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Pasta e dazi, il ministro Lollobrigida risponde nel Question Time

I dazi sulla pasta che l’amministrazione Trump vuole imporre sono uno dei temi sul tavolo del Governo. Ne ha parlato il ministro Lollobrigida nel Question Time alla Camera

Pasta e dazi, il ministro Lollobrigida risponde nel Question Time
Immagine di Rinnovabili generata da AI

Gli USA, seconda principale destinazione dell’export italiano della pasta

La pasta è l’ennesimo bersaglio della guerra commerciale scatenata dall’amministrazione USA. Il dipartimento del Commercio ha infatti annunciato a settembre dazi preliminari del 91,74% su tredici marchi italiani di pasta che dovrebbero entrare in vigore a gennaio 2026.

L’impegno del Governo per ridiscutere i dazi sulla pasta

Contro quella che Unione Italiana Food – la maggiore associazione di produttori alimentari italiani – ha definito «un’azione protezionistica degli Stati Uniti contro la pasta italiana», alcuni marchi hanno intrapreso azioni legali per chiedere che venga revocata.

Trump aveva già imposto dazi del 15% alle esportazioni provenienti dall’Europa: sommando i due dazi, la pasta sarebbe gravata del 106,74%. Una cifra che, di fatto, impedirebbe alle aziende le esportazioni negli USA.

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida sta lavorando di concerto con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per sostenere le imprese italiane e riaprire la discussione.

Nel Question Time alla Camera Lollobrigida è intervenuto, tra l’altro, anche su questo tema di estrema rilevanza per l’economia italiana.

Pasta, il secondo prodotto agroalimentare più esportato

«La pasta è il secondo prodotto agroalimentare più esportato in valore dall’Italia dopo il vino: le esportazioni sono cresciute dell’81,3% in valore raggiungendo i 4,3 miliardi nel 2024, di questi oltre il 70% è rappresentato dalla pasta di semola secca.

Quello degli Stati Uniti è il secondo mercato di riferimento per la pasta italiana dopo la Germania. Per tale motivo seguiamo con grande attenzione i dossier legati alle azioni antidumping dell’amministrazione americana che potrebbero imporre gravi penalizzazioni ai nostri produttori».

Nel 2024 il fatturato delle industrie pastarie italiane ha raggiunto gli 8,7 miliardi di euro. Le esportazioni verso gli USA hanno raggiunto un valore di 492 milioni di euro, in crescita del 19% rispetto al 2023 e più che raddoppiate rispetto al 2015.

Nel primo semestre 2025 Lollobrigida ha evidenziato un ulteriore incremento del 12,2% in volume e dell’8,8% in valore, che registrano una costante espansione del prodotto negli USA.

L’impegno per rafforzare la filiera del grano

Il ministro ha inoltre ricordato l’impegno del MASAF per rafforzare la filiera del grano con «gli interventi per 32 milioni assicurati nel 2024, gli ulteriori 20 milioni nel 2025 e anche la previsione ulteriore di investimento nell’annualità successiva che andremo a quantificare rispetto anche agli esiti dell’analisi dei mercati».

Inoltre, il MASAF ha investito 4 miliardi di euro nei contratti di filiera e dedicato 300 milioni di euro al sostegno delle filiere cerealicole e al rafforzamento della sovranità alimentare con il Coltiva Italia.

Questo provvedimento stanzia 1 miliardo di euro nel 2026-2028 per sostenere i settori chiave dell’agroalimentare, ed è in fase di approvazione in Parlamento.

La leadership della pasta italiana è indiscussa: «l’Italia è il primo produttore con una quota del 24% seguita da Stati Uniti e Turchia, entrambi con il 12%».

Chiarezza sulla questione dei dazi

Nel Question Time il ministro ha voluto fare chiarezza sulla questione dei dazi per evitare strumentalizzazioni.

«L’accordo quadro tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, siglato il 27 luglio e vigente a partire dal 7 agosto, prevede l’applicazione di un’aliquota del 15%. Gli ulteriori dazi ai quali si fa riferimento non hanno nulla a che fare con la riforma dei dazi voluta dal Presidente Trump.

L’applicazione dei dazi punitivi del 91,74% a La Molisana SpA e al Pastificio Garofalo – che non condividiamo – è la conseguenza di presunte risposte incomplete e di criticità riscontrate sui dati nell’ambito di un’indagine condotta dal Dipartimento del Commercio americano su richiesta di altri produttori, un’azione legale.

Il procedimento è stato poi esteso agli altri esportatori italiani di pasta non direttamente interessati all’indagine. Questo tipo di indagine non è una novità, ma un meccanismo in atto da almeno 20 anni che ha visto le nostre aziende condurre impegnative battaglie legali per dimostrare la correttezza del loro operato.

Cercheremo di raggiungere con gli Stati Uniti ulteriori accordi che possano garantire non solo il settore della pasta, ma anche quello del vino, del pecorino romano e dell’olio extravergine, toccati da dazi del 15% che a nostro avviso non hanno convenienza né per noi ovviamente, né a nostro avviso per gli statunitensi».

Grandi investimenti nel settore dell’agricoltura

Lollobrigida ha poi affermato che il Governo Meloni è quello che ha investito di più nel settore dell’agricoltura. Come ha certificato l’Istat, questo ha portato la produzione e il valore aggiunto del settore agricolo a una crescita in termini reali rispettivamente dello 0,6% e del 2%.

Inoltre, il reddito medio degli agricoltori è cresciuto del 12,5% e in termini assoluti è il primo in Europa come crescita; le esportazioni del settore agroalimentare hanno raggiunto la quota di 70 miliardi di euro. Risultati, ha affermato il ministro, che sono il frutto del lavoro degli agricoltori e dello stanziamento di risorse a favore del settore.

Il bando filiere è passato da 690 milioni a 4 miliardi e 690 milioni: «Questo significa avere già chiuso contratti per 2 miliardi di euro di agevolazioni, finanziando 1.700 imprese per un investimento generato che supera i 3,4 miliardi. Al termine contiamo di finanziare 5.000 imprese con un indotto che potremmo stimare intorno ai 7 miliardi di euro».

L’attenzione all’ambiente: la misura agrisolare

Di grande impatto, anche ambientale, è la misura agrisolare «con la quale ad oggi abbiamo finanziato con contributi a fondo perduto 23.000 imprese che installeranno pannelli non sul suolo agricolo, ma sui tetti, sui fabbricati rurali, sulle infrastrutture.

Circa 12.000 aziende hanno già concluso l’investimento, con una capacità installata di 700 GW, il doppio di quanto inizialmente previsto dal PNRR e contiamo di arrivare a 1.700 GW con il Fondo Innovazione per l’Agricoltura.

Abbiamo investito 400 milioni di euro e consentito a 4.000 imprese di ricevere un finanziamento, aggiungendosi alle altre 10.000 già finanziate con la misura innovazione e meccanizzazione».

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About Author / Isabella Ceccarini

Europeista sostenitrice dell’Italia, non ama i confini mentali e geografici. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Giornalista da più di trent’anni, ha lavorato a lungo come caporedattore per un trimestrale di politica universitaria e ricerca. Ha scritto a quattro mani il libro Perché l’università. Riflessioni sull’etica del sapere che raccoglie pensieri e interviste a esponenti di spicco del mondo dell’istruzione superiore e di organizzazioni internazionali. Ha collaborato con diverse case editrici alla stesura di libri e cataloghi per mostre ed eventi occupandosi di progettazione e coordinamento editoriale. È attenta ai temi etici di cui ha scritto per il mensile della Società San Vincenzo de’ Paoli e ha fatto parte della giuria del Premio letterario Città di Castello nella sezione riservata ai giovani. Organizza e modera tavole rotonde su temi che spaziano dalla salute all’agricoltura, nonché corsi di formazione per i giornalisti. Ha ideato e condotto due eventi per il format #leparolevalgono di Treccani. Dal 2017 è entrata a far parte del team di Rinnovabili dove si dedica in particolare all’agrifood ma ama anche allungare lo sguardo ai temi ambientali. Per Rinnovabili progetta e conduce Agrifood Forum, evento annuale sulla sostenibilità alimentare.