
Disavanzo Usa vs Ue
Secondo gli ultimissimi dati di Istat, a marzo 2025 le esportazioni verso gli Stati Uniti con +41,2% registrano una forte crescita tendenziale, ma al contempo si riducono le importazioni del 9,5%. Aumenta quindi, la forbice del disavanzo tra i due blocchi continentali. Secondo Secfovic, però, si stanno facendo “certi progressi” verso un’intesa, anche se ammette che sarà “molto difficile” raggiungere un accordo che sia “chiaramente buono e accettabile per gli Stati membri e per il Parlamento europeo“.
Secondo la tesi di Sefcovic esposta al giornale finanziario inglese, se la Casa Bianca tenesse conto delle esportazioni dei servizi Usa verso l’Ue, allora il disavanzo complessivo si ridurrebbe a circa 50 miliardi di euro. A quel punto, basterebbe acquistare “molto rapidamente gas naturale liquefatto, prodotti agricoli come la soia“.
Dazi Usa: UE non accetta tariffe “gonfiate”
Secondo il Commissario al Commercio, i 27 paesi membri non accetteranno “come base negoziale tariffe del 10% sui beni europei, e l’ambizione è quella di raggiungere un accordo “equo ed equilibrato” con la Casa Bianca. Insomma l’impegno del vecchio continente è altro, e lo stesso Sefcovic ha detto di essere in costante contatto con negoziatori di altri Paesi impegnati a trovare un accordo con Trump. Aggiungendo che l’Ue è pronta a collaborare con gli Usa per affrontare l’impatto dell’aumento delle esportazioni cinesi come possibile elemento di scambio nell’accordo.
Viene indicato, inoltre, un terreno produttivo in cui Usa e Ue possano “ottenere molto insieme”, ed il riferimento che viene citato è sulla “sovraccapacità di acciaio e alluminio“.
BCE, impatto dei dazi più forte dal Covid
Tra il 6 marzo e il 16 aprile 2025 i mercati finanziari dell’area euro sono stati “fortemente influenzati” dai dazi americani, secondo la Banca Centrale Europea, che ha definito questo periodo storico come la “più drastica ridefinizione dei prezzi delle attività finanziarie registrata sin dalla pandemia, in un contesto di accresciuta volatilità”. Dal Covid, mai un periodo di così grande incertezza per il mercato mondiale. E l’ente bancario dell’Ue sostiene che la sospensione di 90 giorni dei dazi ha rappresentato un “alleviamento solo parziale”.
Dazi Usa: il dialogo con la Cina
Un dialogo più difficile quello tra Washington e Pechino. Da una parte c’è il governo cinese che fa sapere di star valutando la possibilità di avviare negoziati commerciali con gli Usa. Lo ha annunciato un portavoce del ministero del Commercio cinese, affermando che “alti funzionari statunitensi hanno espresso ripetutamente la disponibilità a parlare dei dazi con la Cina“. Ma viene evidenziato che il dialogo deve essere “sincero” da parte degli States.
Niente bambole in America
Trump, come ormai fa con tutti, prima lancia il sasso, poi distende la mano, per poi rilanciare il sasso. Una strategia che disorienta. Infatti, una delle sue ultime esternazioni riguarda il timore, rilanciato da alcune aziende della grande distribuzione, secondo cui dall’estate molti scaffali resteranno vuoti. E Trump, dice di cosa? Di bambole? “I bambini ne compreranno 2 al posto di 30. Le navi cinesi sono piene di prodotti che non ci servono“. Insomma questa è la linea del dialogo. E c’è anche chi dice, che il Natale degli americani sarà più povero di possibilità di shopping, perché i beni al consumo arrivano con molti mesi di anticipo e c’è il rischio che molti, per via dei dazi, non arriveranno.
Leggi anche Attività minerarie in acque profonde internazionali, Trump forza la mano