Rinnovabili • L’irrigazione intensiva in agricoltura fa bene alle falde acquifere Rinnovabili • L’irrigazione intensiva in agricoltura fa bene alle falde acquifere

L’irrigazione intensiva in agricoltura fa bene alle falde acquifere

L’irrigazione intensiva in agricoltura non esaurisce le falde nei periodi di siccità. Al contrario, sembra svolgere un ruolo di stabilizzazione grazie alla ricarica indotta dall’infiltrazione dell’acqua irrigua in eccesso

L’irrigazione intensiva in agricoltura fa bene alle falde acquifere
Foto di u_cq5nour74s da Pixabay

Uno studio sulla Pianura Padana

Sull’irrigazione intensiva in agricoltura esistono alcune riserve, soprattutto se si considera che il cambiamento climatico ha alzato le temperature e i periodi di siccità – in modo particolare in estate, ma non è raro che si protragga anche in altre stagioni – sono sempre più frequenti a tutte le latitudini.

Lo studio Intensive irrigation buffers groundwater declines in key European breadbasket, pubblicato su “Nature Water”, sembra cambiare la lettura della questione.

Allo studio hanno collaborato l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (CNR-IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università di Milano Bicocca e l’Università di Berkeley (Stati Uniti).

Siccità e disponibilità di risorse idriche per l’irrigazione

Lo studio, in particolare, ha analizzato le zone della Pianura Padana dove sono presenti le coltivazioni. È una regione agricola critica, uno dei maggiori consumatori di acqua dell’Unione Europea, dove i recenti periodi di siccità hanno messo in discussione la futura disponibilità di risorse idriche.

I ricercatori hanno esaminato i dati satellitari acquisiti tra il 2002 e il 2022 nell’ambito della missione GRACE (Gravity Recovery and Climate Experiment) della NASA e dell’Agenzia Spaziale Tedesca. Tale missione, oggi conclusa, ha misurato con precisione come il movimento delle masse d’acqua influenzi il campo gravitazionale terrestre e come possa incidere sui cambiamenti climatici globali.

Oltre ai dati satellitari, i ricercatori hanno esaminato anche una rete di oltre 1.000 pozzi di monitoraggio.

L’infiltrazione dell’acqua irrigua in eccesso

Elaborando questi dati, gli studiosi hanno tracciato l’evoluzione delle risorse idriche sotterranee e hanno constatato che le aree soggette ad irrigazione intensiva mostrano una maggiore stabilità grazie alla ricarica indotta dall’infiltrazione dell’acqua irrigua in eccesso.

Tale fenomeno si verifica anche in presenza di un generale calo dei livelli delle falde. Ciò è possibile perché l’irrigazione è generalmente sostenuta dalle acque superficiali che derivano da fiumi e laghi subalpini (ad esempio, il Lago Maggiore, il Lago di Garda, etc.), che a loro volta sono alimentati dallo scioglimento delle nevi.

Lo studio dimostra l’esistenza di una correlazione positiva tra la quantità di acqua negli acquiferi di pianura e l’accumulo di neve sulle Alpi. Pertanto, le aree irrigate hanno una maggiore stabilità rispetto a quelle non irrigate, che subiscono cali drammatici nei periodi di siccità.

L’irrigazione può favorire la ricarica delle falde

Alla luce di questi dati, è urgente valutare la sostenibilità futura delle pratiche irrigue in un contesto di risorse idriche sempre più limitate, ma anche il potenziale ruolo positivo di alcune pratiche agricole sulla disponibilità idrica locale.

Inoltre, il risultato dimostra che l’irrigazione, pur essendo una pratica ad alto consumo, può favorire la ricarica delle falde attraverso la percolazione del surplus irriguo.

Il CNR-IRPI si è occupato in particolare dell’analisi idrologica dei dati regionali. Come ha spiegato Christian Massari, «la ricerca mette in luce l’importanza di comprendere il bilancio idrico in ambito agricolo, soprattutto in una fase in cui la copertura nevosa alpina diventa sempre meno prevedibile».

L’Università di Milano Bicocca, invece, ha effettuato la stima dei parametri idrogeologici e la costruzione del modello concettuale sul funzionamento del sistema di circolazione idrica: «In questo quadro, l’elemento critico diventa una possibile siccità invernale, che non permetterebbe di alimentare adeguatamente i fiumi e i laghi e, a sua volta, di praticare un’irrigazione intensiva estiva, che ricarica le falde.

Finché ci sarà un’adeguata copertura nivale in inverno, le falde saranno stabilizzate dall’irrigazione, anche in presenza di siccità estive», chiarisce Marco Rotiroti dell’Università di Milano-Bicocca.

About Author / La Redazione