Il dibattito sulla PAC 2028-2034 è molto acceso. Incertezza globale, sfide climatiche e cambiamenti economici impongono di sostenere l’agricoltura senza incertezze. È una questione strategica per l’Unione Europea: la sua sicurezza alimentare non può essere messa a repentaglio per una decisione di bilancio

Sostenere l’agricoltura è una questione di autonomia strategica per l’UE
Come sarà la PAC 2028-2034, la nuova Politica Agricola Comune? Il dibattito è iniziato da tempo, ma non si prevedono cambiamenti sostanziali fino al termine della programmazione attuale, ovvero il 31 dicembre 2027.
Particolare attenzione è destinata al Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), il piano di bilancio a lungo termine dell’UE che definirà le risorse economiche disponibili.
Con la PAC 2028-2034 diminuiranno i fondi per gli agricoltori?
Il bilancio della PAC 2021-2017 (approvato nel 2020) si basava su un tasso di inflazione previsto del 2%, ma nel 2022 aveva superato il 9%. Pertanto, il valore reale del bilancio si è ridotto in modo significativo.
In pratica, si è ridotto il sostegno effettivamente ricevuto dagli agricoltori a fronte di un aumento vertiginoso dei costi per l’energia e i fertilizzanti.
Senza interventi adeguati, anche nella PAC 2028-2034 il valore reale corrisposto agli agricoltori continuerà a diminuire. Sarebbe necessario adeguare automaticamente all’inflazione il bilancio della PAC e prevedere una linea di finanziamento salvaguardata nel prossimo QFP.
Semplificazione, innovazione, digitalizzazione
Nel febbraio scorso la Commissione Europea aveva reso nota la nuova tabella di marcia per l’agricoltura europea fino al 2027.
Se la sostenibilità rimane un punto fermo (nonostante alcuni “alleggerimenti” dei vincoli ambientali), sono presenti nuovi orientamenti in merito alla semplificazione normativa e una spinta all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione per favorire la transizione verde.
Per il 16 luglio 2025 si attende la proposta di bilancio della Commissione per la PAC 2028-2034: un momento cruciale, dato che tale proposta dovrebbe definire l’ammontare delle risorse destinate alla nuova Politica Agricola Comune.
Sempre entro il mese di luglio, la Commissione dovrebbe presentare anche il documento legislativo.
Il nodo del fondo unico
Tra i nodi da sciogliere per la PAC 2028-2034 c’è quello del fondo unico, che ha sollevato molte preoccupazioni tra gli Stati membri (compresa l’Italia) e le organizzazioni degli agricoltori. In sostanza, il fondo unico accorperebbe i finanziamenti della PAC con quelli delle politiche di coesione e di altri fondi diretti. Il timore, quindi, è che le risorse destinate all’agricoltura subiscano un drastico ridimensionamento.
Un fondo unico confonderebbe gli obiettivi economici, ambientali e sociali della PAC e la sua struttura a due pilastri. Il primo pilastro finanzia gli aiuti diretti agli agricoltori e le misure di mercato, mentre il secondo pilastro si concentra sullo sviluppo rurale.
Il fondo unico potrebbe portare a ritardare i pagamenti agli agricoltori, a ridurre la propensione agli investimenti a lungo termine e allo sviluppo rurale. Ma soprattutto si creerebbe una situazione di incertezza proprio quando la transizione ambientale ed economica richiede forti investimenti agli agricoltori.
Agricoltura, leva strategica per lo sviluppo
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha assunto posizioni molto determinate: «Se salta il tessuto produttivo la crisi diventa sociale: meno occupazione, meno capacità di spesa, meno consumi, anche alimentari. È un effetto domino.
Per questo serve una politica agricola forte, che punti sulla qualità, sulla biodiversità e sull’innovazione, e che non lasci indietro le aziende delle aree interne e montane.
Vogliamo un’Europa che non consideri l’agricoltura un comparto residuale, ma una leva strategica per lo sviluppo. Vogliamo una PAC che premi chi produce, chi innova, chi custodisce i territori».
“No Security Without CAP”
Copa e Cogeca hanno lanciato la petizione europea “No Security Without CAP” per mobilitare gli agricoltori europei contro la proposta di istituire il fondo unico che ingloberebbe anche le risorse destinate alla PAC.
Il messaggio chiave della campagna è “La sicurezza dell’Unione Europea comincia dalla sicurezza alimentare”. Intende sottolineare la centralità strategica dell’agricoltura, come recentemente hanno sottolineato le dichiarazioni politiche della Commissione.
«Ci viene detto che l’agricoltura è una priorità, ma i fatti indicano il contrario. Il rischio è un bilancio 2028–2034 che riduce il sostegno al settore, presentato nel pieno della stagione di raccolta, senza alcuna chiarezza sulle risorse disponibili. Questo non è accettabile», ha dichiarato il presidente del Copa, Massimiliano Giansanti, rilevando che le intenzioni politiche dichiarate dalla Commissione non trovano riscontro nella proposta di bilancio in preparazione.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del Cogeca, Lennart Nilsson, che ha sottolineato l’importante ruolo dell’agricoltura in un’epoca di grandi tensioni globali: «Il bilancio dell’UE è, prima di tutto, una questione di volontà politica.
Il Parlamento europeo ha già espresso contrarietà al fondo unico. Non possiamo permetterci scorciatoie finanziarie su un pilastro fondamentale per la stabilità economica e sociale dell’Europa».
4 richieste fondamentali
Attraverso la petizione, Copa e Cogeca presentano quattro richieste fondamentali alle istituzioni europee:
- Garantire un bilancio dedicato, rafforzato e adeguato all’inflazione per la PAC, salvaguardandone l’integrità e la struttura a due pilastri nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP).
- Preservare il carattere “comune” della PAC, opponendosi fermamente a ogni forma di nazionalizzazione che rischierebbe di compromettere il mercato unico agricolo e generare disparità tra Stati membri.
- Mantenere l’architettura a due pilastri, essenziale per assicurare il sostegno al reddito degli agricoltori, lo sviluppo delle aree rurali, l’adozione di tecnologie innovative e la transizione ecologica del settore.
- Collegare ogni proposta di riforma alla disponibilità di risorse finanziarie certe, evitando riforme affrettate e non sufficientemente supportate da analisi d’impatto e da un coinvolgimento autentico degli operatori del settore.
La raccolta firme per la petizione “No Security Without CAP” è iniziata il 19 giugno e proseguirà per tutta l’estate.
Tutte le organizzazioni, a livello locale, nazionale e sovranazionale, sono invitate a sostenere l’iniziativa, diffonderla e contribuire attivamente alla difesa di una PAC forte, ben finanziata e realmente comune.