Il business dei biocarburanti affama il pianeta

Gli incentivi europei ai biocarburanti hanno permesso all’industria di sottrarre terra alle colture alimentari. Aumentando i prezzi del cibo

biocarburanti

 

I prezzi alimentari crescono con la diffusione dei biocarburanti

 

(Rinnovabili.it) – Le politiche europee che promuovono il consumo di biocarburanti di prima generazione portano ad un aumento dei prezzi alimentari. Lo afferma una nuova analisi di Cerulogy per le ONG Transport & Environment e BirdLife. Il dossier ha indagato l’impatto sui prezzi di un potenziale aumento della domanda di biofuel e fatto una valutazione del contributo del settore alla crisi dei prezzi alimentari nel 2006-2008.

Le conclusioni del rapporto dimostrerebbero che l’aumento della domanda di biodiesel ha avuto l’impatto più forte sugli oli vegetali nell’Unione Europea, come colza, palma, soia e girasole, portando i prezzi a crescere del 171% per esajoule (EJ) di biodiesel prodotto. Inoltre, i semi oleosi sarebbero aumentati del 25%.

Sotto accusa anche l’etanolo, che avrebbe portato su i prezzi del grano del 20% nel mercato globale per EJ. L’etanolo a base di zucchero avrebbe fatto lo stesso con la materia prima, con crescite del 40% per EJ su scala mondiale.

Nel luglio del 2016 la Commissione Europea ha proposto che i biocarburanti a base di prodotti alimentari debbano essere progressivamente eliminati e sostituiti da biocarburanti più avanzati, che non competono con le colture per la produzione di cibo. Il progetto di legge è attualmente all’esame delle Commissioni del Parlamento Europeo.

 

>> Leggi anche: Fuori l’olio di palma dal biodiesel europeo entro il 2020 <<

 

L’industria dei biocarburanti rifiuta però la tesi delle organizzazioni ambientaliste: secondo i produttori, non vi sarebbe stato alcun aumento dei prezzi alimentari dovuto ai biofuel. In particolare, il settore dell’etanolo cerca di smarcarsi dagli altri comparti, chiedendo politiche capaci di differenziare biocarburanti che competono con le colture alimentari e provocano deforestazione, come l’olio di palma, e biocarburanti che generano un alto risparmio di gas serra e molto più raramente causano cambiamenti indiretti di utilizzo del suolo.

Tuttavia, le ONG insistono nel dire che tutti i biocarburanti a base di colture influiscono negativamente sui prezzi dei prodotti alimentari. Di opinione diversa è la Commissione Europea, che in una relazione pubblicata a febbraio ha scritto: «Il consumo di etanolo dell’UE ha avuto un impatto trascurabile sui prezzi dei cereali, dato che la quota europea nel mercato globale non ha superato il 7%, e il mercato dei cereali è determinato principalmente dalla domanda di mangimi».

 

 

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1 commento

  1. Era ed è evidente; solo chi è in malafede lo può negare. Ma è così anche per l’energia ricavata dai cosiddetti rifiuti, perchè il bisogno di energia aumenta, mentre i “rifiuti” hanno un limite ed è logico che, raggiunto quel limite, se si continua a produrre energia con quel materiale, si dovranno intaccare anche quei materiali che rifiuti non sono. Penso al pellet per combustione o alla produzione di biometano.

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