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Dalle risorse genetiche vegetali dipende il futuro dell’alimentazione mondiale

Le risorse genetiche vegetali sono un patrimonio da preservare a tutti i costi. Ci aiutano ad affrontare le grandi minacce alla sicurezza alimentare con cui ci confrontiamo ormai sempre più spesso a livello globale: aumento della popolazione, cambiamenti climatici, degrado del territorio, conflitti

Dalle risorse genetiche vegetali dipende il futuro dell’alimentazione mondiale
Credits: FAO

Un patrimonio per la sicurezza alimentare

Con il termine risorse genetiche vegetali (PGRFA, Plant Genetic Resources for Food and Agriculture) si intende il materiale genetico di origine vegetale con un valore effettivo o potenziale per l’alimentazione e per l’agricoltura: quindi fondamentale per la sicurezza alimentare.

Perché sono cruciali le risorse genetiche vegetali

Pertanto, le risorse genetiche vegetali sono un patrimonio da preservare a tutti i costi: saranno loro a garantire la diversità alle generazioni che verranno perché forniscono elementi cruciali per la resilienza e l’adattamento delle piante ai parassiti, alle malattie, alla siccità, ai cambiamenti climatici.

In pratica, le risorse genetiche vegetali ci aiutano ad affrontare tutte le grandi minacce alla sicurezza alimentare con cui ci confrontiamo ormai sempre più spesso a livello globale.

Il loro valore è ancora più determinante se pensiamo alle prospettive dei prossimi decenni, in cui l’equilibrio del Pianeta sarà scosso dall’aumento della popolazione, dai persistenti cambiamenti climatici, dal degrado del territorio e dai conflitti.

Le varietà locali rischiano di scomparire

La creazione e la gestione di aree protette, la promozione di un uso sostenibile del suolo e la collaborazione con le popolazioni indigene, gli agricoltori e le comunità locali per preservare la diversità genetica in loco rientrano nella cosiddetta conservazione in situ, fondamentale per la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agroalimentari.

Secondo il Third Report on the state of the world’s plant genetic resources for food and agriculture (2025), il 42% dei taxa (ovvero gruppi di organismi classificati in base a caratteristiche comuni) esaminati – comprese molte specie selvatiche, utili anche a fini alimentari – non era più presente in almeno una delle aree in cui si trovava normalmente.

I piccoli agricoltori risentono in modo particolare dell’erosione delle risorse genetiche vegetali perché usano sistemi agricoli tradizionali per coltivare le varietà locali che rischiano di scomparire, sopraffatte dalla monocoltura.

Le dinamiche di mercato e l’abbandono delle aree rurali costituiscono per loro un ulteriore fattore di rischio, a cui si aggiungono eventi climatici sempre più estremi e frequenti, oltre a parassiti e malattie.

La conservazione al di fuori dell’habitat naturale

La conservazione ex situ riguarda la conservazione delle risorse genetiche vegetali (PGRFA) al di fuori del loro habitat naturale, in uno spazio controllato (ad esempio, banche genetiche e orti botanici).

Le banche genetiche nazionali conservano circa l’84% del materiale genetico vegetale mondiale, i centri internazionali ne detengono il 15% e i centri regionali l’1%.

Dal 2009 le collezioni di germoplasma sono cresciute complessivamente dell’8%. Il 72% di tutto il germoplasma conservato è composto da colture alimentari (cereali, legumi, ortaggi, piante da frutto, piante oleaginose, radici, tuberi, erbe e spezie, pseudocereali, colture zuccherine e noci).

Nel 2022, per sicurezza, il 41% del patrimonio vegetale ex situ è stato duplicato.

Inoltre, nel mondo esistono più di 3mila orti botanici: circa 350 di essi dispongono di banche dei semi.

La conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali non si limitano alla gestione del germoplasma da parte delle banche genetiche o degli orti botanici.

Richiedono invece la partecipazione della politica, una legislazione ad hoc, infrastrutture adeguate, programmi di formazione, creazione di reti, un monitoraggio costante.  

In pratica, la creazione di un sistema in cui siano presenti in modo attivo tutte le parti interessate.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.