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Energia: Scoccimarro, Regione ricerca strategie percorribili

Rispetto al nucleare Scoccimarro ha evidenziato una posizione critica, sentiti esperti anche di fama internazionale, verso le attuali tecnologie, perché esse comportano un elevato costo economico di realizzazione e per il successivo smaltimento delle scorie radioattive; presuppongono inoltre tempi lunghi per la realizzazione delle centrali e sussisterebbe l'impossibilità di garantire il 'rischio zero' nel breve e lungo periodo

Caro energia: sulle rinnovabili il dl Sostegni-ter è “discriminatorio e inefficace”
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Al centro, la valle dell’idrogeno transfrontaliera

Udine, 11 feb – L’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia, sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, intervenendo in videoconfernza all’audizione della II Commissione del Consiglio regionale sui temi dell’aumento esponenziale dei costi dell’energia, ha voluto innanzitutto chiarire la sua posizione rispetto all’eventuale sviluppo delle fonti nucleari.

Scoccimarro ha evidenziato che le scoperte in tale campo, comunicate proprio in questi giorni, prospettano uno sviluppo importante e sostenibile del nucleare di nuova generazione e aprono prospettive diverse e auspicabilmente percorribili.
“Per quanto si ponga obiettivi ambizioni – ha infatti detto l’assessore – il Friuli Venezia Giulia da solo difficilmente potrà risolvere il problema energetico dell’Italia e spetterà ai prossimi Governi condividere con le Regioni e i Comuni le soluzioni percorribili, considerato che l’impegno di soddisfare il fabbisogno energetico del Paese dovrà occupare il posto centrale dell’agenda politica, superando la gestione emergenziale dei problemi caratterizzata dall’assistenzialismo ‘sine die’ e investendo nella ricerca”.
“Proprio in questo ambito – ha precisato Scoccimarro – il Friuli Venezia Giulia, forte della propria vocazione scientifica e alla ricerca, sta già facendo passi avanti per lo sviluppo delle tecnologie legate all’idrogeno, con la firma del protocollo Snam e con il progetto della Valle dell’Idrogeno del Nord Adriatico con la Slovenia e la Croazia”.
“Un altro passo concreto – ha annunciato – lo abbiamo compiuto proprio questa mattina approvando definitivamente uno dei provvedimenti di attuazione della legge 21 del 2020 che è la ‘Disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico’: garantirà oltre 1,5 milioni di euro di entrate extra, compreso un risparmio sulla bolletta elettrica, ai Comuni e ai cittadini della montagna, perché prevede che i concessionari forniscano energia elettrica gratuita alla Regione, oppure il relativo controvalore economico”.
“Inoltre – ha proseguito l’assessore – avviando la riconversione della Ferriera di Servola è in corso la trasformazione green della centrale elettrica di Arvedi, che userà metano verde e andrà a supportare la continuità delle produzioni da fonti rinnovabili”.
Rispetto al nucleare Scoccimarro ha evidenziato una posizione critica, sentiti esperti anche di fama internazionale, verso le attuali tecnologie, perché esse comportano un elevato costo economico di realizzazione e per il successivo smaltimento delle scorie radioattive; presuppongono inoltre tempi lunghi per la realizzazione delle centrali e sussisterebbe l’impossibilità di garantire il ‘rischio zero’ nel breve e lungo periodo”.
Inoltre non è percorribile, sempre secondo l’assessore, l’idea di partecipare alla centrale di Krsko che è l’unica in Europa a sommare i pericoli derivanti dal nucleare al quelli conseguenti alla sua ubicazione in un sito a medio-alto rischio sismico. Tale operazione, tra l’altro non garantirebbe di poter abbattere direttamente la bolletta dell’energia ai cittadini o alle imprese.
Scoccimarro ha concluso evidenziando ciò che al momento è possibile fare nell’immediato: “si tratta di valutare la riorganizzazione dei fondi attualmente stanziati nelle linee contributive per le imprese in un’unica strategia, mirata ad abbattere la bolletta energetica. Una scelta che spetta al collega Bini, ma condivido con lui la valutazione rispetto al fatto che industria e attività produttive garantiscono posti di lavoro da preservare”. ARC/CM/ma