Temperature record, agosto continua la serie di 16 mesi bollenti

Battuti tutti i record precedenti: lo scorso mese il termometro è stato di 0,92°C più alto della media. Il 2016 si avvia a diventare l’anno più caldo della storia

Temperature record, agosto continua la serie di 16 mesi bollenti

 

(Rinnovabili.it) – A pochi giorni dall’annuncio della Nasa arriva la conferma da parte del Noaa: l’agosto del 2016 è ufficialmente il più caldo di sempre. La tendenza è tanto chiara quanto preoccupante: dall’aprile del 2015 ogni mese ha registrato temperature record, una striscia lunga ben 16 mesi consecutivi. Non era mai successo durante i 137 anni per cui sono disponibili dati affidabili.

La temperatura media globale, secondo i dati elaborati dal National Center for Environmental Information del Noaa, è stata di 0,92°C più alta della media del 20° secolo. La colonnina di mercurio ha superato anche il record precedente per il mese di agosto, raggiunto lo scorso anno, quando la deviazione dalla media era stata di 0,87°C.

 

qwe2Il riscaldamento globale ha fatto bollire sia le terre emerse che gli oceani: le prime con un aumento di 1,29°C, i secondi con 0,77°C sopra la media. I termometri hanno raggiunto picchi senza precedenti in tutto il mondo, dal Bahrain alla Gran Bretagna e anche in gran parte del Sudamerica, dove l’aumento rispetto alla media è stato di ben 2°C. Per quanto riguarda gli oceani, i più bollenti sono stati l’Atlantico e l’Indiano nel settore occidentale. Analizzando poi le temperature dell’estate nel periodo giugno-agosto, il Noaa ha registrato caldo record a livello globale per il terzo anno consecutivo.

È ormai chiaro che il progressivo innalzamento delle temperature registrate in questi ultimi mesi non è soltanto legato agli effetti di El Nino. Il 2016 sarà ormai quasi certamente l’anno più caldo della storia, ma le cause sono strutturali, non contingenti. E di origine antropica. Tra queste, quella che più preoccupa gli scienziati del clima è l’altissima concentrazione dei livelli di CO2 in atmosfera, ormai stabilmente al di sopra della soglia di 400 ppm, che secondo le previsioni non scenderanno in modo sensibile nemmeno se venissero rispettati gli attuali impegni di riduzione della emissioni.

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