La perdita di habitat, conseguenza dell’agricoltura e dell’urbanizzazione, e il cambiamento climatico hanno un ruolo determinante nel declino delle api. L’interazione di questi fattori crea un effetto moltiplicatore che ne intensifica gli effetti

L’aumento delle temperature notturne influenza le api
La perdita di habitat influisce sul generale declino delle api, e più in generale degli insetti? Secondo alcuni studi, sembra che il numero di insetti sia quasi dimezzato dagli anni Settanta del Novecento.
Le interazioni moltiplicano gli effetti
Le cause, purtroppo, sono generate principalmente dalle azioni umane. La perdita di habitat, ad esempio, è una conseguenza dell’agricoltura e dell’urbanizzazione, ma anche il cambiamento climatico ha un ruolo determinante.
L’interazione di questi driver di cambiamento globale crea un effetto moltiplicatore che ne intensifica gli effetti: ad esempio, gli insetti che hanno perso il loro habitat naturale risentiranno sicuramente di più del rialzo delle temperature.
Un gruppo di ricercatori dell’Università Julius-Maximilians di Würzburg (Germania) ha elaborato uno studio in proposito, Warmer temperatures reinforce negative land-use impacts on bees, but not on higher insect trophic levels, pubblicato in “Proceedings of the Royal Society B”.
Temperatura e uso del suolo
I ricercatori hanno indagato in che modo la temperatura e l’uso del suolo modellano le comunità di insetti utilizzando nidi trappola e un approccio spazio-temporale in 179 estensioni di terreno con quattro tipi di habitat (foresta, prateria, seminativi e insediamenti) in 60 regioni dove si trovano paesaggi seminaturali, agricoli e urbani.
Complessivamente, i ricercatori hanno rilevato che le api hanno risposto meglio alle interazioni clima-uso del suolo in caso di temperature diurne più calde e climi in generale più caldi, ma solo nel caso di usi del suolo meno intensivi.
Invece, le temperature notturne elevate hanno sempre influito negativamente sulle api.
Le api soffrono il caldo notturno, come gli esseri umani
Una differenza consistente si è registrata tra foreste e ambienti urbani: nel primo caso gli effetti negativi sono limitati, mentre nel secondo gli insetti sono diminuiti di circa il 65%.
Evidentemente le api, come gli esseri umani, soffrono le temperature calde notturne: questo perché le temperature medie notturne sono aumentate più velocemente di quelle diurne.
I ricercatori hanno rilevato che gli insetti più in alto nella catena alimentare hanno affrontato meglio il calore.
Gli effetti sull’agricoltura potrebbero essere negativi, perché gli insetti che contribuiscono al controllo naturale dei parassiti dovrebbero essere colpiti in modo simile.
Infatti, i ricercatori hanno notato che la situazione per questi insetti migliorava dove i terreni agricoli erano vicini alle aree naturali.
Gli elementi da approfondire
In sintesi, il risultato a cui è giunto il team di ricerca tedesco è che:
- le temperature diurne più calde incrementano la popolazione delle api e loro diversità, ma solo negli habitat più naturali, come foreste e praterie. Per tanto, è importante creare habitat interconnessi nelle aree agricole e urbane;
- in tutti gli habitat le temperature notturne più elevate rappresentano una nuova minaccia per le api, finora sconosciuta e quindi da approfondire;
- i cambiamenti climatici e l’uso del suolo interagiscono, ma influenzano gli insetti in modi diversi, secondo la loro posizione nella catena alimentare. Ne deducono che queste differenti risposte potrebbero interrompere le reti alimentari e importanti funzioni dell’ecosistema, come il controllo dei parassiti e l’impollinazione.