La Commissione Ue ha proposto una serie di modifiche alle norme risalenti al 2014, sui controlli tecnici delle auto, anche le elettriche, e più rigidi sui veicoli più vecchi

Una mobilità più sicura e sostenibile. La Commissione europea ha proposto una revisione completa delle norme che riguardano la sicurezza stradale e l’immatricolazione. Il riferimento è alla direttiva 2014/45/UE relativa al controllo tecnico periodico dei veicoli a motore e dei loro rimorchi e alla direttiva 2014/47/UE relativa ai controlli tecnici su strada dei veicoli commerciali che circolano nell’Unione. Per la prima volta, con la proposta di modifiche, la Commissione si è concentrata anche sulle auto elettriche ed ovviamente sulle auto più vecchie.
Nuove norme per diminuire gli incidenti
Modifiche che – tra il 2026 e 2050 – salveranno circa 7.000 vite umane e preverranno 65.000 lesioni gravi. Ovviamente si tratta solo di stime, che rientrano nell’ambito della strategia Vision Zero, che punta a zero vittime e feriti gravi entro il 2050, e a dimezzare le vittime entro il 2030. La Commissione Ue è convinta che gli interventi previsti, andranno in questa direzione.
Quadro normativo delle auto è obsoleto
Le attuali direttive europee in materia di sicurezza e immatricolazione risalgono al 2014, quando la mobilità elettrica aveva un parco circolante quasi zero e le tecnologie Adas di assistenza alla guida erano ancora molto marginali. Oggi che la quota delle BEV e ibride è in crescita,
Il contesto attuale è profondamente diverso: la quota dei veicoli elettrici è in crescita e gli Adas sono un elemento comune e obbligatorio (da luglio 2024) riaggiornare le norme europee è una necessità imprescindibile.
Cosa prevedono le modifiche
Le misure proposte dalla Commissione includono
- Adeguamento dei test ai nuovi veicoli: Ispezioni tecniche periodiche per i veicoli elettrici e nuovi test per i sistemi elettronici di sicurezza, compresa la verifica dell’integrità del software dei sistemi rilevanti per la sicurezza e le emissioni. E’ la prima volta che si introdurranno ispezioni periodiche dedicate ai BEV con controlli specifici per batteria e sistema elettrico.
- Nuovi test sulle emissioni: Individuazione dei veicoli ad alta emissione, compresi quelli manomessi, utilizzando metodi avanzati per le particelle ultrafini e gli NOx.
- Lotta alle frodi: Registrazione delle letture dei contachilometri nelle banche dati nazionali per lo scambio transfrontaliero della cronologia dei contachilometri. Questo è un tema molto sensibile, perché a livello europeo sono molte le frodi sulle auto “scaricate”, cioè diminuite dei chilometri effettivi, quindi vendute a prezzi più competitivi
- Ispezioni annuali: Per le auto e i furgoni con più di dieci anni. Anche questo è un tema fondamentale per contenere le emissioni inquinanti, visto che veicoli più vecchi di 10 anni hanno tecnologie che rilasciano maggiori particelle inquinanti.
- Digitalizzazione: Rilascio di certificati elettronici di immatricolazione e di collaudo periodico e scambio di dati attraverso una piattaforma comune per semplificare i processi amministrativi.
- Riconoscimento reciproco dei certificati di revisione tecnica periodica: Garantire il riconoscimento transfrontaliero dei controlli tecnici periodici effettuati in un altro Stato membro per le autovetture per sei mesi.
- Miglioramento della governance dei dati: Semplificazione dell’accesso ai dati tecnici dei veicoli per i centri di prova.
Veicoli vecchi e poco sicuri
Veicoli con almeno 10 anni alle spalle contribuiscono a causare incidenti, morti e feriti. Questo perché sono dotati di meno strumenti tecnologici che aiutano il conducente a muoversi sulle strade con maggiore sicurezza. Inoltre, i veicoli altamente inquinanti e rumorosi, sebbene siano relativamente pochi, sono responsabili di una quota sproporzionata di emissioni nocive. E le norme attuali non affrontano in modo sufficiente l’inquinamento atmosferico e acustico. Senza contare che l’invecchiamento del parco veicoli, aumenta anche il rischio di frodi sui contachilometri. La lotta a queste frodi richiede norme aggiornate.
I prossimi passi
Le proposte saranno ora esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria. Una volta approvate, la Commissione preparerà gli atti delegati e di esecuzione necessari per alcuni aspetti dell’attuazione delle norme. (P.T.)