Besseghini: bene quadro giuridico per il ritorno al nucleare, ma soluzioni di medio-lungo termine non frenino transizione

I dati energetici della Relazione annuale 2024 dell’ARERA
Per l’elettricità nel 2024 in Italia si registra una ripresa dei consumi (+2,3%) e della produzione (+3,2%), intanto quasi metà della generazione resta ancora affidata al gas (circa il 45%, dato stabile). C’è però una forte ripresa dell’idroelettrico (+30,2%) per l’aumento delle precipitazioni, mentre cala il termoelettrico (-6%). Sempre rimanendo sull’elettrico, nel 2024 l’Italia riesce ad accorciare la distanza dei prezzi con l’Europa, ma gli oneri e le componenti fiscali neutralizzano i risparmi possibili. Queste, in estrema sintesi, alcune delle indicazioni contenute nella Relazione annuale 2024 dell’ARERA, l’ultima dell’attuale Collegio guidato da Stefano Besseghini, attuale presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.
Secondo il report le famiglie tedesche sono sempre quelle che pagano di più, seguite da quelle italiane. A livello dei clienti non domestici europei, si rilevano cali diffusi per i prezzi, anche in Italia (-8,3%), ma restano comunque poco competitivi a causa della componente oneri, imposte e tasse (+65% rispetto all’area euro).
Passando al gas, a livello globale si registrano segnali di riequilibrio con prezzi in calo in Europa (-15%) e Asia (-12%), con lo spread tra PSV e TTF a 2,3 euro per MWh. Sempre lato metano, nel 2024 in Italia si assiste a una lieve ripresa dei consumi mentre invece è in calo la produzione (-4,1%). Cala anche la dipendenza dall’importazione, con l’Algeria primo fornitore, mentre sono quasi azzerate le esportazioni.
A che livello è arrivato il sostegno alle fonti rinnovabili nelle bollette? In totale, per lo scorso anno i costi dell’incentivazione sono stati circa 8,9 miliardi di euro, mentre erano 7 miliardi nel 2023 e 6,4 miliardi nel 2022.
Il contesto internazionale
In generale, segnala ARERA, nel 2024 i mercati internazionali hanno proseguito nel mostrare una decisa sensibilità agli eventi geopolitici, oltre agli stimoli legati maggiormente a dinamiche puramente economiche. Al contesto internazionale, che vede proseguire i conflitti in Ucraina e nell’area israelo-palestinese, cui si è da pochi giorni aggiunto quello seguito all’attacco da parte di Israele all’Iran, si sono aggiunti anche gli annunci di dazi da parte della nuova amministrazione degli Stati Uniti. ARERA rileva che la ripresa post-pandemica resta confermata anche dal tasso di crescita economica che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ha registrato un +3,3% e dall’aumento moderato della domanda di tutte le fonti (gas, petrolio e carbone).
In tutto ciò, a conferma del sempre crescente ruolo del Gas Naturale Liquefatto (GNL), nel 2024 sono state ordinate 70 nuove navi gasiere, quasi il doppio rispetto ai 12 mesi precedenti. La flotta di navi metaniere alla fine dello scorso anno ammontava a 774 unità, +7% sul 2023, di cui 711 da considerarsi “attive” e le restanti che operano come rigassificatori e stoccaggi galleggianti in vari Paesi. L’ultima preoccupazione resta naturalmente l’attacco di Tel Aviv a Teheran con le potenziali conseguenze sui mercati energetici (basti pensare allo Stretto di Hormuz attraverso cui passa il 20-25% del petrolio via nave e il 20% del gas liquefatto sempre via nave).
“Abbiamo visto in questi anni come ormai il nostro sistema è fortemente interconnesso”, commenta Besseghini, “il passaggio di grandi quote di nostre forniture al GNL naturalmente ci espone a situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo in questi giorni. Dobbiamo guardare con attenzione e per quanto possibile già predisporci ad avere delle strutture che ci permettano di compensare eventuali difficoltà che potessero manifestarsi nelle forniture da quell’area che pure rappresenta una parte importante delle nostre”.
Non allentare l’impegno l’impegno nella sostenibilità
Nel suo discorso Besseghini fa riferimento anche al nucleare. “Bene ha fatto il Governo a riportare nel dibattito il tema della tecnologia nucleare, non perché sia possibile nel breve una rilevante e significativa penetrazione nel mix, ma perché anche lì soffia il vento dell’innovazione. Ma qualunque prospettiva di sviluppo del nuovo nucleare si misura sulla scala di anni, per cui i temi dell’approvvigionamento e del costo dell’energia nei prossimi anni rimangono aperti, fermo restando l’impegno alla decarbonizzazione del nostro sistema energetico. L’impegno attivo nello sviluppo di soluzioni di medio e lungo termine non può giustificare un allentamento dell’impegno immediato alla transizione verso assetti di produzione e di consumo sostenibili”.