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Tre anni di flessibilità sulle emissioni, le case auto UE incassano la 1° vittoria

L’emendamento di Bruxelles ricalca fedelmente le anticipazioni delle scorse settimane. Acea: “Bene, ora servono più incentivi e colonnine”. T&E: “Errore, deve essere l’ultima deroga concessa all’industria auto”

Mercato auto UE, domanda è debole: boom dell'ibrido e l'elettrico cresce
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Cambiano ufficialmente i limiti UE emissioni veicoli. La Commissione europea ha presentato l’emendamento al regolamento 2019/631 iniettando flessibilità nel rigido meccanismo di calcolo delle soglie di CO2 permesse per auto e furgoni di nuova immatricolazione. Modifica che nasce dal dialogo strategico con il settore europeo dell’automotive, in forte crisi e sempre meno favorevole a una transizione accelerata all’elettrico.

Come cambiano i limiti UE emissioni veicoli

L’emendamento di Bruxelles ricalca fedelmente le anticipazioni delle scorse settimane. Vediamo i punti principali.

Il sistema, fino a oggi, stabiliva che ogni produttore auto in Europa garantisse che il volume medio di emissioni, calcolato sull’intera flotta di nuova immatricolazione in un determinato anno, restasse al di sotto di determinate soglie. Questi limiti erano stabiliti con largo anticipo e si abbassavano ogni 5 anni. Il meccanismo serviva per accompagnare l’industria dell’auto verso il traguardo del 2035, quando sarà obbligatorio vendere solo auto a zero emissioni.

Tutto questo impianto resta invariato – almeno per il momento. Quello che cambia è come calcolare il rispetto dei limiti UE emissioni veicoli.

Finora, la verifica scattava ogni anno e l’unico elemento di flessibilità era la possibilità, per le case auto, di riunirsi in “gruppi”. Il tenore emissivo medio veniva valutato su tutti i componenti del gruppo, quindi i produttori con quote alte di auto elettriche potevano compensare gli eccessi di chi aveva immatricolato troppi pochi EV e/o produceva soprattutto veicoli particolarmente inquinanti (a partire dai SUV).

Da oggi, il calcolo sarà effettuato sulla media dei 3 anni: 2025, 2026 e 2027. Le case auto, quindi, hanno tempo fino alla fine del 2027 per aggiustare i loro bilanci emissivi senza incorrere in multe (95 euro per ogni grammo di CO2 al km oltre i limiti, per ciascuna auto venduta).

Non si tratta – anche in questo caso, per ora – di una modifica strutturale. Il testo dell’emendamento ricorda la necessità di ritornare al più presto al sistema precedente. La flessibilità triennale sarebbe quindi una deroga una tantum.

Flessibilità ai produttori auto, le reazioni

Gioisce l’associazione europea dei costruttori auto (ACEA), passando all’incasso su una battaglia portata avanti da mesi. E coglie l’occasione per rintuzzare l’agenda delle riforme a favore dell’industria automobilistica.

“La proposta di una media triennale è un passo nella giusta direzione, allineando gli obiettivi di decarbonizzazione con le sfide reali del mercato e geopolitiche. Offre una boccata d’ossigeno tanto necessaria ai produttori di auto e furgoni”, scrive Acea.

Ma l’associazione allunga subito la lista delle richieste a Bruxelles, aggiungendo “incentivi alla domanda significativi” e “una diffusione capillare dell’infrastruttura di ricarica”.

“Come dimostrano gli ultimi dati di mercato, la domanda di veicoli a emissioni zero è ancora lontana da dove dovrebbe essere, con una quota di mercato dei BEV (veicoli elettrici a batteria) di solo il 15%”, scrive Acea.

Di opinione opposta Transport & Environment (T&E), l’associazione che monitora la transizione europea nel settore dei trasporti. L’ong parla di “errore” anche alla luce del rimbalzo del mercato delle auto elettriche, che ha registrato +28% nei primi 2 mesi del 2025.

“La ripresa delle vendite di veicoli elettrici dimostra che l’attuale obiettivo UE sta funzionando. Richiedete alle case automobilistiche di vendere più auto elettriche e gli acquirenti arriveranno. È un errore cambiare le regole a metà partita”, sottolinea Julia Poliscanova di T&E. “Questa deve essere l’ultima flessibilità concessa alle case automobilistiche. Lasciamo che gli obiettivi del 2030 e del 2035 facciano il loro lavoro e portino veicoli elettrici accessibili e investimenti in tecnologie pulite in Europa”.

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